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Post - Alessandro Coluzzi

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Diario / Re:ripresa contatti
« il: Aprile 10, 2017, 12:17:59 am »

Quanto al problema della CREAZIONE-DISTRUZIONE della moneta cerco di spiegare meglio ciò che intendo con una premessa e poi un  esempio.

PREMESSA:
Trascrivo dal libro "MACROECONOMIA" di Olivier Blanchard (già prof. di economia  al MIT di Boston e capoeconomista FMI) e Francesco Giavazzi (prof. di economia alla Bocconi di Milano) ed Il Mulino 2016 pag.114, fig.4.6
E' una immagine semplificata dei bilanci bancari

a) il bilancio della Banca centrale                                                            b) banche commerciali
attività                           passività                                                           attività                                            passività
Titoli                              Moneta emessa dalla banca centrale                 riserve                                            depositi di conto corrente
                                      = riserve + circolante                                       prestiti
                                                                                                              titoli 

Adesso facciamo l'esempio di come  viene creata moneta e distrutta dalla banca centrale.
Diciamo che un certo giorno, partendo con bilancio in pareggio, la BC voglia acquistare 1 miliardo in euro di titoli del debito pubblico italiano, magari con il QE in corso della Banca Centrale.

La BC CREA moneta per 1 miliardo al PASSIVO del suo bilancio acquistando contestualmente 1 miliardo in titoli emessi dal Tesoro italiano (diciamo, durata 1 anno e tasso 2%), mettendoli all'ATTIVO.
Il suo bilancio si amplia di 1 miliardo (sia al passivo che all'attivo) e rimane in pareggio.
Nel frattempo il miliardo viene accreditato allo Stato italiano che lo spende per pagare gli stipendi pubblici ed entra in circolazione.
PS: nella sola eurozona non è ammesso acquisto diretto, ma tramite intermediario dal mercato (ma il risultato finale cambia solo il tasso di interesse ed il prezzo di acquisto, ma non la sostanza).

Ammettiamo per ipotesi che lo Stato riesca a recuperare poi in tasse il 100% del miliardo  immesso (più il 2% di interessi annuali) e sia in grado l'anno successivo di restituire alla BC 1 miliardo e 20 milioni di euro. Cosa succede nel bilancio della BC?
All'attivo sparisce 1 miliardo di euro in titoli (sono stati pagati e si estinguono, come accade con un assegno o una cambiale pagata), al passivo sparisce (ossia non esiste più, ossia si AUTO-DISTRUGGE) il miliardo di moneta emessa (restituita dallo Stato alla BC), con bilancio in pareggio.
Tuttavia, all'attivo della BC rimangono i 20 milioni di interessi in più (ha consegnato 1 miliardo un anno prima e ricevuto in restituzione la stessa somma più 20 milioni l'anno dopo), che contribuiranno a far parte del suo utile di fine anno (insieme a tutte le altre operazioni simili)
Il miliardo in più della BC è esistito solo per UN ANNO, tra la data di CREAZIONE e quella di DISTRUZIONE.
Poi in concreto sui mercati possono esistere varie operazioni di creazione e distruzione che si sovrappongono, ma sono cose diverse.

Adesso facciamo l'esempio della banca commerciale.
Diciamo che tu hai una casa che vale euro 100mila che vuoi vendere ed io acquistare, ma io non ho i soldi necessari e chiedo un prestito. Diciamo pure, per semplicità, che siamo entrambi correntisti della stessa banca commerciale che eroga a me il mutuo di 100mila.
Il bilancio della banca commerciale aumenterà all'ATTIVO di euro 100mila (prestito a me, mio debito ma loro credito), che io girerò a te subito in pagamento della casa e tu depositerai nella stessa banca ed a loro risulterà nel PASSIVO per 100mila (tuo credito verso la banca e loro debito verso di te).
Quindi, sempre in equilibrio, si è ampliato il bilancio della Banca di euro 100mila e sono stati CREATI 100mila euro prima inesistenti.

Ora facciamo due ipotesi. Io ripago il mutuo oppure no.

Se io ripagassi il mutuo in 10 anni (ad esempio) la banca avrebbe incassato diciamo 120mila (100 di capitale e 20 di interessi) e quindi nel tempo avrebbe maturato un utile di 20mila (perchè 100mila coprirebbero il debito nei tuoi confronti, che rimane sempre lì).
Se io non pagassi e dopo la vendita all'asta dell'appartamento la banca ne incassasse 60mila, la banca avrebbe in bilancio una perdita di 40mila (ha sempre un debito di 100mila con  te, ma da me ha incassato solo 60mila). I 40mila sono una DISTRUZIONE di moneta, perchè da qualche parte qualcuno li perde e la moneta si estingue. Mi spiego meglio.
Ammettiamo che in certo anno la banca avesse fatto 1 milione di utili (senza considerare la mia posizione), quando si consideri la perdita di 40mila, gli utili scenderanno da 1 milone a 960mila (i soci della banca hanno comunque  perso 40mila).
Ammettiamo che le perdite siano molto di più a livello aggregato (tanti come me non pagano il mutuo, come sta accadendo negli ultimi anni in Italia). A quel punto la banca non solo NON fa utili, ma fa perdite tali da abbattere il capitale e doverlo ricostituire (casi attuali MPS o banche  venete o, nel 2015, le 4 banche marche, etruria... ecc).
I vecchi soci che avevano risparmi investiti nel capitale sociale (o nelle obbligazioni subordinate) delle banche hanno perso il capitale (ossia i loro risparmi, ossia si è DISTRUTTA moneta nel sistema complessivo).
Sono io ed altri che non abbiamo pagato, ma qualcuno (da qualche parte) ha DISTRUTTO i suoi risparmi e la moneta creditizia che li rappresentava.

Nel sistema bancario accade la stessa cosa che potrebbe accadere se una certa impresa fornisce merce ad altra che poi fallisce.
Perde il credito (ossia i suoi risparmi monetari si DISTRUGGONO, "evaporano", non esistono più).

Nel sistema capitalista in genere, ogni volta che qualcuno sbaglia, da qualche parte c'è qualcuno che perde (o che guadagna meno).
Comunque esiste un sistema di DISTRUZIONE della moneta, oltre che della sua CREAZIONE.
Spero di essere stato più chiaro rispetto al precedente post.
Leggiti con calma tutto il Topic: Siete sicuri che l'Euro sia solo una moneta? si parla proprio di problemi monetari.

Qui il link dell'intero convegno del 4 novembre 2016 alla Camera dei Deputati. Nicoletta Forcheri ad 1h e 57min.
In sostanza, Lei spiega come spostare dal Passivo all'attivo l'emissione di moneta nelle BC e quindi indica cosa inserire al passivo per controbilanciare la voce attiva dell'emissione monetaria.
Gli interventi, per aspetti diversi, sono tutti interessanti. https://www.youtube.com/watch?time_continue=20&v=MDA6WFYVOfY

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Diario / Re:Cosa viene prima?
« il: Aprile 09, 2017, 09:55:34 am »
Dice Luigi Intorcia: "E' una semplice questione di cultura. Quella vera, quando dici etica o diritti universali, vanno benissimo. basterebbero quelli e il passo in avanti è notevole"....
Dice Massimo Franceschini: "Per tutto il resto concordo, alla base dei mali moderni c'è anche altro (materialismo e scientismo).."

A mia volta ri-concordo con Voi. Quando mi riferivo al "relativismo", mi riferivo proprio all'eccesso di materialismo e scientismo, nel senso del troppo valore che viene dato alla SCIENZA MATERIALE. Anzi ormai è quasi considerata, erroneamente, come l'unica fonte del valore, della verità umana, perchè viene ritenuta essere oggetto di PROVA, il c.d. ESPERIMENTO MATERIALE (e pensare che Galileo Galilei, il fondatore della scienza sperimentale, era fortemente credente, come anche Newton ed altri).
Non ritengo sia proprio così e provo a spiegarlo iniziando con le parole di uno scienziato laico e non di un religioso.

Piergiorgio Odifreddi, docente universitario di logica, in un saggio del 2016 intitolato “Che cos’è la verità”, Castelvecchi Editore, a pagina 42 scrive testualmente: “La cosa fondamentale è ricordare sempre che esistono diversi tipi di verità, che non vanno confusi tra loro (anche in video, al tempo 1h.04m.42s., https://www.youtube.com/watch?v=xtVmYofEjvI ).
- L’aletheia greca è la verità matematica, l’indimenticabile, ciò che noi abbiamo e che possiamo verificare solo con la nostra testa, guardando dentro di noi.
- L’apokalypsis, invece, è il disvelamento operato dalla scienza, sollevando i veli di una realtà che esiste al di fuori di noi e che si può scoprire pian piano.
- Poi c’è la verità di fede, la verità del diritto, per la quale noi attribuiamo a qualcuno il potere di verificarla, di renderla vera attraverso un verdetto.”

