Forum di Sovranità Popolare

Cestino => Diario => Topic aperto da: Ettore Bonalberti - Luglio 04, 2017, 11:26:38 pm

Titolo: apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Ettore Bonalberti - Luglio 04, 2017, 11:26:38 pm
E’ tempo di aprire un dibattito pubblico sulla situazione bancaria italiana e internazionale.
Avuta conferma che le più importanti banche private italiane sono controllate direttamente dagli edge fund anglo-caucasici (sede legale nella city of London e fiscale nel Deleware, origine cazara del Caucaso ) e nordamericani( Vanguard, State Street Fidelity, Black Rock, Blackstone, Northern Trust, T-Rowe price, JP Morgan Trust, Franklyn Templeton) Bnp Paribas Trust, ecc) i quali controllano così la quota di maggioranza della stessa Banca d’Italia, le scelte sin qui effettuate sul MPS (Monte dei Paschi di Siena) prima e quelle proposte per le due banche venete, non possono più essere fatte passare in cavalleria.

Non possono più essere taciute le sistematica truffe perpetrate dagli edge funds, che sono la vera guida della cabina di regia bancaria, a danno dei risparmiatori, del fisco italiano e delle stesse banche, dopo la decisione assunta   con il d.legislativo n.481 del 14 dicembre 1992, che ha abolito la separazione tra banche di prestito e banche speculative tassativamente prevista dalla vecchia legge bancaria del 1936.

Più volte abbiamo tentato di sollecitare iniziative parlamentari su tali temi, ma anche autorevoli amici hanno fatto come le tre scimmiette: non hanno visto, non hanno udito, non hanno parlato. Che ciò sia dovuto ad ignoranza, ignavia , sudditanza o, peggio a interessi malcelati, non saprei dire. Certo è che molti degli ex dirigenti politici europei e alcuni dei nostrani, alla fine si ritrovano spesso, direttamente o indirettamente, nei libri paga delle solite multinazionali del finanz capitalismo.

Sin qui solo il M5S ha sollevato questi temi con interrogazioni parlamentari che hanno dato conferma di quanto su esposto.

Anche noi “ DC non pentiti” ci uniamo a sostegno di queste battaglie, considerando che la DC ebbe sempre a cuore la difesa della separazione delle attività bancarie e con la sua politica economica e finanziaria l’Italia poté  raggiungere la quinta posizione tra le potenze industriali del pianeta. Ora, invece, il nostro Paese, sottoposto al giogo del finanz-capitalismo, viene spinto sempre più in basso, le nostre vecchie aziende di valore mondiale sono acquisite a prezzi di svendita e le classi popolari e i ceti medi produttivi vengono  ridotti al progressivo impoverimento.

Una class action contro i responsabili di tale sciagurata realtà andrà organizzata con il massimo di partecipazione popolare
Due obiettivi politici li condividiamo con il M5S: nazionalizzazione della Banca d’Italia, prerequisito essenziale della nostra sovranità nazionale e separazione delle attività delle banche di prestito/commerciali da quelle speculative.
Bisogna partire da qui per qualsivoglia politica autenticamente riformatrice nel nostro amato  Paese. Basta con i provvedimenti iniqui come quelli decisi su MPS e che si intendono adottare su Banca Popolare del Veneto e Banca Popolare di Vicenza, con i quali, mentre si riducono alla miseria e alla fame onesti cittadini e risparmiatori, si lasciano in incomprensibile  libertà gli inetti  responsabili di quelle fallimentari gestioni bancarie.

Ettore Bonalberti
Venezia, 4 Luglio 2017
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Luigi Cirillo - Luglio 05, 2017, 12:05:53 am
Sono d'accordo con Ettore. Serve partite dal controllo pubblico sulla BDI e separazione delle banche tra quelle di credito e speculative. Questi sono solo i primi passi. Di dovrà arrivare a proibire la speculazione finanziaria perché non è solo un gioco tra privati e anche lo fosse sarebbe meglio tassare quelle rendite eccessive anziché lasciare disperdere in scommesse pericolose. Il peggio però è che alla.fine queste si basano su valori reali e scaricano quindi il loro devastante potere distruttivo sull'economia reale e sulle persone comuni. L'obbiettivo è l'emissione di una moneta a credito senza basarsi sui titoli di debito pubblico e interesse, fuoriuscendo dall'euro e dai trattati europei che vincolano il paese alla finanza apolide.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Luglio 05, 2017, 04:27:00 pm
Concordo.
Ancora più a monte, va rivisto il concetto di denaro.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Alessandro Coluzzi - Luglio 06, 2017, 03:45:25 pm
il problema è l'egoismo (bene?) del singolo in conflitto col bene comune (collettivo).

