Autore Topic: LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE  (Letto 3598 volte)

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Davide Gionco

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LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« il: Aprile 08, 2017, 07:56:14 am »

1) Il denaro non è vera ricchezza, ma lo sono i beni e servizi che produciamo
2) L'accumulo di denaro non genera automaticamente vera ricchezza, in futuro, per i pensionati: è necessario che ci siano dei GIOVANI che lavorino per produral quando gli anziani non potranno più lavorare
3) Il denaro si può stampare, la vera ricchezza NO.
4) Quindi non è necessario accumulare fondi pensione, ma fare figli, formare i giovani e garantire loro un lavoro
5) La creazione di fondi pensione gestiti da privati ha l'unico scopo di consentirne l'utilizzo per la speculazione finanziarie, favorendo gli interessi di pochi e generando inutili rischi per le future pensioni di molti
« Ultima modifica: Aprile 12, 2017, 02:34:40 pm da Luigi Intorcia »



massimofranceschini

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #1 il: Aprile 08, 2017, 12:57:19 pm »
In uno stato con sovranità monetaria sarebbe utopistico che lo stato possa elargire a tutti una pensione con cui il cittadino possa vivere degnamente indipendentemente da quanto e come abbia lavorato?
Chi  vuole una pensione più alta potrebbe nel corso della vita affidarsi ad assicurazioni private, ma credo si debba impedire che ci siano persone non più in grado di lavorare od arrivate alla vecchiaia e non con abbastanza versamenti.

Alessandro Coluzzi

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #2 il: Aprile 08, 2017, 09:34:53 pm »
Come dice Davide, è' giusto dire che la ricchezza la crea il LAVORO e non la moneta.... infatti, in un mondo pieno di soldi e senza nessuno che lavori si morirebbe di fame. E' anche giusto fare figli, educarli e far sì che possano lavorare (magari in sostituzione degli anziani cui oggi, stupidamente, si è allontanato il traguardo dell'età pensionabile).

Come dice Massimo è' anche giusto che uno Stato, degno di questo nome, possa elargire a tutti un reddito con cui si possa vivere degnamente.

Si possono fare queste cose insieme? secondo me SI, attraverso l’adozione di un provvedimento denominabile come “reddito meritocratico minimo” vitalizio per TUTTI, che nel suo complesso inciderebbe dalla nascita alla morte di ciascuno, con IMPORTI e requisisti di riscossione diversi per fasce di età.
 
La sua adozione permetterebbe di eliminare, alla radice ed una volta per tutte, anche l’esistenza della disoccupazione, attraverso la determinazione della DURATA temporale di tale reddito nell’arco della vita.
Il “reddito meritocratico minimo” avrebbe, quindi, DUE indici quantitativi modificabili: l’IMPORTO del reddito mensile e la sua DURATA massima nell’arco della vita di ciascuno.

L’esigenza di un “basic income” (un “reddito base”) è ormai sentita nel Mondo, Italia compresa.
La proposta che spiegherò del “reddito meritocratico minimo” vitalizio, per la sua modalità concreta di funzionamento, risponde anche ai dubbi che vengono spesso avanzati ad analoghe proposte di reddito minimo universale, del tipo:
- “se vengono dati soldi a TUTTI non lavorerebbe più nessuno”;
- “i beneficiari del reddito minimo lavorerebbero in nero, aumentando il tasso di evasione fiscale”;
- “i pochi che lavorano dovrebbero sopportare il costo di un esercito di nullafacenti”;
- “sarà la fine del merito nel lavoro”;
- “è economicamente insostenibile” ed altri dubbi ed eccezioni simili.
Tutto questo non accadrebbe con l’adozione della proposta che suggerisco che, non per nulla, ho denominato “reddito MERITOCRATICO minimo”.