La prima tipologia di verità è esclusivamente mentale-immateriale, la c.d. “Intuizione” o “Coscienza” o “Morale” a seconda degli ambiti; spesso viene cercata meglio riflettendo in silenzio, chiudendo gli occhi.
La seconda tipologia è la c.d. “Legge scientifica”, ossia una verità mentale-immateriale che regola logicamente gli aspetti materiali e per la cui ricerca è spesso necessario stare ad occhi ben aperti, per essere verificata con gli esperimenti ed il ragionamento.
Tali due tipologie di verità sono anche alla base dei metodi di ricerca deduttivo ed induttivo.
Quanto alla terza tipologia, la verità di fede è fondata su dei Testi Sacri e si propone di avere un fondamento-conferma anche nei precedenti due livelli (la c.d. “Coscienza” e la c.d. “Ragione”); viceversa, la verità del diritto è solo una parziale “veritas del processo”, derivante esclusivamente dall’applicazione delle Leggi positive umane, non sempre coincidenti con le Leggi del diritto naturale.

Il medesimo Odifreddi, a pagina 38 dello stesso testo precisa che “la matematica è tutta ipotetica, si parte dagli assiomi e si arriva ai teoremi” (nello stesso video al tempo 59m.20s.).
BENE. TUTTO GIUSTO !!. E le CONSEGUENZE di queste affermazioni quali sono?

Dunque, se la forma più elevata di Verità è quella matematica e quest’ultima è solo ipotetica partendo dall’Assioma, l’unico fondamento logico della VERITA' va cercato nell’ASSIOMA.
Ricordo, tuttavia, che un Assioma, la massima espressione umana di verità logico-scientifica, è una affermazione “per definizione” NON DIMOSTRATA ED INDIMOSTRABILE, ma ritenuta Vera da TUTTI solo perché ritenuta Evidente a TUTTI.

Sul concetto di Assioma si fondano le Leggi ed i principi della logica (ad esempio, principio di non contraddizione), della geometria e della matematica (postulati Euclide, assiomi Hilbert ecc.) https://www.mat.unical.it/~daprile/materiali/nono%20ciclo/Sistemazioni%20assiomatiche.pdf )   e, su questi, a sua volta la c.d. “scienza” che pertanto, a differenza di quanto molti pensano, NON è affatto dimostrata né dimostrabile, fondandosi appunto su Assiomi indimostrati ed indimostrabili, per definizione.
Ancora una volta l'ASSIOMA (il pensiero, l'intuizione evidente a TUTTI) prima dell'ESPERIMENTO MATERIALE scientifico (azione)

Addirittura, con i c.d. “teoremi di incompletezza dell’aritmetica”, è stata dimostrata dal matematico Kurt Godel (sconosciuto ai più...) sia l’impossibilità del sistema aritmetico (quello che chiunque ritiene logico-scientifico per definizione) nel suo complesso di dimostrare la propria coerenza e sia di assumere la verità o falsità di almeno UN enunciato al suo interno (https://it.wikipedia.org/wiki/Teoremi_di_incompletezza_di_Gödel ).

In definitiva, soltanto sul concetto di Assioma si fonda la Realtà.
L’Assioma = l’Evidente per TUTTI = la Verità per TUTTI.
L’Assioma, l’Evidenza, la Verità e la Realtà sono una uguaglianza logica, matematica, filosofica e scientifica.

VANNO MODIFICATI I PARADIGMI MENTALI ormai dati per scontati nel mondo attuale e che, invece, sono errati (o, comunque, incompleti) per cambiare la Realtà. Serve un intervento di pensiero culturale profondo.
Serve la consapevolezza di dover tornare a pensare in modo semplice, evidente (come nell'Assioma), altrimenti non se ne esce.

Ad esempio:
Se la Realtà si fonda sull'Assioma (che è una intuizione IDEA, ossia un qualcosa di NON massivo-materiale), non si può ritenere che la realtà sia SOLO materiale (di qui il materialismo eccessivo, lo scientismo eccessivo, l'egoismo, l'attrazione per  il denaro....).
In fondo lo afferma ANCHE la nota equazione di Einstein  E = m c2. 
Se l'energia MASSIVA-materiale è rappresentata nell'equazione dalla "m", cosa rappresenta la "E"? forse l'Energia immateriale ideale?
Se l'uomo si ritiene intelligente (qualunque cosa voglia dire questo termine) e l'uomo è SOLO Energia (vedasi equazione Einstein), dove risiederebbe tale qualità se non nell'Energia stessa?... cose semplici.

Vi è di più.
Dalla definizione di Assioma consegue anche la NECESSITA' LOGICA di “raccogliere l’EVIDENZA” di TUTTI (referendum, democrazia diretta) per avere le norme giuridiche più “giuste” (ossia VERE) possibile.
Tutto ciò è il FONDAMENTO LOGICO di quanto già scriveva con assoluta chiarezza Jean Jacques Rousseau ne “Il contratto sociale” (cap.15, I deputati o rappresentanti):“Appena il servizio pubblico cessa di essere la principale occupazione dei Cittadini e appena preferiscono prestarlo con il loro denaro anziché con la loro persona, lo Stato è già vicino alla sua rovina. Bisogna andare a combattere? Pagano della truppe e rimangono a casa. Bisogna partecipare al Consiglio? Eleggono dei Deputati e rimangono a casa. A forza di pigrizia e di denaro arrivano ad avere alla fine dei soldati per rendere schiava la patria e dei rappresentanti per venderla”….. “La Sovranità non può essere rappresentata in virtù della stessa ragione per cui non può essere alienata: consiste essenzialmente della volontà generale e la volontà non si rappresenta, è identica a sé stessa o è un’altra, senza vie di mezzo. I Deputati del popolo non sono né possono essere dunque suoi rappresentanti; non sono che suoi commissari e non possono decidere niente in modo definitivo. Ogni legge che il Popolo non ha ratificato direttamente è nulla: non è affatto una legge.”

Sono concetti assolutamente condivisibili e su cui TUTTI dovrebbero riflettere bene.
Immaginate una campagna in favore della democrazia DIRETTA fondata sul principio dell' ASSIOMA (come in realtà è)?.
Chi potrebbe CULTURALMENTE opporsi in favore di quella "rappresentativa"? su quali basi logiche, visto che l'intera realtà si fonda sull'assioma?


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Diario / Re:LA TRUFFA DEI FONDI PENSIONE
« il: Aprile 08, 2017, 09:34:53 pm »
Come dice Davide, è' giusto dire che la ricchezza la crea il LAVORO e non la moneta.... infatti, in un mondo pieno di soldi e senza nessuno che lavori si morirebbe di fame. E' anche giusto fare figli, educarli e far sì che possano lavorare (magari in sostituzione degli anziani cui oggi, stupidamente, si è allontanato il traguardo dell'età pensionabile).

Come dice Massimo è' anche giusto che uno Stato, degno di questo nome, possa elargire a tutti un reddito con cui si possa vivere degnamente.

Si possono fare queste cose insieme? secondo me SI, attraverso l’adozione di un provvedimento denominabile come “reddito meritocratico minimo” vitalizio per TUTTI, che nel suo complesso inciderebbe dalla nascita alla morte di ciascuno, con IMPORTI e requisisti di riscossione diversi per fasce di età.
 
La sua adozione permetterebbe di eliminare, alla radice ed una volta per tutte, anche l’esistenza della disoccupazione, attraverso la determinazione della DURATA temporale di tale reddito nell’arco della vita.
Il “reddito meritocratico minimo” avrebbe, quindi, DUE indici quantitativi modificabili: l’IMPORTO del reddito mensile e la sua DURATA massima nell’arco della vita di ciascuno.

L’esigenza di un “basic income” (un “reddito base”) è ormai sentita nel Mondo, Italia compresa.
La proposta che spiegherò del “reddito meritocratico minimo” vitalizio, per la sua modalità concreta di funzionamento, risponde anche ai dubbi che vengono spesso avanzati ad analoghe proposte di reddito minimo universale, del tipo:
- “se vengono dati soldi a TUTTI non lavorerebbe più nessuno”;
- “i beneficiari del reddito minimo lavorerebbero in nero, aumentando il tasso di evasione fiscale”;
- “i pochi che lavorano dovrebbero sopportare il costo di un esercito di nullafacenti”;
- “sarà la fine del merito nel lavoro”;
- “è economicamente insostenibile” ed altri dubbi ed eccezioni simili.
Tutto questo non accadrebbe con l’adozione della proposta che suggerisco che, non per nulla, ho denominato “reddito MERITOCRATICO minimo”.

In particolare, verrebbe erogato un reddito in misura identica a TUTTI i cittadini, distinto per fasce di età, quantificabile e sostenibile attualmente in Italia (costerebbe meno delle attuali erogazioni pensionistiche dell'INPS):
- da 0 a 18 anni automaticamente, per Euro 300 mensili nel LIMITE di 2 figli a coppia di persone, ossia mediamente uno a persona (per evitare persone che eccedano nel numero dei figli, solo per avere un reddito aggiuntivo);
- da 19 a 25 anni automaticamente, per Euro 600 mensili a TUTTI ;
- da 26 a 65 anni, con dei coefficienti di merito e limiti di durata, per Euro 900 mensili a TUTTI ;
- da 66 anni alla morte automaticamente per Euro 900 mensili a TUTTI, la c.d. attuale ”pensione” (sociale);
La premessa per percepire il reddito da 0-18 anni è frequentare la scuola dell'obbligo (per incentivare i genitori a mandare a scuola i figli) e da 19-25 non avere commesso reati (per disincentivare reati giovanili, soprattutto).