Il metodo egoistico  è l'accumulo di DENARO (condivido osservazione di Massimo Franceschini) che non è più un mezzo di scambio ma un fine di accumulo.

Per risolvere il problema è sufficiente unire i catasti immobiliari e finanziari dei vari stati in uno UNICO mondiale, con indicazione della ricchezza di ogni singolo essere umano e LIMITARE la quantità di ricchezza (immobiliare-finanziaria) di ciascuno, sulla base di quella che ciascun essere umano può prevedibilmente (con parametro alto) consumare in 120 anni di vita (età massima sino ad ora riscontrata sul pianeta Terra).
Raggiunto il limite ci sarebbe prelievo fiscale al 100% e tutti i problemi finanziari mondiali sarebbero risolti. Compresi quelli etici.
Sino al limite imposte 0% per tutti. Il lavoro utile "volerebbe" e non ci sarebbe più evasione o elusione fiscale

Il ciclo del denaro sarebbe come quello dell'acqua sul pianeta Terra.... raggiunto un certo limite evaporerebbe dal singolo e, sotto forma di redistribuzione, tornerebbe a tutti.
Dagli attuali errati cicli economici si passerebbe alla giusta circolazione dell'economia.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Luglio 08, 2017, 03:21:58 pm
Proposta irrealizzabile nel medio lungo periodo, figuriamoci ora...
Inoltre proposta che non credo giusta nel metodo, meglio modificare le leggi, le regole economiche e ripristinare le sovranità della politica, i parametri si aggiusteranno senza dover attuare provvedimenti che potrebbero essere tacciati di illiberalismo.
Oltre a ciò una misura del genere la potrebbe fare solo un governo mondiale, entità che ora come ora credo sia da osteggiare in tutti i modi.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Alessandro Coluzzi - Luglio 14, 2017, 07:36:15 am
la proposta è realizzabilissima anche a livello nazionale, apponendo alcuni limiti ai flussi di capitali.... che verrebbero via via eliminati tra i paesi che adottassero lo stesso provvedimento.

L'apposizione del limite MASSIMO sarebbe introdotto, chiaramente, con una Legge.
Esso consisterebbe in una regola economica (ritengo l'unica possibile) che mira a ridurre le disuguaglianze. Nel mondo tutti parlano delle disuguaglianze (1% di ricchi e 99% dei poveri) ma pochi si pongono il problema di come intervenire "in concreto" per ridurle.

Non è un provvedimento "illiberale", anzi è proprio il contrario.
La libertà di ogni essere umano è chiaramente in relazione all'altrui. Essa presuppone la reciproca limitazione della libertà altrui nell'ipotesi in cui il suo "eccesso" limiti la mia.
L'eccesso di denaro di alcuni comporta eccesso di loro potere (lobby ecc) che, chiaramente, incide sulla libertà altrui.
Per tutelare la libertà dei secondi, va limitato il potere (e, dunque, il denaro da cui si origina) dei primi.
 
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Luglio 15, 2017, 10:08:09 am
Ok ma tu non parli solo di limitare il flusso di capitali, che rientrerebbe nelle accettabili politiche che uno stato sovrano potrebbe porre in atto, insieme ad altre, per evitare che si formino enti commerciali troppo grandi ed influenti da creare un monopolio.
Se non ho capito male tu parli di porre un tetto per limitare la quantità di ricchezza, quindi di guadagno, con, immagino, diritto di esproprio per chi eccederà o che già eccede.
Occorre invece, secondo me, agire preventivamente sulle regole antitrust, sul definire stipendi e pensioni minime garantite, insomma tutti i diritti del lavoro previsti dai Diritti Umani, sulla lotta feroce alla finanza, un ritorno indietro sugli asset strategici privatizzati, ecc.
Sistemati questi parametri se uno si inventa un prodotto che non fa male a nessuno e guadagna tanto senza sfruttare il lavoro e i diritti altrui e senza acquisire soggetti concorrenti in modo da creare un gruppo troppo grande non vedo perchè non possa guadagnare sin dove riesce, se vuole.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Guido Grossi - Luglio 17, 2017, 04:49:12 pm
ci lamentiamo tutti : la società contemporanea è caratterizzata da una eccessiva concentrazione di ricchezza

o no ?