In particolare, verrebbe erogato un reddito in misura identica a TUTTI i cittadini, distinto per fasce di età, quantificabile e sostenibile attualmente in Italia (costerebbe meno delle attuali erogazioni pensionistiche dell'INPS):
- da 0 a 18 anni automaticamente, per Euro 300 mensili nel LIMITE di 2 figli a coppia di persone, ossia mediamente uno a persona (per evitare persone che eccedano nel numero dei figli, solo per avere un reddito aggiuntivo);
- da 19 a 25 anni automaticamente, per Euro 600 mensili a TUTTI ;
- da 26 a 65 anni, con dei coefficienti di merito e limiti di durata, per Euro 900 mensili a TUTTI ;
- da 66 anni alla morte automaticamente per Euro 900 mensili a TUTTI, la c.d. attuale ”pensione” (sociale);
La premessa per percepire il reddito da 0-18 anni è frequentare la scuola dell'obbligo (per incentivare i genitori a mandare a scuola i figli) e da 19-25 non avere commesso reati (per disincentivare reati giovanili, soprattutto).

La premessa ETICA di questa riforma sociale è che, mentre è giusto nel periodo di lavoro differenziare la retribuzione per merito lavorativo, non è giusto che ciò accada nel periodo di NON lavoro, in cui si è inevitabilmente TUTTI uguali.
Nessun lavoro potrà essere retribuito in misura inferiore al “reddito meritocratico minimo” della fascia di età 26-65 anni (da me quantificato in Euro 900 mensili, o quello diverso che venisse in seguito determinato).

L’obiettivo economico della riforma sociale è che ciascuno, per i periodi di non lavoro, riceva sempre la stessa somma a carico della collettività, nell’arco dell’intera vita.

In particolare, nella fascia di età tra 26 e 65 anni, se ad esempio il “reddito meritocratico minimo” venisse garantito a TUTTI per 10 anni sui 40 complessivi lordi di potenziale lavoro (dunque, equivalenti a 30 complessivi netti di effettivo lavoro), chiunque ne volesse usufruire per la durata di 1 giorno, dovrebbe prima avere svolto almeno 3 giorni netti di lavoro.
Esso sostituirebbe in Italia la retribuzione per le ferie e tutte le misure del welfare per le attuali indennità di malattie, infortuni, maternità, disoccupazione, pensione di natura assistenziale, ossia verrebbe garantito per ogni giorno di non lavoro, in qualunque modo qualificato (rimarrebbero solo le indennità per invalidità permanente al lavoro).

Verrebbero conteggiati, ai fini dell’inizio della decorrenza dell’ultima parte del “reddito meritocratico minimo” (la c.d. “pensione”), soltanto i veri giorni lavorati netti e non quelli lordi.
In altre parole, nell’arco dei citati 40 anni, ogni giorno di non lavoro (ferie, malattie, maternità, disoccupazione) che venisse comunque retribuito al singolo col reddito minimo a carico della collettività (30 euro al giorno=900 al mese) verrebbe considerato un giorno di “pensione anticipata”, il cui corrispettivo verrebbe restituito dal singolo alla collettività attraverso la posticipazione della decorrenza del suo personale periodo di “pensione finale”.
Viceversa, chi usufruisse durante il corso dell’attività lavorativa solo di periodi più brevi di aiuto della collettività rispetto ai 10 anni indicati, anticiperebbe la decorrenza dell’ultimo periodo di “reddito meritocratico minimo” (l’attuale pensione) in misura pari ai giorni di reddito garantito non usufruiti durante il citato periodo di attività lavorativa.
Si ridurrebbe di almeno 10 anni la durata netta del periodo di lavoro per TUTTI, rispetto al periodo lordo oggi necessario per acquisire il diritto alla pensione, perché sarebbe rilevante aver svolto 30 anni NETTI di vero lavoro nell’arco di 40 anni, piuttosto che 40 anni LORDI.

Ad esempio, con 10 anni di durata massima del potenziale reddito gratuito a disposizione, chiunque ne utilizzasse soltanto 4 per ferie e brevi assenze per malattie, anticiperebbe dei residui 6 anni la maturazione della pensione (ossia a 59 anni, invece dei 65  originariamente previsti). Ciascuno sarebbe più libero di gestire, secondo le proprie esigenze personali di vita, la durata del proprio tempo libero durante la fase del lavoro e l’inizio della decorrenza della propria pensione. Probabilmente molte persone anticiperebbero l’età pensionabile, liberando definitivamente posti di lavoro in favore dei giovani.