La premessa ETICA di questa riforma sociale è che, mentre è giusto nel periodo di lavoro differenziare la retribuzione per merito lavorativo, non è giusto che ciò accada nel periodo di NON lavoro, in cui si è inevitabilmente TUTTI uguali.
Nessun lavoro potrà essere retribuito in misura inferiore al “reddito meritocratico minimo” della fascia di età 26-65 anni (da me quantificato in Euro 900 mensili, o quello diverso che venisse in seguito determinato).

L’obiettivo economico della riforma sociale è che ciascuno, per i periodi di non lavoro, riceva sempre la stessa somma a carico della collettività, nell’arco dell’intera vita.

In particolare, nella fascia di età tra 26 e 65 anni, se ad esempio il “reddito meritocratico minimo” venisse garantito a TUTTI per 10 anni sui 40 complessivi lordi di potenziale lavoro (dunque, equivalenti a 30 complessivi netti di effettivo lavoro), chiunque ne volesse usufruire per la durata di 1 giorno, dovrebbe prima avere svolto almeno 3 giorni netti di lavoro.
Esso sostituirebbe in Italia la retribuzione per le ferie e tutte le misure del welfare per le attuali indennità di malattie, infortuni, maternità, disoccupazione, pensione di natura assistenziale, ossia verrebbe garantito per ogni giorno di non lavoro, in qualunque modo qualificato (rimarrebbero solo le indennità per invalidità permanente al lavoro).

Verrebbero conteggiati, ai fini dell’inizio della decorrenza dell’ultima parte del “reddito meritocratico minimo” (la c.d. “pensione”), soltanto i veri giorni lavorati netti e non quelli lordi.
In altre parole, nell’arco dei citati 40 anni, ogni giorno di non lavoro (ferie, malattie, maternità, disoccupazione) che venisse comunque retribuito al singolo col reddito minimo a carico della collettività (30 euro al giorno=900 al mese) verrebbe considerato un giorno di “pensione anticipata”, il cui corrispettivo verrebbe restituito dal singolo alla collettività attraverso la posticipazione della decorrenza del suo personale periodo di “pensione finale”.
Viceversa, chi usufruisse durante il corso dell’attività lavorativa solo di periodi più brevi di aiuto della collettività rispetto ai 10 anni indicati, anticiperebbe la decorrenza dell’ultimo periodo di “reddito meritocratico minimo” (l’attuale pensione) in misura pari ai giorni di reddito garantito non usufruiti durante il citato periodo di attività lavorativa.
Si ridurrebbe di almeno 10 anni la durata netta del periodo di lavoro per TUTTI, rispetto al periodo lordo oggi necessario per acquisire il diritto alla pensione, perché sarebbe rilevante aver svolto 30 anni NETTI di vero lavoro nell’arco di 40 anni, piuttosto che 40 anni LORDI.

Ad esempio, con 10 anni di durata massima del potenziale reddito gratuito a disposizione, chiunque ne utilizzasse soltanto 4 per ferie e brevi assenze per malattie, anticiperebbe dei residui 6 anni la maturazione della pensione (ossia a 59 anni, invece dei 65  originariamente previsti). Ciascuno sarebbe più libero di gestire, secondo le proprie esigenze personali di vita, la durata del proprio tempo libero durante la fase del lavoro e l’inizio della decorrenza della propria pensione. Probabilmente molte persone anticiperebbero l’età pensionabile, liberando definitivamente posti di lavoro in favore dei giovani.

Eseguire i conteggi per la maturazione del diritto alla pensione sulla base di giorni lavorati NETTI, piuttosto che LORDIi, farà aumentare la auto-consapevolezza umana e ridurre i controlli burocratici con relative sanzioni. E’ presumibile che faccia diminuire le assenze ingiustificate ed aumentare la produttività nel lavoro, che faccia diminuire la durata del periodo di lavoro di ognuno ed aumentare il tasso di occupazione di TUTTI ma, prima di tutto, mi sembra un principio ispirato alla semplicità, alla simmetria reciproca tra cittadini, al merito pur salvaguardando la solidarietà.

In definitiva, è un principio ispirato al senso di equilibrio della Giustizia.
Tale somma sarebbe pagata con principio di ripartizione (come oggi è l'INPS in Italia)
L'eventuale ulteriore pensione più alta ciascuno potrebbe procurarsela liberamente con un sistema a capitalizzazione.

L'eventuale allungamento del periodo di reddito nella fascia di età 25-65 permetterebbe di sopperire all'eventuale disoccupazione.
Il LIMITE è dato dalla eventuale carenza di offerta di lavoro (in ipotesi di domande di lavoro che rimanessero inevase).
In tale ultima ipotesi il reddito verrebbe ridotto nell'IMPORTO o nella DURATA.

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Diario / Re:Cosa viene prima?
« il: Aprile 08, 2017, 02:03:18 pm »
la faccina venuta per errore nel post precedente era una semplice parentesi.

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Diario / Re:Cosa viene prima?
« il: Aprile 08, 2017, 01:58:10 pm »
Ritengo vada fatta un pò di chiarezza, perchè (a mio modo di vedere) si stanno sovrapponendo vari piani.


In primo luogo va distinto il piano del PENSIERO (che viene prima) da quello dell' AZIONE (che viene dopo)
«Buoni pensieri, buone parole, buone azioni. Questa è la linea di condotta lasciataci da Zarathustra», commenta il sacerdote. http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2017/01/05/news/iran-cosi-parla-zarathustra-1.292310#gallery-slider=undefined
Lo cito perchè si ritiene che Zarathustra (o Zoroastro) sia vissuto circa 1000 anni prima di Cristo e, quindi, prima della  filosofia greca (anche in essa si  parla di forma-pensiero e sostanza-materia) e religione ebraica.
Il diritto è chiaramente una attività di pensiero. Le REGOLE economiche pure.
Viceversa, l'ATTIVITA' economica (ossia il LAVORO, la c.d. "produzione") sono azione, attività materiali.


In secondo luogo va chiarito su cosa si FONDANO le norme del diritto (ossia il PENSIERO trasposto nelle Leggi scritte dagli uomini)
In ogni facoltà di Giurisprudenza italiana esiste un esame (obbligatorio) chiamato "Filosofia del diritto", che spiega (o ambisce a farlo) le ragioni dell'esistenza del diritto e la giustificazione dell'obbligatorietà delle norme.
Per qualche millennio si è ritenuto pacificamente che il fondamento delle norme di diritto scritte dagli uomini fosse nel c.d "diritto naturale", ossia la morale, ossia l'assioma, ossia quel qualcosa (PENSIERO) che -pur non dimostrato- tutti intuiscono come EVIDENTE e dunque VERO.
Riferito agli uomini, è anche denominato come PRINCIPIO DI RECIPROCITA' (di cui avevo già detto sopra), ossia il rapporto di EQUILIBRIO-simmetria-rotazione che deve esistere tra TUTTI gli esseri umani (tra i singoli e nell'insieme, come BENE COMUNE).
A ben vedere, è una finalità propria dell'ENERGIA dell'Universo (tutto è simmetrico, tutto ruota in movimento, ma andiamo fuori tema in questo post).... quindi, UOMO compreso.
Il principio di reciprocità è riscontrato essere connaturato in TUTTE le filosofie e religioni umane comparse nel Pianeta Terra nei vari millenni, dunque è ritenuto EVIDENTE e dunque è VERO.
Il teologo Hans Kung l’ha definita la “regola aurea” presente nei Libri di tutte le religioni-filosofie mondiali, presa come base della Fondazione Etica Mondiale. Dal testo cartaceo in lingua italiana della stessa Fondazione Etica Mondiale, alle pagine 20-21 si legge:
Induismo (Mahabharata XIII, 114.8). “Non bisognerebbe comportarsi con gli altri in un modo che non è gradito a noi stessi: questa è l’essenza della morale”;
Giainismo (Sutrakritanga I, 11.33). “L’uomo dovrebbe comportarsi con indifferenza verso le cose mondane e trattare tutte le creature  del mondo come egli stesso vorrebbe essere trattato”;
Cinese. (Confucio, Dialoghi 15,23). “Quello che non desideri per te, non farlo neppure ad altri uomini”;
Buddismo (Samyutta Nikaya V, 353.35-354.2). “Una condizione che non è gradita o piacevole per me, non lo deve essere neppure per lui; e una condizione che non è gradita o piacevole per me, come posso io imporla ad un’altro?”;
Ebraismo (Rabbi Hillel, Shabbat 31a).  “Non fare ad altri ciò che non vuoi che essi facciano a te”,
Cristianesimo (Matteo 7,12; Luca 6,31). “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”;
Islam (40 Hadithe -Detti di Maometto- di an-Nawawi 13). “Nessuno di voi è un credente fintanto che non desidera per il proprio fratello quello che desidera per sé stesso”.