allora, è naturale e scontato che per adottare una necessaria redistribuzione a qualcuno bisognerà togliere qualcosa

oppure vogliamo cambiare il mondo tenendoci ben stretti ognuno i propri privilegi?

forse sarà sufficiente togliere gli eccessi ai signori della finanza sopra nazionale

forse no

dipende da due valutazioni :

1) cosa intendiamo per un minimo dignitoso da riconoscere a chiunque

2) le risorse della terra sono sufficienti a garantire qual minimo a tutti noi?
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Luglio 18, 2017, 11:53:29 pm
Allora, andiamo con ordine, distinguiamo i privilegi dalla ricchezza.
La ricchezza è inesauribile, soprattutto oggi che il denaro si crea dal nulla.
Non stiamo parlando di una riserva naturale come il petrolio o l'acqua.
Quindi dire togliere a chi ha tanto per dare a chi non ha suona ed è illiberale, fatto salvo certamente il concetto che chi si è approfittato di meccanismi o di leggi o chi abbia violato leggi per arricchirsi illecitamente andrebbe indagato e nel caso processato, come del resto chi ha contribuito alla diminuzione della sovranità nazionale e monetaria del nostro Paese.
Perchè concentrarci su meccanismi potenzialmente illiberali e solleticanti ancora gli ideologizzati e non sul definire leggi e meccanismi socio-economici che impediscano non tanto l'arricchimento quanto il fatto che l'arricchimento possa influire sulle leggi, sugli uomini e la giustizia sociale?
Perchè non impedire alla ricchezza di creare grandi trust che uccidono la concorrenza ed il mercato?
Perchè non definire servizi gratuiti e definito stipendio minimo e pensione garantiti e indicizzati, dopo aver ripristinato la sovranità monetaria e aver ripreso in mano gli asset strategici oggi privatizzati?
Perchè non diminuire drasticamente le tasse e tassare invece fortemente la finanza?
Ecco che non avremo bisogno di togliere al ricco, perchè il ricco non potrà essere influente come prima e la sua ricchezza sarà dovuta all'ingegno imprenditoriale che non tradisce però le leggi e i diritti del lavoro ma che anzi ne crea.
Mi piacerebbe ribaltassimo paradigmi e punti di vista.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Luigi Cirillo - Luglio 27, 2017, 01:15:29 pm
Concordo con quanto dice Massimo Franceschini, nel senso che io porrei un limite alla ricchezza massima, così come garanzie per quella minima, leggi e altre manovre per impedire concorrenza sleale, formazione di grandi gruppi che da potere economico avranno influenza su quello politico e determinano con la loro grande ricchezza e patrimonio una scorretta concorrenza e riducono molto la possibilità per i piccoli che intraprendono la loro stessa attività, MA APPUNTO, non si può prendere una cifra media di reddito e imporla a tutti. E' giusto differenziare, e avere la libertà di godere del proprio ingegno, senza però che sia onestamente che non questo provochi danni agli altri.

E' normale che se io sono bravo a produrre scarpe e tutti vogliono le mie scarpe, bisogna comunque che mi venga imposto un limite perchè altrimenti resterei solo io a produrre e inevitabilmente avrei molta influenza politica e sociale, non solo economica.

Tuttavia deve esserci ampio spazio di possibilità ed elasticità, sennò si verrebbe tacciati di comunismo in cui tutto è gestito centralmente.