Eseguire i conteggi per la maturazione del diritto alla pensione sulla base di giorni lavorati NETTI, piuttosto che LORDIi, farà aumentare la auto-consapevolezza umana e ridurre i controlli burocratici con relative sanzioni. E’ presumibile che faccia diminuire le assenze ingiustificate ed aumentare la produttività nel lavoro, che faccia diminuire la durata del periodo di lavoro di ognuno ed aumentare il tasso di occupazione di TUTTI ma, prima di tutto, mi sembra un principio ispirato alla semplicità, alla simmetria reciproca tra cittadini, al merito pur salvaguardando la solidarietà.

In definitiva, è un principio ispirato al senso di equilibrio della Giustizia.
Tale somma sarebbe pagata con principio di ripartizione (come oggi è l'INPS in Italia)
L'eventuale ulteriore pensione più alta ciascuno potrebbe procurarsela liberamente con un sistema a capitalizzazione.

L'eventuale allungamento del periodo di reddito nella fascia di età 25-65 permetterebbe di sopperire all'eventuale disoccupazione.
Il LIMITE è dato dalla eventuale carenza di offerta di lavoro (in ipotesi di domande di lavoro che rimanessero inevase).
In tale ultima ipotesi il reddito verrebbe ridotto nell'IMPORTO o nella DURATA.

massimofranceschini

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #3 il: Aprile 10, 2017, 10:55:05 pm »
Però questo sa tanto di "dirigismo" o statalismo.
Ciò che proponi credo possa essere accettabile per i lavoratori dipendenti dello stato o per i disoccupati, o per chi non può lavorare.
Il mercato privato dovrebbe essere lasciato libero, non distrutto dalle tasse e con uno "stipendio minimo garantito" e indicizzato sotto il quale nessuno possa andare.
Ciò ovviamente richiederebbe la sovranità monetaria.
Credo inoltre che alcuni settori non debbano essere lasciati al privato come i servizi, l'energia, la ricerca farmaceutica e militare, ma qui andiamo su altre questioni.
Il tutto dovrebbe essere trasparente e guidato da un punto di vista responsabile verso i diritti umani di tutti, cercando appunto di impedire che il "privato" possa violarli in qualsiasi modo.

Alessandro Coluzzi

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #4 il: Aprile 10, 2017, 11:25:57 pm »
A nessuno viene impedito di lavorare. Anzi il lavoro privato verrebbe incentivato dalla inesistente tassazione sino al limite in cui scatterebbe al 100%. Se ci pensi bene è come il ciclo naturale dell'acqua. A 100 gradi evapora del tutto, sino a 99 gradi no, per nulla.
Se vuoi lavorare oltre i 30 anni netti puoi tranquillamente farlo ed accumulare risparmi. Se non lo vuoi fare, hai la pensione minima.
Il punto è che di soldi se ne possono accumulare sino ad un certo limite, anche se  MOLTO ELEVATO. Oltre puoi lavorare comunque, ma gratuitamente in favore della collettività indistinta (tassazione al 100%) o donando a tua scelta ad altri.
Ad esempio il limite del patrimonio etico massimo, potrebbe essere 100 volte il reddito meritocratico minimo.
Se questo fosse di 900 euro mensili, il limite massimo sarebbe di 90.000,00 euro netti mensili a persona al mese, ossia 360.000,00 netti al mese per una famiglia media di 4 persone, ossia lo stipendio di un grandissimo sportivo nel momento di grande splendore (circa 7-8 milioni lordi annui con aliquote fiscali attuali). Non poco.
Il punto è che in 120 anni (età massima di vita) nessuno potrebbe averne a propria disposizione oltre 130 milioni di euro circa (3000 euro al giorno = 90000,00 mensili). Tantissimi per fare una bella vita (meritoria rispetto agli altri), ma pochi se confrontati con le disponibilità di grandi finanzieri come Soros od altri del genere, che utilizzano i soldi come forma di potere sugli altri, più che spenderli per vivere.
Verrebbe meno la finalità dell'alta finanza, che accumula denaro egoisticamente. Ci sarebbe un freno, un limite all'accumulo.
Quello che manca oggi e che ci porterà (in sua assenza) MATEMATICAMENTE sempre a ricchi più ricchi (pochi) e poveri più poveri (tanti).