Ritornando alla Filosofia del diritto, qualche secolo fa, con accellerazione negli ultimi decenni (guarda caso... quando si è iniziato a mettere nel dubbio Dio, quindi la morale, quindi l'ETICA UMANA...) si sono affermate sempre più correnti di pensiero "pratico" (il c.d "giuspositivismo": ossia vale ciò che è scritto purchè la fonte normativa sia legittima). Quindi tutto è sempre più "relativo"
Tradotto: vale ciò che dice la Legge (ovviamente, si dice, approvata con le giuste formali maggioranze, nel giusto formale Parlamento, con la giusta formale legge elettorale)..... anche se poi, in concreto, quella tale norma è intrinsecamente MORALMENTE INGIUSTA.
E' un discorso lungo, ma per avere una idea https://it.wikipedia.org/wiki/Positivismo_giuridico.
DA QUI NASCONO (secondo me) I PROBLEMI EVIDENZIATI DA LUIGI INTORCIA, soprattutto nell'ultimo post.
Spesso le attuali leggi scritte dai vari parlamenti, soprattutto in materia finanziaria, ma non solo, non poggiano sulla morale umana.


E allora LA SOLUZIONE? va trovata, come sempre, nei principi universali dell'uomo, nella morale, nell'ETICA UMANA VERA (a cui deve uniformarsi il PENSIERO per essere considerato giusto, che viene prima dell'AZIONE).
Ad esempio, il “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” al capitolo ottavo su “la comunità politica”, dopo aver detto nel paragrafo 396 che "l'autorità deve lasciarsi guidare dalla legge morale.....", al 398 "l'autorità deve emanare leggi giuste, cioè conformi alla dignità della persona umana e ai dettami della retta ragione....", per il caso in cui ciò non avvenga, ai paragrafi 399 e 400 (ma sono interessanti anche quelli prima e dopo e, direi, la lettura integrale,) recita testualmente:
“c) Il diritto all'obiezione di coscienza
399 Il cittadino non è obbligato in coscienza a seguire le prescrizioni delle autorità civili se sono contrarie alle esigenze dell'ordine morale, ai diritti fondamentali delle persone o agli insegnamenti del Vangelo.820 Le leggi ingiuste pongono gli uomini moralmente retti di fronte a drammatici problemi di coscienza: quando sono chiamati a collaborare ad azioni moralmente cattive, hanno l'obbligo di rifiutarsi.821 Oltre ad essere un dovere morale, questo rifiuto è anche un diritto umano basilare che, proprio perché tale, la stessa legge civile deve riconoscere e proteggere: « Chi ricorre all'obiezione di coscienza deve essere salvaguardato non solo da sanzioni penali, ma anche da qualsiasi danno sul piano legale, disciplinare, economico e professionale ».822
È un grave dovere di coscienza non prestare collaborazione, neppure formale, a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la Legge di Dio. Tale collaborazione, infatti, non può mai essere giustificata, né invocando il rispetto della libertà altrui, né facendo leva sul fatto che la legge civile la prevede e la richiede. Alla responsabilità morale degli atti compiuti nessuno può mai sottrarsi e su tale responsabilità ciascuno sarà giudicato da Dio stesso (cfr. Rm 2,6; 14,12).
d) Il diritto di resistere
400 Riconoscere che il diritto naturale fonda e limita il diritto positivo significa ammettere che è legittimo resistere all'autorità qualora questa violi gravemente e ripetutamente i principi del diritto naturale. San Tommaso d'Aquino scrive che « si è tenuti a obbedire... per quanto lo esige l'ordine della giustizia ».823 Il fondamento del diritto di resistenza è quindi il diritto di natura.
Diverse possono essere le manifestazioni concrete che la realizzazione di tale diritto può assumere. Diversi possono essere anche i fini perseguiti. La resistenza all'autorità mira a ribadire la validità di una diversa visione delle cose, sia quando si cerca di ottenere un mutamento parziale, modificando ad esempio alcune leggi, sia quando ci si batte per un radicale cambiamento della situazione.”

I contratti (o, meglio, le OBBLIGAZIONI contrattuali) sono solo lo strumento neutro attraverso il quale si obbligano soggetti  a fare cose NON GIUSTE, anche se apparentemnete (formalmente) lo sembrano.
E' come il coltello (strumento neutro) che serve per tagliare il pane, ma con cui si può anche uccidere un essere umano.

Va sviluppato un progetto unitario socioeconomico umano, fondato sulla MORALE umana condivisa: reciprocità, equilibrio, semplicità e rotazione. 

Faccio un ESEMPIO CONCRETO.
PROBLEMA:
Spesso i lavoratori privati ritengono che quelli pubblici non si guadagnino il proprio stipendio (fanno poco relativamente alla paga ricevuta, alla certezza del posto di lavoro che hanno, alcuni -nei posti di potere- sono corrotti, fanno raccomandazioni, sono burocrati che rallentano il lavoro privato, ecc).
Viceversa, i dipendenti pubblici magari dicono che i privati (soprattutto gli autonomi) sono evasori, ecc.
CONSIDERAZIONI:
-aumenta strutturalmente nel mondo la disoccupazione  e quindi sarà sempre più ingiusto garantire il posto ad alcuni (impiegati pubblici) con retribuzioni pagate dagli altri (tasse di lavoratori privati);
-In italia abbiamo circa 30milioni di lavoratori di cui 3 pubblici, ossia il 10% della forza lavoro.
-Si lavora mediamente 40 anni nell'arco della vita.
SOLUZIONE:
provo ad applicare il principio di RECIPROCITA' ETICA, SEMPLICITA' e ROTAZIONE e vediamo cosa esce fuori.
Si abolisce il pubblico impiego a vita, si istituisce un "servizio civico pubblico temporaneo" (ad esempio 4 anni su 40, il 10% della durata della vita lavorativa), cui possono partecipare tutti i cittadini (solo con fedina penale pulita e secondo le loro documentate pregresse attitudini lavorative) alla fine della loro carriera lavorativa privata. La paga mensile verrà fissata secondo il principio della domanda e offerta secondo ogni ruolo (come oggi si fa per appalti pubblici), con un minimo inderogabile pari a quello applicato nel lavoro privato nello stesso periodo storico.
Sono convinto che "evaporerebbero" istantaneamente tutti i problemi prima citati (paghe eccessive, stabilità di alcuni e precarietà di altri, corruzione, raccomandazioni nei concorsi ed altro, burocrazia inutile, inesperienza, ecc.).
Opinioni sulla soluzione proposta?

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Diario / Re:Cosa viene prima?
« il: Aprile 06, 2017, 11:25:25 am »
Alla domanda iniziale di Luigi (viene prima il diritto o l'economia?), la risposta dipende da cosa intendiamo per diritto e per economia.

Il termine economia deriva dal greco oikos-nomos (le norme regolanti la casa, il nucleo familiare). Quindi è un sottoinsieme più piccolo dell'insieme più grande delle nomos, le norme, ossia il diritto.
Sembrerebbe, quindi, venir prima la nomos (la norma, il diritto) e poi la (oikos-nomos) l'economia.
Il c.d. diritto positivo, a sua volta, deriverebbe dal c.d diritto naturale (ossia la morale, la coscienza, l'assioma).

Se per economia intendiamo gli aspetti finanziari-monetari, essi vengono temporalmente ancora dopo a seguito dello sviluppo dei commerci nel rinascimento italiano (Repubbliche marinare ecc.). Forse non è un caso che il sistema della partita doppia contabile (quella su cui si basa oggi ogni bilancio) sia stato inventato sempre in Italia, probabilmente dai mercanti veneziani del Rinascimento, dopo l’invenzione della banconota rappresentativa di un metallo ritenuto prezioso, per sopperire alle necessità contabili degli stessi banchieri.
Il frate matematico Luca Pacioli ne parla nel 1494 nell’opera “Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita”.

Viceversa, le Tavole delle Leggi erano note sin dagli albori della scrittura umana (Babilonesi, Mosè, Foro romano ecc).
Prima ancora esistevano nome di comportamento tramandate verbalmente. Sempre "norme" sono, ad esempio, quelle religiose verbali e poi trascritte di Zoroastro, i Veda ed altre.

Se per economia intendiamo il concetto di svolgere una attività "utile" è un concetto che anticipa l'essere umano e può coincidere col termine evoluzione.
OGNI attività evolutiva è utile (il primo pesce che ha tentato di uscire dall'acqua ha svolto una attività utile sotto il profilo evoluzionistico, così la giraffa col collo allungato per mangiare da cespugli più alti ecc).

In un certo senso tali termini (legge e utilità) si potrebbero riferire direttamente anche all'Energia, che è definita anche  (da molti) come Dio, il Logos.
La Natura, l'Energia (in senso laico o come Dio in senso religioso, ciascuno scelga la sua terminologia) si MUOVE PERMANENTEMENTE seguendo il principio (LEGGE fisica) di SEMPLICITA'-SIMMETRIA (una cosa semplice è simmetrica nello spazio-tempo e viceversa), ossia una modalità UTILE (la più utile possibile).... muoversi per raggiungere un risultato col minimo consumo possibile di energia stessa.

Gli scienziati lo chiamano "principio di minima azione" dell'Energia (sotto il profilo della semplicità) o anche "Simmetria CPT" (Carica Parità e Tempo).
I teologi, i religiosi, i filosofi, gli uomini di buon senso lo chiamano "rasoio di Occam" dal nome di un monaco-teologo (sotto il profilo della semplicità) o riferito agli esseri umani ed all'azione come "principio di reciprocità" (fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te).
Gli economisti lo chiamano principio di "economicità" (quello che dovrebbero seguire i sani imprenditori).
Ma, forse,..... parliamo nei tre casi della stessa cosa, con parole diverse in ambiti diversi.