Meno che mai appoggio la visione di una gestione a livello mondiale. Più che mai serve identità e diversità nel mondo e nell'universo.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Luglio 29, 2017, 04:23:46 pm
Concordo, anche se il "limite alla ricchezza massima" risulta inutile e contraddittorio a questa linea di ragionamento.
Più che sulla ricchezza occorre secondo me concentrarci sulle regole.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Luigi Cirillo - Luglio 30, 2017, 01:01:28 pm
Una ricchezza eccessiva, che si accumula in patrimoni, prova per forza di cose squilibri per chi non la detiene, e matematicamente influenza politica forte con le conseguenze che tutti conosciamo. Un limite va posto, è come rendere più progressiva e contributiva la tassazione già in vigore.
Quando una grande azienda si insedia in un territorio in cui 5.000 persone su 50.000 abitanti vi sono impiegati, questa avrà per forza potere contrattuale nei confronti dell'amministrazione pubblica - che facesse i veri interessi dei cittadini - enorme. Potrebbe minacciare di trasferirsi se non viene accontentata su certi aspetti (es. normativa sull'inquinamento)
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Agosto 01, 2017, 09:48:00 pm
Certo, ma occorrono leggi che vincolino l'impresa privata a non andare sotto allo stipendio minimo garantito e indicizzato, che impediscano delocalizzare, che al contempo abbassino drasticamente le tasse e che, all'inizio di tutto ridiano sovranità monetaria allo stato, altrimenti tutto il quadro non regge.
Insomma, ripeto, in uno stato ideale in cui i meccanismi e le leggi rispettino i diritti umani, i diritti del lavoro, la libertà di impresa a patto che non determini ingiustizie, in cui sia impossibile per legge creare trust o accorpare aziende e gruppi oltre un certo limite ed in cui gli asset strategici ed i servizi tornino in mano allo stato, non ci sarebbe bisogno di mettere alcun tetto.
Se lo stato decide di mentenere la fiscalità soltanto come regolatrice di inflazione e di altri parametri può decidere di volta in volta a chi e quanto togliere, ovviamente rispettando la capacità contributiva, che vorrebbe dire: ad ogni cittadino, famiglia, azienda non si può tassare prima della soglia necessaria al vivere, al migliorarsi ed al necessario risparmio per il futuro. Vedremo allora che i soggetti tassati saranno automaticamente quelli che avranno tali eccedenze. Il resto che serve allo stato se lo dovrebbe emettere. 
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Guido Grossi - Agosto 02, 2017, 10:09:18 am
chissà perché quando parliamo di economia e di politica ci riserviamo il diritto di ipotizzare soluzioni che, se applicate a casa nostra, ci farebbero inorridire

siamo dentro una famiglia : madre, padre e tre figli. Vi sembrerebbe giusto che ad uno dei figli sia consentito un trattamento speciale e privilegiato (più cibo, più viaggi, la moto eccetera) mentre agli altri figli no?

a me sembra troppo facile liquidare certe posizioni con lo spettro del comunismo, che qui nessuno auspica.

A scanso di equivoci, quando parliamo di ricchezza, togliamo di mezzo l'idea del denaro che ci confonde. Lo abbiamo capito che si può creare all'infinito. Le cose che possiamo comprare, invece, sono assolutamente limitate
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Agosto 06, 2017, 09:45:45 am
Credo che in una famiglia tutti i figli debbano avere gli stessi diritti e lo stesso trattamento. Sarà poi solo un fatto che riguarda la loro inclinazione ed abilità, che certo non dovrebbe ledere quella degli altri.
Se la cultura riuscisse appunto a smitizzare il denaro e la ricchezza vivremmo certo tutti una vita più felice e meno deleteria per il nostro "essere" e per l'ambiente.
Le limitazioni dovrebbero quindi riguardare il fatto di non ledere o di impedire agli altri di "fare" ed "avere", non di "essere" e di coltivare inclinazioni ed abilità, finché non ledano gli altri.
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Alessandro Coluzzi - Agosto 21, 2017, 07:51:56 pm
Si è sviluppato un bel "dia-logos" e le idee stanno emergendo. Mi permetto di riassumerle, almeno per come le vedo io.

1) Va creata una MONETA (ossia una "unità di misura del valore") libera dal debito e sovrana del popolo; ossia, non creata dal sistema bancario privato, ma dallo Stato o da una Banca Centrale veramente PUBBLICA.

