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Che necessità c’è della Confederazione Sovranità Popolare?

L’esigenza di rispondere al quesito, nasce dalle domande che da più parti provengono, per la dimensione sull’interesse che ha assunto l’iniziativa e l’azione del Prof. Paolo Maddalena, sul tema dell’attuazione urgente della Costituzione, durante la conferenza di Napoli, alla presenza del Sindaco De Magistris e di molti illustri personaggi della vita culturale, economica e politica, locale e nazionale.

La dimensione, che potremmo definire, virale, sulla rete, di quanto è accaduto a Napoli, potete ascoltarla su Youtube all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=Y4HGQo-2f8I, oltre che seguirne i commenti sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/search/str/attuare+la+costituzione+a+napoli/keywords_top.

Se poi, leggete con attenzione il documento: “Uscire dalla crisi attuando la Costituzione”, che potete scaricare da Facebook, all’indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1042701395784415/1318184371569448/, sempre scritto da Paolo Maddalena per il convegno di Napoli, avrete netta la dimensione di due fenomeni culturali e di sensibilità personale che, dall’individuo, premono sui comportamenti e le responsabilità politiche dei movimenti e dei partiti politici, sull’unità d’intenti che si è costituita sulla difesa, oltre che sull’attuazione della Costituzione, come nel caso della Confederazione Sovranità Popolare, di cui Paolo Maddalena è presidente onorario.

Il primo dei due fenomeni richiamati è riferibile alla presa di coscienza, sulla acquisizione culturale della conoscenza storica sull’attualità del disagio, che incide sulla qualità della vita dei cittadini italiani, in ogni settore sociale ed economico, e che rende inderogabile l’urgenza dell’attuazione della Costituzione,in particolare, nella sua parte economica, e come sia un dovere dello Stato di diritto porvi rimedio.
Il prof. Maddalena ha richiamato, a tale proposito, il secondo comma dell’Art.3 della Costituzione, citandolo tra gli applausi convinti dei presenti.

Tra l’altro, numerosi sono stati gli apporti e le indicazioni, sullo scenario politico, sociale ed economico, con riguardo alla “Moneta” e al suo significato, al ruolo della finanza e dell’Euro, da controbilanciare con alcune proposte, in corso di studio e di valutazione, tra economia di scambio e moneta complementare, per limitare l’uso del’Euro, in special modo, come interesse pubblico delle amministrazioni locali in economia.

L’altro fenomeno, è rappresentato dalla domanda che sorge spontanea, sulla dimensione della conoscenza acquisita e della sensibilità raggiunta, che pone tutti sullo stesso piano, con un interrogativo che è conseguenza della mancanza di dubbi, sull’urgenza avvertita di una sorta di cambiamento di fase, che pone un quesito: tutto ciò acquisito, se questa è la realtà cui dobbiamo opporci e in cui siamo immersi, che fare? Come riuscire nell’obiettivo di dare attuazione alla Costituzione? Quali sono le ipotesi possibili che si profilano, con quali strumenti organizzativi, metodologici, tecnici, come cogliere l’obiettivo, urgente e inderogabile, da raggiungere?

Nel quesito, la risposta alla domanda iniziale: “a che cosa serve la Confederazione Sovranità Popolare?”.

Proviamo a rispondere, cominciando dalla prospettiva di una piattaforma programmatica originale, che la Confederazione ritiene utile da perseguire, come proposta di un soggetto tecnico che non è, e non lo diventerà, un “partito politico”.

Il ruolo tecnico, infatti, è esclusivamente funzionale a un obiettivo politico, che sconta l’urgenza di una situazione complessiva fuori equilibrio, insostenibile e pericolosa per la comunità nazionale, e non solo, ad opera di fattori legati tra loro da causa ed effetto, a cominciare dal ruolo della “Moneta”; degli Stati Uniti a protezione dell’area del Dollaro; dello sfruttamento ideologico di due religioni monoteiste, tra ebrei ashkenaziti e sefarditi, da un lato, e musulmani dall’altro, su cui l’opera incessante di Papa Francesco si fa sentire per scongiurare conflitti, tra contrapposizioni continentali e rischi di guerre possibili e definitive, per un sistema fuori controllo.
La dimensione globale, si traduce, a casa nostra, in governance pubblica, imposta e controllata dai partiti di maggioranza relativa e dal potere di riforma senza contrappesi della democrazia rappresentativa; dalla cessione di sovranità e di  subordinazione giuridica alla U.E e alla B.C.E, enti sovra ordinati e autonomi, rispetto agli Stati che ne fanno parte, attraverso i Trattati e la moneta unica; alla dimensione continentale e globale dell’economia, giocata sulla  finanza speculativa e sulla massimizzazione del profitto, attraverso l’eliminazione dei diritti dell’uomo e delle Costituzioni nazionali, sottraendo beni tangibili e ricchezza, democrazia e spazi di libertà, da sempre, tutelate dal diritto.