Conclusione: forse sono la stessa cosa in due aspetti diversi. Il pensiero-forma (la Legge) e l'azione-sostanza (la semplicità-simmetria)
Nel senso che una LEGGE (pensiero) è Universale, solo quando ha la caratteristica della SEMPLICITA' (e dunque  UTILITA') generale (nell'azione).
Allo stesso tempo, solo una azione SEMPLICE (equilibrata per ogni parte per l'insieme) può provenire-diventare LEGGE universale.
Vale per la Fisica di base, vale per la Biologia,..... dovrebbe necessariamente valere anche per gli esseri umani.
Ci troviamo nei problemi che abbiamo perchè ancora non ci siamo auto-applicati bene, come esseri umani, tali principi logici.

Chiarito ciò, se proprio si vuol fare una scelta, direi il diritto (il pensiero che viene prima) rispetto all'economia (l'azione che viene dopo aver pensato). In questo concordo con Guido e sull'importanza di fare regole GIUSTE (il pensiero) per finalizzare le azioni umane

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Diario / Re:Un modello di Banca c.s.p.
« il: Aprile 05, 2017, 08:01:23 pm »
Scrivo per confermare l'EFFETTO NEGATIVO DEGLI INTERESSI anche nella fase creativa della moneta (che oggi è la forma più estesa di "prestito", anche se pochi lo sanno)

1) Da un lato l’attuale sistema socioeconomico capitalista è intrinsecamente idoneo a sorreggersi sul lungo tempo soltanto in una fase di continua crescita del PIL. In una fase stazionaria o di decrescita, infatti, si auto-distruggerebbero i risparmi monetari dei cittadini e si ridurrebbe anche la successiva capacità di investimento.

La teoria economica ritiene che il reddito monetario prodotto possa essere destinato, alternativamente, in consumo o in risparmio e quest’ultimo equivalga sempre a nuovi investimenti, pubblici o privati che siano: quindi, in un periodo di scarsi investimenti si auto-distruggerebbero gradualmente i risparmi monetari, essendo i risparmi e gli investimenti tra loro equivalenti.

La causa implicita di tale effetto negativo è che, nel sistema capitalista mondiale, l’attuale creazione monetaria avviene da parte delle Banche sempre come “debito” (ossia a fronte dell’erogazione di un prestito bancario che per il debitore equivale ad un investimento), che è produttivo di “interessi”, forma di debito aggiuntivo. Quindi, a livello di sistema globale (riferendosi congiuntamente a tutti i prestiti esistenti), affinché tutti i debitori-investitori possano poi trovare in circolazione la moneta per ripagare integralmente alle Banche creditrici tutti i prestiti ricevuti in precedenza (ossia i debiti originari insieme agli interessi aggiuntivi dovuti) vi è la continua necessità che le stesse Banche creino periodicamente nuova moneta aggiuntiva, sempre nella forma del prestito (altro debito più interessi), in un ciclo espansivo infinito. La continua espansione della Massa monetaria mondiale è proprio ciò che è gradualmente avvenuto nel Mondo, in modo particolare dalla fine della seconda guerra mondiale.

In altre parole (lo ripeto per facilitare la comprensione di un aspetto molto importante), soltanto i nuovi prestiti permettono che tutti gli originari debitori abbiano la possibilità matematica di restituire al momento opportuno la moneta originariamente ricevuta (capitale) più la moneta aggiuntiva dovuta (interessi) per tutti i vecchi prestiti. Infatti, la moneta necessaria per il pagamento degli interessi aggiuntivi non era mai stata ricevuta in prestito da nessuno e, quindi, a livello globale era inesistente nel mercato al momento dei precedenti prestiti. Tale moneta viene via via ad esistenza solo con l’erogazione dei nuovi prestiti bancari, in una misura che deve essere sempre gradualmente aumentata nel tempo.

Ebbene, le Banche concedono nuovi prestiti, ossia creano nuova “moneta negativa”=debito, solo nell’ipotesi in cui abbiano una visione positiva del futuro economico, ossia prevedano la futura crescita del PIL e, quindi, che l’investimento del proprio debitore sia effettivamente fruttuoso e possa poi essere rimborsato.

E’ evidente che, in una fase stazionaria o di decrescita degli investimenti e del PIL, il sistema economico è matematicamente destinato al collasso sul lungo termine perché, non concedendo o riducendo le Banche gli ulteriori prestiti (dunque, non creandosi ulteriore nuova moneta ed estinguendosi pure quella già esistente a seguito del rimborso parziale dei vecchi prestiti), è materialmente impossibile, per mancanza di moneta, la restituzione completa da parte dei debitori di tutti i precedenti prestiti più gli interessi.
A livello di sistema, aumentano inevitabilmente i crediti “deteriorati” delle Banche Commerciali (i c.d. “NPL Non Performing Loans”), ma anche i semplici crediti “non pagati” tra imprenditori, fenomeni entrambi particolarmente evidenti in Europa, almeno dal 2008.

Ne consegue la graduale matematica distruzione dei risparmi-crediti accumulati e depositati dagli ignari cittadini nelle Banche commerciali e da queste ultime prestati a debitori “necessariamente insolventi” (come detto, per la mancanza in circolazione della moneta da restituire).

2) Dall’altro lato, invece, il sistema socioeconomico mondiale è destinato matematicamente sul lungo termine proprio alla “decrescita” del PIL e degli investimenti, in virtù:
a) dell’aumento della produttività del lavoro umano, per l’introduzione sempre maggiore dell’informatica, della robotica ed in generale per le continue semplificazioni produttive e distributive, che diminuiranno l’ammontare complessivo delle retribuzioni-redditi umani;
b) dei limiti ambientali e delle risorse naturali, che sul lungo tempo faranno necessariamente ridurre la cementificazione del pianeta Terra e le varie estrazioni minerarie e petrolifere;
c) dell’aumento del benessere (e, almeno in alcuni Paesi come l’Italia, della decrescita della popolazione), che provoca una graduale riduzione del tasso di crescita del PIL, come dimostrano le statistiche sul lungo periodo dei Paesi OCSE .

Dall’esame congiunto dei due aspetti appena descritti consegue che vi è una INCONPATIBILITA' CERTA (matematica) tra le norme di natura “finanziaria-monetaria” (Moneta=prestito=Debito) sottostanti l’attuale sistema socioeconomico capitalista, tecnicamente idonee solo nell’ipotesi di continua crescita del PIL, ed il sistema socioeconomico mondiale “reale” che tenderà in futuro inevitabilmente verso la stazionarietà o decrescita del PIL.

Deve essere CHIARO che nessuna vera “decrescita felice” (secondo la definizione dell’ecologista Maurizio Pallante e dell’economista Serge Latouche) o vero “BENE COMUNE” (secondo la definizione di tanti filosofi, del “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa”, cap. 4.2,  o dei tanti politici mondiali) sarà mai matematicamente attuabile nel mondo, se non previa trasformazione del sistema monetario da “moneta negativa”=debito a “moneta positiva”, ossia NON creata a “prestito=debito”

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Diario / Re:le unioni giuste ( la Grecia che non ti aspetti )
« il: Aprile 03, 2017, 07:24:10 am »
La tua frase "tutti gli stati e tutti i popoli saranno trattati come un immenso e sterminato serbatoio di conigli in cui volpi molto intelligenti sceglieranno quali e quanti conigli levare da mezzo per mangiarseli", mi fa venire in mente alcune parole di Papa Francesco che avevo letto, che trascrivo testualmente e consiglio di leggere MOLTO LENTAMENTE per afferrarne il significato profondo.

Ci avvisa Papa Francesco “questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello ‘scarto’ che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono ‘sfruttati’ ma rifiuti, ‘avanzi’.” (Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium cap.53).
Questo può essere identificato come il PROBLEMA.

Adesso la potenziale SOLUZIONE.
Nella sua recente enciclica “Laudato Si’, sulla cura della casa comune” dedicata ai rapporti tra ECOLOGIA, ETICA ed ECONOMIA (http://www.news.va/it/news/laudato-si-il-testo-integrale-dellenciclica-di-pap), Papa Francesco evidenzia come oggi, erroneamente, sia proprio l’ECONOMIA a dettare le DIRETTIVE del comportamento sociale, che CONTRASTANO sia con l’ECOLOGIA planetaria che con l’ETICA umana. Va eliminata questa contraddizione.
Dice Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’: “Affinché sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di cambiare il modello di sviluppo globale, la qual cosa implica riflettere responsabilmente sul senso dell’economia e sulla sua finalità, per correggere le sue disfunzioni e distorsioni. Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso (cap.194)”…. “Abbiamo bisogno di una POLITICA che pensi con una VISIONE AMPIA, e che porti avanti un nuovo APPROCCIO INTEGRALE, includendo in un DIALOGO INTERDISCIPLINARE i diversi aspetti della crisi…. Se la politica non è capace di rompere una logica perversa, e inoltre resta inglobata in discorsi inconsistenti, continueremo a non affrontare i grandi problemi dell’umanità (cap.197)” .

Le Leggi positive umane eco-nomiche devono ricalcare quelle naturali eco-logiche.
Solo quando le nomos (norme positive) coincideranno col Logos (Dio, la Logica universale, la Natura, il diritto naturale, la morale) esse saranno ritenute giuste da TUTTI, verranno rispettate con gioia da TUTTI, si eviteranno finalmente i conflitti umani e si raggiungerà il BENE COMUNE.