2) La società umana si deve fondare sul LAVORO (quel che dice l'art.1 della nostra Costituzione), che significa anche riconoscimento del MERITO, quale differenza nei risultati lavorativi tra i vari esseri umani: è la seconda faccia della medaglia della LIBERTA' (che vuol dire anche impegnarsi liberamente di più o di meno nel lavoro a seconda dei propri obiettivi di vita).
Tuttavia se, pur attuato il punto 1 e tutte le migliori norme antitrust ed altro, ad un certo punto non esistesse possibilità di svolgere attività utile (ossia, lavoro), nè nel settore privato e nè in quello pubblico (dando per scontato che, prima o poi con una popolazione tendente ad una quantità stabile e non più in crescita, finirà le necessità di costruire strade, aereoporti e cementificazioni varie e la robotica sostituirà molti lavoratori), o comunque il lavoro esistente non fosse sufficiente per dare un retribuzione lavorativa a TUTTI, allora andrà ampliato un reddito-pensione sociale LIMITE MINIMO (ripeto, condizionato alla scarsità al momento del lavoro), come attuazione del principio di SOLIDARIETA' (di pari importanza di quello del MERITO).

3) Un equo sistema fiscale è l'UNICO modo non violento di ripristinare le disuguaglianze sociali tra le persone (il famoso 0,1% dei ricchi e 99,9% dei medio-poveri), senza cadere in visioni di esproprio o illiberali.
L'economista Kuznets aveva ideato una curva con riduzione delle disuguaglianze, che può funzionare SOLO SE funziona la progressività VERA sulle imposte  https://it.wikipedia.org/wiki/Curva_di_Kuznets (si legga bene ultima riga: solo la tassazione porta redistribuzione)
In sostanza vanno esentate le imposte per i redditi bassi e medi (ossia aliquota 0%, visto che dobbiamo redistribuire) sino ad un livello abbastanza alto in cui scatti aliquota 100% (ossia un LIMITE MASSIMO).
Tale limite massimo serve sia sotto il profilo economico (perchè l'eccesso di ricchezza non utilizzata per vivere, viene inevitabilmente utilizzata per influenzare gli altri: lobby, potere ecc) sia per motivi ambientali.

E' uscito un recente libro che ripensa l'economia "buona" come una CIAMBELLA, con un limite minimo ed uno massimo (come detto sopra):
http://www.repubblica.it/economia/2017/08/16/news/ripensare_l_economia_stop_al_mantra_della_crescita_ecco_perche_una_ciambella_ci_salvera_-173018814/     
E' interessante vedere la figura riportata nell'articolo, in cui sono evidenti i DUE LIMITI indicati come "base sociale" sotto il quale vi è "carenza" ed un limite massimo come "tetto ambientale" (ma lo stesso vale come "tetto di ricchezza") sopra il quale vi è "eccesso".
Vanno ideate e scritte delle leggi per raggiungere questo obiettivo finale.