Un insieme di fattori concentrati nelle mani onnipotenti di una elite di oligarchi, tra politica, multinazionali, tecnocrazie, fondato sul potere, il consumo, l’esclusione.

Ben sapendo,  che il modello, sul dominio dei media, a stampa e digitali, delle reti di comunicazione e dell’intelligenza artificiale, applicata alle informazioni personali attinte da banche dati private, domina il controllo del medesimo modello da parte delle oligarchie locali, nella elargizione di regole produttive, del commercio, dell’impresa in generale, rispetto al consumo e all’esclusione dei poveri di “moneta” dell’economia di mercato. Una dimensione nota, alimentata dal debito, dalla sottrazione di beni tangibili, dalle diseguaglianze.

L’illusione di far parte di un gioco che, sulla dimensione della conoscenza e della elargizione di una democrazia limitata dal modello di sviluppo, incentrato sulla concorrenza e sulla crescita a tutti costi, nonostante l’Europa dichiari che debba essere inclusiva, permette a ciascuno cittadino di pensare al suo nord, tra potere, consumo, esclusione, indotto dall’abitudine e dall’assuefazione ad attenuare, e senza percepirlo, la capacità di riflessione, di linguaggio e di azione, fino a non comprendere e a sottovalutare il rischio della rottura della pace sociale.

Se si conviene, e si condivide quanto fin qui espresso, allora possiamo riflettere insieme, da cittadini italiani, sull’impulso avvertito di intervenire per riequilibrare il sistema sia sul piano nazionale, che europeo, tralasciando la dimensione emotiva personale sulle possibili ricette, per  concentrarci sull’opportunità di ricercare un’inizio comune da cui partire, alla ricerca di una capacità d’intervento in nostro “potere”, che non può, in nessun modo, essere sottratto sul piano giuridico, almeno per un tempo che possiamo ritenere congruo per intervenire.

Questa è la dimensione in cui opera la Confederazione, sul piano organizzativo e metodologico, proponendo come soggetto tecnico, un “terreno neutro”, una “casa comune” da abitare, per dare risposte operative, comprensibili e possibili, da parte di chi vi abita, su “come fare” per attuare la Costituzione.

Cominciamo a pensare che il viaggio comune possa iniziare, consideriamo come  siamo stati artefici incolpevoli, ma anche coscientemente colpevoli, della situazione storica che ha posto le condizioni attuali di vita della nostra comunità, in funzione della qualità con cui abbiamo permesso si amministrasse lo Stato di diritto a ordinamento costituzionale.

Si rifletta sulla dimensione e la profondità di essere detentori di un diritto-potere costituzionale ancora disponibile, che ci qualifica come “popolo sovrano”.
L’esercizio di questo potere essenziale, consiste nel diritto di scegliere i concittadini da eleggere, fornendoli di un mandato a termine, per rappresentare il popolo italiano in Parlamento.

Un nostro potere, unico, esclusivo, senza alternative, insopprimibile, che permette di cogliere l’autentico e unico obiettivo che conti, quando la dimensione degli interventi utili a modificare il quadro di riferimento è di natura legislativa, ricordando come sia sempre il Parlamento a Camere riunite, a porre la fiducia al Governo e al suo potere esecutivo.

Con questo, sull’oggetto, abbiamo definito l’obiettivo: attuare la Costituzione in Parlamento, mediante azioni programmatiche dei deputati e senatori eletti da noi, popolo sovrano, e vincolati a darvi esecuzione per obbligo di mandato e non per libertà morale di sentirsi obbligati.

Come raggiungere l’obiettivo, è il tema sviluppato e rappresentato da parte di cittadini, movimenti, partiti politici, che scelgono di abitare il terreno neutro della Casa comune, per la costruzione di una ipotesi programmatica condivisa, per convenire sull’urgenza di cogliere l’obiettivo dell’attuazione della Costituzione in Parlamento.

Un modello da sviluppare insieme, sulla proposta organizzativa e metodologica della Confederazione, che ha assunto il nome di:

OGGETTIVISMO POLITICO E MERPS

MODELLO ELETTORALE DI RIEQUILIBRIO POLITICO SOCIALE

Il Modello è disponibile sul “Forum” privato della Confederazione, accessibile agli iscritti, ed è disponibile su richiesta, da inviare al segretario generale della Confederazione, Leonardo Triulzi: ltriulzi@gmail.com

SOSTENIAMO MICHELE RUGGIERO E CHE MICHELE RUGGIERO SOSTENGA NOI

Quando la giustizia, a Trani, appare come un’antinomia e anche un paradosso, per dire che contiene la verità e il contrario di essa, come nel paradosso del mentitore.