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Diario / Re:CHE DIO BENEDICA TRUMP
« il: Aprile 01, 2017, 04:06:04 pm »
Concordo con Luigi sui grandi effetti che potrà avere l'azione di Trump in termini economici,.... per ora per migliorare l'economia e l'OCCUPAZIONE in USA, ma in futuro, per analogia o "contagio", anche negli altri paesi che saranno indotti a copiare.
Riporterebbe in auge l'OCCUPAZIONE ed il LAVORO, piuttosto che la sola rendita finanziaria.

Capisco anche dare l'importante valore che merita al giurista-economista Marcello Soleri, ma... non possiamo qualificare Keynes come "un povero demente", anche se non in senso assoluto, ma raffrontandolo ad altri  :) ;)

Keynes è una persona che ha scritto innumerevoli libri ed in particolare uno intitolato "Teoria generale dell'OCCUPAZIONE, dell'interesse e della moneta", dove affronta tutti i problemi CONTEMPORANEAMENTE, tant'è che viene considerato il fondatore della macroeconomia.
Qui, sintetizzata, la sua proposta della International Clearin Union https://en.wikipedia.org/wiki/International_Clearing_Union

Lui stesso ha dato una definizione delle qualità del “buon economista” : "Deve essere in una certa misura matematico, storico, statista, filosofo. Deve capire i simboli matematici ed esprimersi a parole. Deve impegnarsi a pensare il particolare in termini del generale, e tener insieme l'astratto e il concreto in un unico percorso di pensiero. Deve studiare il presente alla luce del passato e per gli scopi del futuro. Non deve lasciare completamente fuori dalla propria considerazione alcun aspetto della natura umana e delle sue istituzioni. Deve, allo stesso tempo, mirare diritto allo scopo ed essere disinteressato, distaccato e incorruttibile come un artista e tuttavia talvolta con i piedi per terra come un politico."
Per  un vero “salto in avanti” nel mondo servirebbero uomini del genere. Quindi, più umilmente, bisogna abituarsi a vedere le cose da PIU' VISUALI e per questo è importante lavorare INSIEME e confrontarsi.

Ultimo, ma non per importanza, la stessa struttura economica della Costituzione Italiana ha un fondamento keynesiano.

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Diario / Re:CHE DIO BENEDICA TRUMP
« il: Aprile 01, 2017, 12:43:32 pm »
Riguardo Trump, concordo con Guido sul fatto che  "nella sua imprevedibile follia, ci scappi anche qualche aspetto positivo, non c'è da meravigliarsi: è uno che sa rompere gli schemi".
Trump (lo ha detto e ridetto ed è per questo che ha vinto le elezioni) vuole aumentare il LAVORO, la PRODUZIONE ed i REDDITI dei cittadini americani. Gli USA hanno un saldo commerciale in disavanzo di circa 500-600 miliardi di Dollari annui da qualche decina di anni (ossia importano più che esportare). Più o meno, compensano l'eccessivo export cinese e tedesco.

Trump dovrebbe probabilmente far svalutare il dollaro (aumenterebbero le esportazioni sul medio-lungo termine), ma per tanti altri motivi forse non può o non vuole farlo. Peraltro, i tassi di interesse ed i QE, che potrebbero farlo svalutare, dipendono dalla FED e non da lui.
Dovrebbe abbassare le tasse, ma avrebbe problemi di deficit eccessivi ecc.
Allora non gli resta che mettere i dazi rendendo più costose le merci estere e più convenienti quelle prodotte all'interno.
Dal suo punto di vista è abbastanza logico.

Si fa così anche in Europa, ad esempio per bloccare i pannelli solari cinesi e favorire quelli prodotti in Germania (guarda caso...) http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/18/fotovoltaico-commissione-ue-proroga-dazi-su-pannelli-cinesi-per-15-mesi-gruppo-trina-risponde-con-rappresaglia/2309428/

O si crea un mercato globale in EQUILIBRIO (ossia si utilizza l'intelligenza e la "ragione" logica e reciproca) oppure ognuno è autorizzato a difendersi con furbizie dagli altri furbi. Se non fai il furbo (in un mondo di furbi) sul lungo tempo "muori" economicamente, come sta avvenendo in Italia. Si chiama "principio di legittima difesa".

Bisognerebbe almeno rileggersi le idee di Keynes esposte a Bretton Woods. In sintesi consigliava che i saldi commerciali tra Stati si pagassero con una moneta virtuale Bancor (se ne tenevano i conteggi con partite contabili dare-avere) e, dopo un certo periodo di tempo, chi non compensava le proprie esportazioni eccessive precedenti, con maggiori importazioni successive altrui, vedeva sparire i suoi crediti.
Insomma, i crediti in Bancor erano utili per acquistare merci, non per accumulare capitali a danno degli altri.   

Se si applicasse tale principio ADESSO all'interno dell'Eurozona o proprio della EU, l'euro non creerebbe nessun problema (aggiuntivo rispetto a quelli comunque esistenti della moneta=debito).
Perchè non se ne parla?....
Magari con i saldi positivi ci paghiamo innanzitutto le spese di funzionamento dell'EU? All'Italia costano oltre 15 miliardi annui.
Ci paghiamo i migranti (tutti finalmente si preoccuperebbero di portare LAVORO in Africa per ridurre i migranti)?.
Ci paghiamo un bel sistema comune di ambasciate UE (riduciamo i costi pubblici da 27 ad 1 ambasciata-consolati in ogni paese del mondo) visto che abbiamo già un comune Ministro degli esteri (sulla carta) ?


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Diario / Re:le unioni giuste ( la Grecia che non ti aspetti )
« il: Aprile 01, 2017, 09:47:22 am »
Espongo un piccolo chiarimento. per il resto sono d'accordo su quello che dici.

Dove ho scritto  "Tenuto conto che ciascuno di noi riceve denaro dagli altri se svolge azioni utili nei loro confronti...", intendevo dire che, ad esempio, il panettiere riceve denaro da me o da te perchè ci consegna del pane, ossia in quel momento svolge un'azione utile (lavoro) nei nostri confronti (d'altra parte, se non avessimo bisogno di pane non andremmo dal panettiere e lui non riceverebbe i nostri soldi).
Questo vale, ovviamente, per ogni attività lavorativa. In questo senso la dazione-ricezione di DENARO è concatenata al LAVORO.
E' il famoso concetto su cui  Luigi tante volte, giustamente, insiste LAVORO, PRODUZIONE, REDDITI (valutati in forma monetaria).

Poi aggiungi "ecco non accade questo, mai, chi svolge azioni utili per gli altri normalmente non riceve compenso!".
Rispondo che altro discorso è fare azioni utili gratuitamente (volontariato?).... BEN VENGANO. Esse sono mal sopportate in un sistema capitalista perché non producono redditi dichiarati, PIL, tasse, non muovono conti correnti e carte di credito.
Paradossalmente se tutti gli esseri umani si mettessero d'accordo a svolgere tra loro SOLO attività gratuite (come facevano nei monasteri ed in molte comunità cristiane e si fa normalmente in famiglia) il sistema capitalista imploderebbe all'istante. Non avrebbe più senso la moneta, le tasse sui redditi, la banca, la finanza ecc.... ci vorrebbe una FIDUCIA MASSIMA tra tutti gli esseri umani e nessun furbo....

Poi aggiungi "se anche fosse, non vuol dire che siano per forza azioni utili, e bisognerebbe vedere cosa muove la persona che le fa a farle".
Giusto. Al di là dei c.d. "ladri comuni" (sempre esistiti, ma sempre puniti), alcuni aspetti finanziari di oggi permettono ad alcuni di acquisire denaro altrui pur non svolgendo, a detta di molti, attività propriamente utili. Paolo Maddalena lo definisce "Gli inganni della finanza", Zygmut Bauman "Capitalismo parassitario". Il sostantivo capitalismo secondo me va bene (con certi limiti fissati dalla collettività-Stato al fine del raggiungimento del bene comune), è l'aggettivo parassita che va male.

Quanto al problema del LAVORO e delle ESPORTAZIONI non diciamo tra noi cose contraddittorie, anzi. Hai solo aggiunto un ulteriore giusto aspetto al discorso.
Le esportazioni eccessive di alcuni tolgono lavoro agli altri (tu dici che devono andare in EQUILIBRIO, come la penso anche io).
Finchè il saldo commerciale non sarà in equilibrio, tuttavia, le esportazioni eccessive di un paese riducono inevitabilmente il LAVORO nel paese che importa i prodotti (frutto di lavoro) altrui. Keynes (inglese) aveva capito perfettamente il problema ed aveva suggerito un sistema di compensazioni automatico delle esportazioni tra paesi in sede di Bretton Woods. Fu accolta invece la diversa tesi americana (che avevavo vinto la guerra).