L'economia al momento è l'unica "scienza" che ha DUE leggi base invece di UNA.... e ciò è chiaramente un errore:
nella microeconomia è applicata la legge dell'egoismo (per migliorare i risultati del lavoratore o dell'azienda) ossia il BENE SINGOLO, mentre a livello macroeconomico generale va applicato l'equilibrio tra le varie parti, ossia il BENE COMUNE.
L'unico modo per rendere compatibili i due principi è porre un limite MASSIMO al "bene del singolo" (microeconomia) che lo renda compatibile col bene comune (macroeconomia).
Per curiosità l'elettromagnetismo vale sia a livello di atomi che di galassie. Idem la gravità ed ogni altra legge naturale "generale".
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Agosto 22, 2017, 01:06:38 pm
OK fino al punto due, che però rende, secondo me, contraddittorio il punto tre.
Se attuati i primi due punti le "disuguaglianze sociali" non esisterebbero, rimarrebbero solo "disuguaglianze" determinate dalle naturali diversità fra esseri umani dovute a personalità, attitudini, abilità, punti di vista, ecc.
E' ovvio che una società basata sui Diritti Umani debba necessariamente sostenere in modo degno chi per qualsiasi ragione non possa lavorare, cioè avere un'attività che gli permetta di esprimere il suo talento ed allo stesso tempo contribuire alla collettività.
Ciò può essere fatto con una moneta pubblica, come da punto 1.
La tassazione dovrebbe essere un sistema, leva fiscale, con cui la comunità (stato) tiene sotto controllo certi parametri tipo l'inflazione, e con cui favorisce/penalizza comportamenti positivi-creativi/negativi-distruttivi verso il bene e la salute comuni.
Se chiediamo al sistema fiscale di "ripristinare le disuguaglianze sociali tra le persone" che date le premesse e l'attuazione degli altri punti non dovrebbero più esistere, facciamo rientrare, secondo me, una concezione ideologica ed una prassi penalizzante per chi produce e lavora.
Ecco perché vedo con favore una "leva fiscale" come prima descritta, quindi variabile a seconda delle congiunture e delle necessità sociali, non monetarie, ma non variabile nell'aliquota che, secondo me dovrebbe essere unica per tutti.
Il criterio di proporzionalità non implica necessariamente un fisco com'è oggi: se si tassano solo i redditi che eccedano una quota da stabilire che permetta ad un individuo, ad una famiglia e ad un'impresa di vivere e produrre degnamente, ecco che abbiamo già un criterio proporzionale ma non troppo penalizzante per chi più produce onestamente.
Riguardo le ultime considerazioni non mi appartiene l'applicare all'uomo le stesse leggi della materia, se non per la sua parte biologica.
Penso comunque che una filosofia socio-politica positiva e creativa debba necessariamente sottolineare che le necessità e i diritti dell'individuo non sono in contrasto con quelli della comunità cui appartiene, ma che anzi si integrano e potenziano vicendevolmente.
Qualsiasi concezione che propagandi idee contrarie, che si limiti a sottolineare le ingiustizie e proponga di risolverle dall'alto con la forza, la legge o la lotta "di classe" o con concezioni che prevedano una fondamentale contrapposizione fra esseri umani è pericolosa.
Gli esiti delle ideologie del 900 stanno lì a dimostrarlo.       
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Alessandro Coluzzi - Agosto 27, 2017, 01:43:02 pm
Vorrei fare alcune precisazioni per spiegare perchè non vedo contraddizioni tra il punto 1 e 2 (su cui c'è OK) ed il punto 3.


Parto con qualche esempio sull'esistenza in natura di DUE limiti (minimo, ma ANCHE MASSIMO).

Quando vengono eseguite analisi del sangue, alla fine ci viene consegnato un risultato con i valori numerici PROPRI dei vari fenomeni analizzati e con a fianco i parametri BASE CORRETTI che sono indicati con due numeri, un minimo ed un massimo. Generalmente, se il valore PROPRIO è all'interno della fascia tra minimo e massimo del parametro BASE tutto è Ok, se fosse sotto il minimo, ma anche SOPRA IL MASSIMO, c'è qualche problema.
Similmente mangiare è una cosa buona. Infatti, se non si mangia (quindi sotto il limite minimo) si muore di fame ma, parimenti, si muore anche di indigestione o di estrema obesità se si mangia troppo (quindi, sopra il limite massimo).
Idem per le cellule che diventano tumorali quando continuano ad ingrossarsi a spese delle cellule vicine.
Anche l'acqua è generalmente utile alla vita nella fascia intermedia di temperatura tra 1 e 99 gradi in cui è liquida.
Sotto tale livello, alla stato solido porta alla morte del corpo umano (assideramento, con cristallizzazione delle molecole di acqua), ma anche sopra i 100 evapora e non l'abbiamo più a disposizione (disidratazione).
Il problema dei DUE LIMITI merita, dunque, almeno attenzione e riflessione considerati i tanti casi in cui sono applicati.


Ora una riflessione su LAVORO e MONETA e poi arrivo alla conclusione.

Ciò che è veramente necessario per vivere è il LAVORO e non la MONETA.
Basti pensare che se si sbarca da solo su un'isola deserta, pur avendo carta di credito con c/c positivo o banconote in abbondanza si muore di fame se non si decide di lavorare da solo per procurarsi il cibo. Dunque, la MONETA serve solo in una società umana dove ci sia ALMENO un'altra persona disponibile a svolgere un lavoro in nostro favore in cambio di tale unità di misura del valore del LAVORO.