I simboli che se ne ricavano, anche dal modo con cui si esprime la sensibilità popolare nei confronti del disagio, delle deprivazioni indotte da concause cui non sfugge il tentativo di giustizia infranta contro il potere che ha privilegi superiori al diritto, a Trani (quanti esempi a dimostrazione dell’assunto? Un’infinità!), porta a riflettere con lo sguardo orientato nella direzione di una prospettiva politica, alla portata del diritto-potere, questa, volta del “popolo sovrano” su mandato “costituzionale”.

A cominciare dal diritto ai diritti portati in Tribunale, per mostrare un elemento comune a tutti sulla dimensione, non intellettuale, ma del tutto emotiva, che unisce dal basso, per istinto alimentato da “mancanze”, iniziando dalla dignità alla qualità della vita, noi cittadini della Repubblica dello Stato di diritto (mancante).

A Trani era presente quella sensibilità in attesa, concentrata sulla speranza che nell’aula di un Tribunale della Magna Grecia, per mano di un concittadino nel ruolo di rappresentante della “Giustizia”, ma anche degli abitanti di tutti i “sud” del mondo, si avverasse non la giustizia, ma il desiderio di giustizia, con le armi del diritto e in nome del popolo italiano.

Solo che, a Trani, anche i diritti si sono infranti sul “soggettivismo” politico del “sistema artificiale” di potere auto referenziale di una classe sociale a se stante, unita e trasversale nel mondo globale, che nulla ha a che fare con i cittadini lì presenti in corpo e anima.

Così, se dovessimo ragionare in termini di “produttività” attesa, basata sull’”oggettivismo politico” che, postula tra l’altro, solo se realizzato, un ritorno al sistema artificiale soggettivo dei partiti politici, ma non delle nomine da loro adesso esercitate in ogni ambito in cui occorra obbedienza ai mandanti, dal parlamento, al governo, alle istituzioni pubbliche, a quelle private per funzioni pubbliche e alla burocrazia.

Si tratta d’intervenire, ma sul piano di un progetto tecnico scientifico, organizzativo e metodologico, per mettere mano al “sistema artificiale” attuale con l’obiettivo di ri-equilibrarlo e non come partito politico, ma come soggetto giuridico che rappresenti una casa comune dove condividere il compito per i suoi obiettivi strategici e operativi.

Un insieme che rappresenti, sia l’”oggetto”, che l’”obiettivo” del popolo italiano, come se fosse accomunato oltre che dalla speranza, dalla consapevolezza sostenuta da tutti i cittadini riconoscibili alla stregua di Michele Ruggiero.

Cittadini, che nella capacità di elaborazione sui molteplici ambiti cognitivi fuori equilibrio, ci permetterebbero di essere e sentirci una comunità coesa, fuori dalla portata della partitocrazia di qualsiasi specie e ideologia, sottoposta al diritto-potere esclusivo che appartiene al “popolo sovrano”, a noi tutti e ai nostri ideali di giustizia, di diritto alla dignità della vita e alla pace, per consegnare nelle mani degli eletti l’onore e l’onere di esercitare in Parlamento e al Governo, il potere legislativo ed esecutivo da esercitarsi su quegli oggetti e obiettivi, attuando tra l’altro, un contrappeso della democrazia partecipata rispetto all’attuale meccanismo sovra ordinato della democrazia rappresentativa e del suo potere di riforma.

Una prerogativa dell’oggettivismo politico per affermare il ritorno all’equilibrio del “sistema artificiale” riformato, e al ruolo delle ideologie e dei partiti politici, obbligati sugli oggetti, sui “Programmi Politici” da loro elaborati che, in un netto salto temporale, tra prima e dopo l’avvento del nuovo ruolo in democrazia dei cittadini consapevoli, li pone tutti al giudizio popolare attuando una concorrenza di “mercato” tra loro, su chi al meglio rappresenterà gli interessi del corpo sociale, in tutti gli ambiti della comunità nazionale.

Il tentativo è porre sul piano della collaborazione e del lavoro in comune, rivolto anche al magistrato Michele Ruggiero, in qualità di cittadino, il progetto per il ri-equilibrio di un sistema politico, sociale, economico-finanziario, ambientale, incentrato sulla sostenibilità e i diritti, nell’attualità, non democratico, illiberale e fuori equilibrio, alla portata del popolo italiano.

Il vero e insperato risultato positivo di consapevolezza accresciuta dell’esperienza di giustizia che ci ha consegnato la sentenza di Trani, nonostante il piano della giustizia civile resti ancora negli auspici di vederla in qualche modo compiersi.