Tu aggiungi che anche nel paese esportatore tale risultato si raggiunge attraverso lo sfruttamento  di parte dei loro lavoratori (sottopagati). In gran parte è vero, in altra parte si verifica il fenomeno attraverso aiuti di stato (anche fiscali  indiretti) alle aziende nazionali.
Vanno analizzati i singoli fattori della produzione, ad esempio:
1) IMMOBILE in cui viene svolta l'attività. In Italia chi loca deve indirettamente includere nel prezzo del canone la tassa IMU (enorme) che paga allo Stato (o la pagherebbe direttamente l'impresa che fosse proprietaria del proprio stabilimento).
Costo maggiore per imprese italiane rispetto ad altre.
2) ENERGIA. Abbiamo l'energia più costosa (o tra le più costose) del mondo, a forza di inserire accise giustificate per ogni cosa.
Costo maggiore per imprese italiane.
3) TRASPORTI. Abbiamo autostrade a pagamento fisso e ... a pagamento variabile aggiuntivo (autovelox esagerati solo per fare "cassa"). In Germania sono gratuite.
Costo maggiore per imprese italiane.
4) TASSE. Abbiamo le maggiori tasse al mondo sul lavoro delle imprese e sulle retribuzioni dei lavoratori. Si lavora tanto, ma il reddito netto è più basso (reddito meno tasse) e quindi abbiamo pochi investimenti e consumi, con successivi minore produzione, redditi e cosi via.
A parità di costo lordo della paga, in Germania o in Cina il lavoratore avrà un maggior netto in tasca che farà girare l'economia di più.
Costo maggiore per imprese italiane
E cosi via....

Tutto questo solo perchè abbiamo (così si dice....) un alto debito PUBBLICO. In altro post di confederazione ("siete sicuri che l'euro sia solo una moneta?") si è giunti alla conclusione che la MONETA è sempre un DEBITO e dunque in ogni paese, per esistere MONETA da scambiarsi,  devono esistere necessariamente DEBITI che possono essere o PRIVATI o PUBBLICI.
Se quelli PRIVATI sono BASSI  in Italia (siamo notoriamente un paese di risparmiatori, con pochi debiti privati in proporzione al PIL rispetto agli altri paesi) allora avremo necessariamente un più ALTO debito PUBBLICO. E' MATEMATICA. Ma è un bene, ritengo.  E' la natura contabile monetaria, secondo me, che è sbagliata.

Come nel gioco del Monopoli, si ritorna circolarmente "al Via", all'inizio del ragionamento.
La soluzione dei problemi del LAVORO, PRODUZIONE e REDDITI, ossia dei fattori della produzione imprenditoriale (i 4 punti sopra indicati ed altri) è legata a quella degli aspetti finanziari (moneta, debito, banche), che è legata anche (ma non solo) ad una visione  ETICA.
 Serve un PROGETTO UNITARIO.

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Diario / Re:le unioni giuste ( la Grecia che non ti aspetti )
« il: Marzo 30, 2017, 10:51:25 pm »
E' un problema importante quello evidenziato ed ha radici lontane che toccano sia il LAVORO, ma ancor più una diversa visione dell'ETICA (fondante il LAVORO) nei vari popoli del mondo (in particolare i cristiani riformati: tedeschi, olandesi....)

Prendo spunto da una frase indicata nel testo, che mi sembra rappresenti il nocciolo del  tuo intervento:
"Per trovare la moneta? NO! Per trovare un nuovo sistema economico? NO!
 E per trovare cosa? la risposta univoca è:  PER TROVARE LA PRODUZIONE, IL LAVORO E IL REDDITO...."

E' evidente che  le persone vogliano prima di tutto VIVERE, dunque (e solo come conseguenza) si spostano per trovare il LAVORO, per avere un REDDITO (che, non dimentichiamolo, oggi è misurato ed anzi consiste proprio di MONETA, che quindi le persone vogliono).
Della MONETA (e dei relativi problemi) ci si potrà liberare solo se si riuscisse ad organizzare un mondo senza scambi intermediati dalla moneta.... la vedo possibile (una banca del "tempo"? e non del "valore del tempo") ma molto lunga!!.

Ma i tedeschi come stanno vincendo sui greci ? (e su noi ed altri popoli).
Mi sembra che ciò accada proprio col LAVORO !!!! (questo è il paradosso).
I tedeschi stanno distruggendo economicamente tutti (soprattutto da quando è entrato l'euro) solo con la PRODUZIONE ed il loro LAVORO in eccesso, che dunque ESPORTANO, "succhiando" il denaro dalle altre economie che importano e che alla lunga rimangono senza denaro per operare gli scambi. Questo è il nodo da sciogliere: la distribuzione del lavoro.

E l'ETICA che c'entra?. Le aree geografiche dove prevalentemente si è sviluppata da circa cinque secoli la Riforma luterana-calvinista (Svizzera, valle del fiume Reno, Olanda, Germania, nord Europa, Inghilterra-Scozia e poi USA) sono proprio quelle dove si è sviluppato l’attuale sistema economico capitalista di “ispirazione” anglosassone-occidentale di natura intrinsecamente competitiva e conflittuale che ha originato, come conseguenza, una sociologia che si è “adeguata” a tale natura, piuttosto che contrastarla, teorizzando inevitabili conflitti tra classi sociali (comprese le idee di Marx che era di Treviri, città tedesca vicina all'Olanda) ed una politica ovviamente divisa in partiti rappresentanti le diverse classi sociali in contrasto e, quindi, altrettanto competitiva e conflittuale, “partorendo” sistemi politici conflittuali (multipartitismo, bipolarismo) incapaci, per definizione, di trovare soluzioni unitarie soddisfacenti e condivise da TUTTI i cittadini.

Per comprendere meglio ed avere una visione storica complessiva è interessante anche la lettura del libro del tedesco Max Weber intitolato “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” o, per i più curiosi, fare autonome ricerche sulle Chiese cristiane riformate riguardo il tema della “predestinazione personale” collegato al raggiungimento della “ricchezza personale”, tutto ciò in rapporto alla nascita del capitalismo in certe aree geografiche e non in altre.

Per aiutare i curiosi, ipotizzo liberamente un colloquio tra due persone di alcuni secoli fa, nel periodo della nascita del capitalismo, quando esso era ancora fondato sull’ETICA religiosa:
Soggetto A: “Come si concilia secondo te il fatto dell’onnipotenza ed onniscienza di Dio con la circostanza dell’esistenza del libero arbitrio umano? Se Dio sa tutto in anticipo e sa quindi già che qualcuno andrà all’Inferno, perché lo ha creato? E, soprattutto, come può esistere il libero arbitrio della persona umana, se tanto è già predestinata da Dio all’Inferno o al Paradiso prima della sua nascita?”
Soggetto B: “Effettivamente sono grandi domande a cui noi umani non sappiamo dare risposta. Con certezza la risposta giusta esiste ed è a conoscenza di Dio onnisciente. Piuttosto, essendo noi singoli esseri umani, ridurrei la domanda al nostro destino personale umano. Quali azioni ciascuno di noi deve svolgere per andare con certezza in Paradiso? Come fa ognuno di noi a sapere sin d’ora se è predestinato effettivamente all’Inferno od al Paradiso?”
Soggetto A: “Almeno in questo caso la risposta mi sembra semplice: andrà in Paradiso chi svolgerà tante azioni buone!!. Le azioni buone sono quelle utili agli altri e che soddisfano i loro bisogni”.
Soggetto B: “Mi sembra giusta la tua risposta. Tenuto conto che ciascuno di noi riceve denaro dagli altri se svolge azioni utili nei loro confronti, ciò significa che chi ha tanto denaro ha svolto tante azioni utili e quindi andrà con certezza in Paradiso?”;
Soggetto A: “Le tue considerazioni logiche mi sembrano ineccepibili. Chi ha tanto denaro è certamente un giusto che ha svolto tante azioni utili in favore degli altri ed andrà con certezza in Paradiso !!”;
Soggetto B: “Ho qualche ultimo dubbio, perché mi ricordo che il Vangelo parlava spesso in favore dei poveri piuttosto che dei ricchi.... tuttavia, riflettendoci bene, è sicuramente logico quello che abbiamo detto e quindi, senza più dubbi, impegniamoci a lavorare razionalmente per diventare più ricchi possibile; ciò significherà che siamo dei giusti personalmente predestinati ad andare sicuramente in Paradiso”.

Sembra tutto così effettivamente logico o ci sono degli errori?
Dal colloquio dei due Soggetti A e B che erano alla evidente ricerca del Paradiso per ciascuno di loro, se ne deduce che il ricco, che sta bene materialmente in quanto produttore di profitto personale, starà personalmente bene anche immaterialmente-spiritualmente andando in Paradiso.

Sin dall’origine la visione capitalista-calvinista era un po’ “squilibrata” verso il principio del merito personale, piuttosto che il principio della solidarietà e quindi era poco presente l’idea del bene comune immateriale-spirituale. Tuttavia, il fondamento religioso permetteva comunque la permanenza di una visione etica nel capitalismo.
Nel tempo, con la laicizzazione della società e l’avanzare di filosofie materialiste e nichiliste, venuta meno la ricerca religiosa ed etica del bene immateriale-spirituale è rimasta, inevitabilmente, soltanto la ricerca del bene materiale individuale. E’ così emersa la conflittualità perenne ed egoistica del sistema capitalista.