Il problema di base da risolvere nella società umana è che chi svolge LAVORO OGGI in favore altrui (producendo o scambiando beni e servizi) potrebbe volere in cambio da altre persone beni o servizi (ossia utilizzare il LAVORO altrui) non oggi, ma in un TEMPO FUTURO.

Dunque, la MONETA è soltanto l'unità di misura del valore del LAVORO di OGGI, affinché chi lo svolge possa ricevere in cambio frutti (beni o servizi) del lavoro altrui in FUTURO.
In altre parole, la moneta serve soltanto a SPOSTARE NEL TEMPO IL VALORE del proprio LAVORO rispetto all'utilizzo di lavoro altrui.
In particolare, Il RISPARMIO di una certa persona corrisponde al valore del proprio lavoro IN PIU'  svolto (redditi) rispetto a quello altrui già utilizzato (consumi). Viceversa, il DEBITO corrisponde al valore IN MENO tra quello svolto e quello altrui già utilizzato.
La soluzione ideale dovrebbe essere quella dell'equilibrio, l'unica simmetrica tra Tutti gli esseri umani.

A questo punto la domanda è: ESISTE (si o no?) un limite minimo ed un limite massimo dei beni e servizi che ciascun essere umano ha diritto di avere a propria disposizione (anche in relazione ai pari diritti-doveri altrui ed a limiti di spazio ed ambientali del pianeta Terra), facendo lavorare gli altri esseri umani in proprio favore?
Generalmente si ritiene che esista un limite etico MINIMO di dignità (o di bisogno di vita). Da qui pensioni sociali, reddito base ecc.

Ritengo debba esistere, allo stesso modo, anche un limite MASSIMO corrispondente al valore di tutti beni e servizi che quella certa persona possa consumare al massimo in futuro (ossia possa utilizzare LAVORO altrui).
Ad esempio, ipotizzando un consumo minimo mensile di euro 1000,00 netti a persona, si potrebbe ipotizzare un consumo massimo di euro 100.000,00  netti al mese A PERSONA. Essi corrispondono a euro 1,2 milioni a persona annui e in 120 anni (età massima di esseri umani rilevata sul pianeta Terra) corrispondono al massimo di euro 144 milioni di euro nell'arco della intera vita.
Oltre sarebbero certamente IN ECCESSO e potrebbero essere utilizzati per fini negativi per gli altri esseri umani.
Se così non fosse, vuol dire che ammettiamo come possibile che, per ipotesi, una sola persona (o un piccolo gruppo) acquisti legittimamente con i propri risparmi (chiaramente IN ECCESSO rispetto a quelli che gli servirebbero per vivere, anche molto bene e differenziandosi notevolmente dagli altri) TUTTE le terre agricole del pianeta Terra e poi decida liberamente e lecitamente (dal suo punto di vista) di coltivare solo il cibo necessario al piccolo gruppo proprietario (e magari ai pochi operai poveri che gli servirebbero per tale lavoro), facendo morire di fame tutti gli altri, impedendo loro la coltivazione sui terreni.

Porre un limite personale a 144 milioni non crea nessun limite alla voglia di lavorare di utilizzare al meglio il proprio talento.
Semplicemente, raggiunto il limite si continuerà tranquillamente a poter lavorare, donando agli altri il valore del proprio lavoro.
Il limite massimo è, dunque (secondo me, almeno), una esigenza etica e non un atto di forza o di "lotta di classe".
 
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Agosto 28, 2017, 04:16:25 pm
Capisco il ragionamento ma mi sembra un'"esigenza etica" inutile, se riusciamo a far sì che esistano regole che impediscano sfruttamento, lavoro sottopagato, trust, monopoli, ecc. ecc. ecc.
Nell'esempio che fai sembra proprio che non esistano regole e che un individuo, o corporation, possano fare ciò che vogliono economicamente e socialmente, ma il nostro discorso si basa sull'assunto che tali regole esistano e siano auspicabili.
Quindi non vedo la necessità del limite massimo, misura che inoltre corre il pericolo ideologico, si presta cioè ad "acchiappare" consensi da un'area ben precisa, la stessa area che demonizza il lavoro e chi lo crea. 
Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Alessandro Coluzzi - Agosto 29, 2017, 10:03:52 am
Oggi sulla carta esistono regole antitrust, a favore della concorrenza ecc. Ti sembrano che vengano veramente rispettate?