Come dice l'economista Piketty ormai il tasso di interesse del capitale è superiore al tasso di crescita dell'economia per lavoro, quindi si arricchirà sempre di più chi ha già capitali e non chi lavora.

massimofranceschini

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #5 il: Aprile 11, 2017, 01:52:05 pm »
Sulla critica al sistema attuale sfondi con me una porta aperta.
Da liberale però, non liberista, storco il naso a quote e altre cose predeterminate, anche se razionali e ben argomentate, molti non l'accetterebbero; sono inoltre misure attaccabili anche in maniera scomposta, diciamo "sloganistica".
Nel mio libro cerco di far girare tutto intorno ai diritti umani, bilanciando dignità, libertà e responsabilità per l'individuo e nei confronti della comunità che i 30 diritti umani prevedono.
Una volta che avremo una Stato di Diritto rinnovato e trasparente, con tutte le sue sovranità e che stia eliminando tutte le privatizzazioni di società ed ambiti che non dovrebbero essere in mani private; una volta che avremo nuova sovranità monetaria e capacità di spesa; una volta che si sarà stabilito lo stipendio minimo garantito; una volta che avremo limitato la finanza, tornato in possesso di una banca nazionale, riformato le banche e trovato misure in modo che le multinazionali per operare sul nostro territorio non possano farlo come oggi; una volta che avremo drasticamente abbassato la tassazione credo che andrebbe tutto più o meno "automaticamente" a posto.
Propongo una sintesi liberal-umanista insomma, le linee guida sono qui: https://www.amazon.it/LINEE-GUIDA-LATTUAZIONE-DIRITTI-UMANI-ebook/dp/B01LWSJHD6/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1478253619&sr=1-1&keywords=franceschini+massimo

Luigi Cirillo

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #6 il: Aprile 14, 2017, 05:00:02 pm »
secondo me se vogliamo garantire libertà, giustizia ed uguaglianza, dei paletti agli estremi vanno posti, anche se può sembrare statalista.
partendo dalla premessa che nessuno è quel che è solo per merito di se stesso, ma anche degli altri è d'obbligo limitare il potere di tutti e dare garanzie per chi è più sfortunato, meno capace ecc.

limitazioni al patrimonio, ed esclusione della finanza che non riserva nessuna funzione sociale sono dei parametri obbligatori per una società civile e a misura d'uomo. le forme di controllo ci vanno, non si può lasciare tutto al principio di libertà personale perchè in un modo o nell'altro (o l'uomo non sa controllarsi, o è geneticamente egoista) se viene lasciato troppo spazio ci sarà sempre qualcuno che vorrà averlo tutto per sé.

nel settore privato per quanto uno possa guadagnare lauti stipendi, si dovrebbe impedire secondo me che arrivi a cifre da capogiro, che per me sarebbero anche nell'ordine già di 30.000 euro netti al mese. per esempio io credo che un qualsiasi lavoratore non debba prendere più di 10 volte la paga del lavoratore che percepisce la remunerazione più bassa nella stessa azienda.

mi piace quindi il ragionamento e la proposta di alessandro. non mi esprimo sui numeri perchè non ho contezza degli altri parametri che l'han portato a quelle ipotesi, ma ragionevolmente mi sembrano equilibrate.

massimofranceschini

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #7 il: Aprile 15, 2017, 12:14:08 pm »
A me non piace invece mettere tetti a cui vincolare un privato.
L'uguaglianza deve essere nelle possibilità, non nel "taglio" a posteriori a mo' di "regime".
Occorre regolare meccanismi e controllare, questo sì, e deve farlo lo stato.
Meccanismi per le multinazionali, ripristino della sovranità monetaria, drastica riduzione delle tasse, stipendio minimo garantito, piena occupazione, servizi al cittadino di qualità gratuiti o con costo bassissimo e detraibile, una seria legge per il conflitto di interessi ed anti trust, ritorno indietro sulle privatizzazioni.
Con regole serie ed attuate possiamo lasciare tutto il resto libero.
Tetti a patrimoni sanno tanto di "comunismo", sono illiberali e verrebbero attaccati risultando controproducenti.

