SOSTENIAMO MICHELE RUGGIERO E CHE MICHELE RUGGIERO SOSTENGA NOI

Quando la giustizia, a Trani, appare come un’antinomia e anche un paradosso, per dire che contiene la verità e il contrario di essa, come nel paradosso del mentitore.

I simboli che se ne ricavano, anche dal modo con cui si esprime la sensibilità popolare nei confronti del disagio, delle deprivazioni indotte da concause cui non sfugge il tentativo di giustizia infranta contro il potere che ha privilegi superiori al diritto, a Trani (quanti esempi a dimostrazione dell’assunto? Un’infinità!), porta a riflettere con lo sguardo orientato nella direzione di una prospettiva politica, alla portata del diritto-potere, questa, volta del “popolo sovrano” su mandato “costituzionale”.

A cominciare dal diritto ai diritti portati in Tribunale, per mostrare un elemento comune a tutti sulla dimensione, non intellettuale, ma del tutto emotiva, che unisce dal basso, per istinto alimentato da “mancanze”, iniziando dalla dignità alla qualità della vita, noi cittadini della Repubblica dello Stato di diritto (mancante).

A Trani era presente quella sensibilità in attesa, concentrata sulla speranza che nell’aula di un Tribunale della Magna Grecia, per mano di un concittadino nel ruolo di rappresentante della “Giustizia”, ma anche degli abitanti di tutti i “sud” del mondo, si avverasse non la giustizia, ma il desiderio di giustizia, con le armi del diritto e in nome del popolo italiano.

Solo che, a Trani, anche i diritti si sono infranti sul “soggettivismo” politico del “sistema artificiale” di potere auto referenziale di una classe sociale a se stante, unita e trasversale nel mondo globale, che nulla ha a che fare con i cittadini lì presenti in corpo e anima.

Così, se dovessimo ragionare in termini di “produttività” attesa, basata sull’”oggettivismo politico” che, postula tra l’altro, solo se realizzato, un ritorno al sistema artificiale soggettivo dei partiti politici, ma non delle nomine da loro adesso esercitate in ogni ambito in cui occorra obbedienza ai mandanti, dal parlamento, al governo, alle istituzioni pubbliche, a quelle private per funzioni pubbliche e alla burocrazia.

Si tratta d’intervenire, ma sul piano di un progetto tecnico scientifico, organizzativo e metodologico, per mettere mano al “sistema artificiale” attuale con l’obiettivo di ri-equilibrarlo e non come partito politico, ma come soggetto giuridico che rappresenti una casa comune dove condividere il compito per i suoi obiettivi strategici e operativi.

Un insieme che rappresenti, sia l’”oggetto”, che l’”obiettivo” del popolo italiano, come se fosse accomunato oltre che dalla speranza, dalla consapevolezza sostenuta da tutti i cittadini riconoscibili alla stregua di Michele Ruggiero.

Cittadini, che nella capacità di elaborazione sui molteplici ambiti cognitivi fuori equilibrio, ci permetterebbero di essere e sentirci una comunità coesa, fuori dalla portata della partitocrazia di qualsiasi specie e ideologia, sottoposta al diritto-potere esclusivo che appartiene al “popolo sovrano”, a noi tutti e ai nostri ideali di giustizia, di diritto alla dignità della vita e alla pace, per consegnare nelle mani degli eletti l’onore e l’onere di esercitare in Parlamento e al Governo, il potere legislativo ed esecutivo da esercitarsi su quegli oggetti e obiettivi, attuando tra l’altro, un contrappeso della democrazia partecipata rispetto all’attuale meccanismo sovra ordinato della democrazia rappresentativa e del suo potere di riforma.

Una prerogativa dell’oggettivismo politico per affermare il ritorno all’equilibrio del “sistema artificiale” riformato, e al ruolo delle ideologie e dei partiti politici, obbligati sugli oggetti, sui “Programmi Politici” da loro elaborati che, in un netto salto temporale, tra prima e dopo l’avvento del nuovo ruolo in democrazia dei cittadini consapevoli, li pone tutti al giudizio popolare attuando una concorrenza di “mercato” tra loro, su chi al meglio rappresenterà gli interessi del corpo sociale, in tutti gli ambiti della comunità nazionale.

Il tentativo è porre sul piano della collaborazione e del lavoro in comune, rivolto anche al magistrato Michele Ruggiero, in qualità di cittadino, il progetto per il ri-equilibrio di un sistema politico, sociale, economico-finanziario, ambientale, incentrato sulla sostenibilità e i diritti, nell’attualità, non democratico, illiberale e fuori equilibrio, alla portata del popolo italiano.

Il vero e insperato risultato positivo di consapevolezza accresciuta dell’esperienza di giustizia che ci ha consegnato la sentenza di Trani, nonostante il piano della giustizia civile resti ancora negli auspici di vederla in qualche modo compiersi.

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