Il 90% degli esseri umani che ha un computer utilizza software Microsoft il residuo 10% Apple.
Il 90% degli esseri umani usa come motore di ricerca Google il residuo forse Yahoo.
Solo in Cina c'è un limite (ma per motivi politici) a questi due sostanziali monopolisti mondiali.
Idem per trasmissioni di comunicazioni per gruppo Facebook-whattapp.
Nella produzione di aerei a medio-lungo raggio esistono nel mondo solo due produttori: Boeing ed Airbus.
Qualunque settore industriale sta andando INEVITABILMENTE verso l'accentramento (per ottimizzare costi e poter, alla lunga dopo il raggiungimento dell'oligopolio, se non del monopolio, aumentare i prezzi-ricavi e stabilizzare-aumentare così gli utili).
E' l'economia e la legge del "profitto del singolo" che porta a ciò, INEVITABILMENTE (chi non lo fa viene comprato o escluso dal mercato)

Il limite massimo non aiuta le classi estremamente povere o chi "demonizza il lavoro e chi lo crea", ma anzi aiuta chi lavora ed in genere la classe media (sia medio-bassa che medio-ALTA), che non pagherebbe imposte e potrebbe così (lavorando ma pagando meno tasse) elevarsi più velocemente, diminunendo così le disuguaglianze. Chi non lavora non ha mai ricevuto nessun vantaggio dagli sconti fiscali.
Il problema è incentivare il LAVORO ed i lavoratori, ma anche disincentivare i parassiti che sono sia in basso, ma anche nella fascia ESTREMAMENTE alta (di chi vive, di fatto, esclusivamente di rendita).

Per farla breve.
Se il problema italiano ed in parte mondiale è che "manca la domanda" (ossia scarseggia la moneta nelle classi basse e medie e chi la ha comunque non la spende avendo paura di un domani ancora peggiore) ci sono due soluzioni:
1) stampi moneta gratuita e la dai a chi non la ha per spenderla (ma sul lungo tempo disincentiva il lavoro) o
2) la togli solo da chi ne ha troppa, ossia la classe altissima, con risparmi personali oltre 144milioni nell'esempio fatto, e la ridistribuisci (questo provvedimento può essere stabile e non disincentiva il lavoro anzi lo stimola: disincentiva solo l'accumulo eccessivo di risparmio e questo è un bene ai fini della riduzione delle disuguaglianze). NON toglie nulla ai ricchissimi, gli dice solo: "scegli tu... o li spendi, o li doni a chi vuoi tu e li rimetti così in circolo.... oppure li paghi in imposte e li rimette in circolo lo Stato."

Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: Alessandro Coluzzi - Agosto 29, 2017, 10:16:50 am
nel post precedente (ed in questo) c'è un allegato che mostra le tre fasce in forma ORIZZONTALE sul piano.
La fascia corretta in cui vivere è quella mediana gialla. Bisogna essere elevati da quella verde e non entrare in quella rossa.

Lo stesso meccanismo è indicato nel libro "L'economia della ciambella" , sebbene disegnato in forma CIRCOLARE sul piano http://www.repubblica.it/economia/2017/08/16/news/ripensare_l_economia_stop_al_mantra_della_crescita_ecco_perche_una_ciambella_ci_salvera_-173018814/
Anche qui bisogna vivere nella fascia centrale (grigio scuro, tra le due linee nere) senza andare in quella inferiore (cerchio al centro, freccia "carenza") nè in quella superiore in cui si arrecano danni (freccia "eccesso").

Dicono la stessa cosa in forme grafiche diverse.
Nel disegno colorato orizzontale si evidenziano prevalentemente ragioni economiche-sociali, nel disegno in basso circolare ragioni economiche-ambientali, ma l'UNICA soluzione va bene per tutti gli aspetti.

Titolo: Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
Inserito da: massimofranceschini - Agosto 31, 2017, 11:02:21 am
Che oggi le cose non funzionino è chiaro, che le regole che ci sono siano disattese, insufficienti e spesso ingiuste idem...tutto ciò però non mi convince della giustezza di porre limiti massimi arbitrari, non li ritengo necessari per implementare misure di giustizia e trasparenza nell'economia e nel mondo del lavoro.