Alessandro Coluzzi

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #8 il: Aprile 15, 2017, 04:21:44 pm »
Nel suo lungo libro "Il capitale del XXI secolo", Thomas Piketty mette in evidenza (con dati statistici di un paio di secoli) il rapporto tra reddito da capitale (r = rate = interesse) e da lavoro (g = growth = crescita) e ne deduce che, da tempo, nell'attuale sistema capitalistico r  è maggiore di g. Ossia si guadagna più dal rendimento del capitale  (finanza) che dal lavoro (mondo reale, fabbriche ecc.)
E' una FATTO, non una opinione.

Chiaramente chi ha capitale di partenza parte sempre avvantaggiato sugli altri.
Gli "altri", quindi, non sono sconfitti dal fatto di essere meno bravi e meritevoli sul lavoro, ma dal fatto di non avere in partenza i redditi da capitali del primo. Questo SI che disincentiverà gli investimenti (come infatti sta accadendo).

Oggi paradossalmente in Italia (ma anche nel mondo) ci sono tanti risparmi ma pochi investimenti, perchè non conviene ormai quasi più investire, valutando il rapporto tra i rischi (tanti) che si corrono ed i potenziali utili (pochi) che se ne ricavano.
Larry Summers (ex ministro tesoro di clinton e rettore di harvard) la definisce stagnazione secolare (direi perpetua) http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-03-10/ecco-cos-e-stagnazione-secolare-e-perche-ci-fara-male-171825.shtml?uuid=ACyLaplC

Faccio un esempio. Periodicamente si fanno gare olimpiche. Ogni volta tutti i concorrenti RI-partono dalla linea di partenza e finiscono la gara alla linea di arrivo. PUNTO. Non è che chi ha vinto la precedente gara (ad esempio dei 100 metri, con 1 secondo di vantaggio), riparte con 1 secondo di vantaggio alla gara successiva (o dieci metri più avanti, che è lo stesso).
Sarebbero falsate tutte le gare.... invece è proprio quello che avviene nel mondo reale.

Faccio altro esempio. Da ragazzo giocavo (come penso molti) anche a Monopoli. In partenza venivano dati soldi UGUALI a tutti i concorrenti (diciamo un "reddito minimo"), chi è più bravo vinceva. PUNTO.
Finita la gara,  si facevano i complimenti al vincitore e si CHIUDEVA la scatola del gioco ed alla prossima partita si iniziava UGUALI di nuovo.
Per inciso a Monopoli la moneta non era creata a debito, non c'era il debito pubblico e neppure le tasse sui redditi da lavoro.
Funzionava bene !!! sarebbe un esempio SEMPLICE da seguire.

In termini giuridici, ritengo fermamente che ognuno sia libero di fare quel che vuole, purchè la sua libertà non incida su quella degli altri (ossia limiti la pari libertà altrui).
Tuttavia, se alcuni ricchissimi fossero PROPRIETARI in quantità in super ECCESSO (ossia superflue per loro) di fonti energetiche, di acqua o di capitali (dando per scontato che esista una quantità predeterminata di suolo, di acqua e di capitali monetari nel mondo), chiaramente essi limiterebbero la libertà degli altri nel raggiungere quella quota che i secondi (gli altri) ritengono necessaria per loro stessi (e sempre inferiore ai primi).

Discutiamo del limite (in questi giorni di parla di 240.000,00 euro annui nel pubblico impiego, io indico anche MOLTO di più in proporzione), ma va messo un limite ETICO per la pari libertà altrui.
Inoltre, ricordiamoci che si muore di fame, ma anche di indigestione (se non ci si limita)
Infine, solo un limite esterno (o la auto-consapevolezza...), può fermare l'egoismo umano.

massimofranceschini

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Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« Risposta #9 il: Aprile 15, 2017, 05:42:44 pm »
Certo, concordo, infatti occorre fermare, tassare o tutto quello che volete il capitale finanziario, distinguendolo da quello investito nell'economia reale come produttore di beni e servizi.
Se parliamo genericamente di fermare il "profitto" senza chiederci come venga formato, sponsorizziamo politiche potenzialmente "populiste" e illiberali.
Occorre bilanciare libertà e responsabilità.