E’ bene essere consapevoli che da colloqui e riflessioni come quelli sopra descritti nasce lo “spirito” del capitalismo e l’attuale ricerca del profitto e bene personale, quale preteso riconoscimento del merito personale, tralasciando tuttavia nel ragionamento la solidarietà-dono e la ricerca del bene comune.
Se non si scioglie il nodo-contraddizione del capitalismo, che al fine di tutelare il merito favorisce troppo l’egoismo, ossia il profitto personale o di un singolo gruppo sociale o di un singolo popolo, impedendo il raggiungimento del bene comune dell’umanità intera, il mondo andrà sempre incontro a inevitabili conflitti, inutile farsi illusioni.

Va trovata una soluzione che concili la produzione (ma anche la distribuzione) del LAVORO con la distribuzione della MONETA in un'unica visione ETICA equilibrata, senza sbilanciarsi troppo su uno solo dei fattori

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Diario / Re:Sanità e industria farmaceutica pubbliche
« il: Marzo 30, 2017, 08:19:52 pm »
E' un argomento molto interessante.
Io lo legherei al problema dei BREVETTI in genere, di cui quelli dei farmaci sono ai primi posti nella classifica della "redditività".

Tempo fa, pensando al problema, constatavo che le strutture più innovative e costose nella ricerca sono PUBBLICHE INTERNAZIONALI, ma i brevetti sono quasi sempre PRIVATI.
Partendo dall'alto, la Stazione Spaziale Internazionale orbitante intorno al pianeta Terra è finanziata con fondi pubblici di vari Paesi ed è una struttura  nata solo per fare esperimenti relativi ad assenza di gravità. Idem il CERN di Ginevra nel settore della fisica quantistica e delle alte energie. Idem alcuni grandi telescopi (ad esempio quello dell' ESA in Cile) per studiare lo spazio cosmico. Idem il laboratorio del Gran Sasso in Italia ed altri.
Funzionano abbastanza bene,nel senso che danno risultati e sono abbastanza meritocratici nella selezione del personale (perchè ogni nazione cerca di mandarci i propri migliori ricercatori, per raggiungere anche meriti accademici).

Dunque, tutte ricerche costosissime (neanche lontanamente paragonabili col costo della ricerca dei farmaci) e pagate con fondi PUBBLICI.
In Italia abbiamo laboratori pubblici anche nel settore dei farmaci (Università) che tuttavia, a vedere dai brevetti depositati, sulla carta dovrebbero funzionare un pò peggio di quelli privati (o forse lavorano con finalità diverse, che non quella di creare farmaci "finti" o "eccessivi" o forse poi si fanno "sfuggire" i brevetti redditizi:... andrebbe approfondito).

Proporrei di fare alcuni grandi laboratori internazionali (con interscambio di ricercatori di varie nazioni) dove concentrare la ricerca dei farmaci, finanziati dai Paesi con fondi pubblici (come ISS, CERN, ESA ecc.), magari nelle Università più importanti di farmacia-medicina del mondo da selezionarsi e che tutte le ricerche così effettuate fossero PUBBLICHE nei risultati, abolendo quindi proprio il concetto di BREVETTO. La ricerca e lo sviluppo raggiunto sono di tutta l'umanità.
Probabilmente si ridurrebbero anche le tante ricerche doppione oggi esistenti solo per battere sul tempo gli altri nel brevettare il farmaco.

Secondo me è assurdo che oggi si muoia, pur esistendo il farmaco, perchè il medicinale costa troppo in quanto tutelato da brevetto.
Le case farmaceutiche, giustamente private, produrrebbero in concorrenza SOLO i medicinali, senza esser titolari del brevetto (come oggi accade per i generici). Se casualmente sviluppassero un farmaco buono, esso diventerebbe comunque pubblico e riproducibile senza brevetto, non avendo esse investito nulla per averlo.
 
L'idea si potrebbe allargare ad altri settori. Il principio di fondo è che la RICERCA di base dovrebbe essere PUBBLICA nella sua finalità, perchè altrimenti si crea conflitto tra interesso privato e della collettività umana; la PRODUZIONE PRIVATA.
Per inciso, l'unico settore industriale che renderei PUBBLICO DEL TUTTO (anche nella fase produttiva) è quello militare, perchè lì il rischio insito nel conflitto di interessi è ancora più alto: un costruttore di bombe privato vuole, inevitabilmente, che si consumino per poterne produrre e vendere altre !!! Penso che sia anche uno dei motivi (al di là di altri motivi politici aggiuntivi) perchè ci siano sempre continue guerre nel mondo.

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Diario / Re:Quanto ci costa restare nell'euro
« il: Marzo 30, 2017, 01:31:08 pm »
 I problemi monetari sono di almeno due livelli:


1) primo livello:Euro. Una moneta comune tra più Stati, che implica  la necessità di svalutare i fattori della produzione per essere competitivi, non potendosi modificare il tasso di cambio tra gli Stati aderenti.
Tenuto conto che l'Italia ha uno stock di debito più alto di altri paesi e (per una serie di motivi) ha un rating più basso di altri e dunque in assoluto ha un debito pubblico molto più costoso (circa 80 miliardi di euro annui di interessi, il che implica tasse sulle imprese e sull'energia più alte), ne consegue che le imprese che operano in Italia, avendo già tasse, costo del denaro ed energia più elevate di quelle ad esempio tedesche, devono NECESSARIAMENTE svalutare altri fattori della produzione, ossia principalmente il lavoro (ma anche il costo immobiliare), per rimanere competitivi. Ovviamente, svalutando il costo del LAVORO, si riducono i redditi futuri e quindi vi è la crisi.
La c.d. "crisi" in Italia, continuando a permanere nell'euro, è dunque assolutamente MATEMATICA (salvo non ci fossero in futuro trasferimenti fiscali gratuiti  dalla Germania-Olanda).
I 750 miliardi indicati si riferiscono al passato, ma quanto valgono i futuri?

Soluzione parziale: basterebbe fare una regola SOLIDALE che facesse pagare le spese di funzionamento alla UE in via preventiva con i soli saldi positivi commerciali di ogni Paese nei confronti degli altri paesi intra UE (potrebbe essere una proposta di modifica dei trattati da studiare?) e vedreste che la Germania-Olanda finirebbero la loro operazione di "stritolamento" degli altri, perchè attraverso i finanziamenti UE le risorse in eccesso di Germania-Olanda tornerebbero agli altri paesi, facendo finalmente ricircolare la moneta.


2) secondo livello: MONETA=DEBITO. Gli argomenti di Nicoletta Forcheri  ed altri, di cui si è discusso anche in altri topic. E' un problema praticamente di tutte le attuali monete dei paesi capitalisti. Non ho approfondito, ma non penso che ad esempio Iran o Cuba emettano titoli del debito pubblico nelle loro valute per stampare la loro moneta (semmai hanno debito in valute estere in funzione di commerci internazionali).
 
Soluzione: modificare l'attuale natura della moneta=debito e fare modifiche costituzionali (ad esempio, la Banca d'italia non è citata nella Costituzione, mentre la BCE lo è nei Trattati UE) rendendo autonomo il potere monetario da quello esecutivo, sebbene soggetto sempre alla sovranità popolare democratica.

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Diario / Re:ripresa contatti
« il: Marzo 24, 2017, 11:52:00 pm »
A mio giudizio avete ragione tutti, per motivi diversi. Le proposte vanno coordinate bene ed integrate.
Luigi Intorcia scrive: "LAVORO, PRODUZIONE , REDDITI , vengono prima di ogni altro punto di programmazione e di azione complessiva . Punti che vengono anche prima della moneta".
Nicoletta Forcheri mette al centro del suo lavoro di studio proprio la MONETA, da crearsi libera dal debito (ho visto il video del suo intervento alla Camera dei Deputati del 4 novembre 2016 ed è molto interessante).
Guido Grossi scrive: "L'Etica sopra la Politica. La Politica sopra l'economia. E il mondo lo raddrizziamo".
Tutti affermano di voler attuare la Costituzione, ritenendola  una "cornice" di regole chiare che permetta di raggiungere il c.d. "bene comune".
Penso sia pacifico che da alcuni millenni gli esseri umani vivono sia di "cose spirituali" (il bisogno di amare e di essere amati; di condividere, come scrive Guido) e sia di "cose materiali" (LAVORO, PRODUZIONE , REDDITI, come scrive Luigi). Queste ultime, in fondo, si sostanziano nella "produzione e scambio di beni e servizi" tra esseri umani.
Provo ora a collegare i concetti di ETICA (Guido), LAVORO (Luigi) e MONETA (Nicoletta) in riferimento all'esigenza umana di "produzione e scambio di beni e servizi".
Innanzitutto la produzione e lo scambio di beni e servizi può essere effettuata in una duplice forma: gratuita (il dono) od  onerosa (intermediata dalla c.d. moneta).
Nella prima forma è sempre presente l'etica (il dono di per sè ha valenza etica): è quello che accade in una sana famiglia (la comunità di base, spesso citata da Michele Citarella ma anche nella Costituzione) od anche in comunità più grandi (ad esempio nelle comunità benedettine vige il famoso "ora et labora", ossia prega -valore etico- e lavora -valore indicato da Luigi ed anche nell'art.1 della Costituzione). Quindi, innanzitutto, è possibile lo scambio gratuito di beni e servizi in comunità più o meno grandi. In questo caso (scambio gratuito) è presente l'ETICA, il LAVORO ma non la MONETA.
Nella seconda forma dello scambio oneroso è presente la MONETA. Essa da sola non è certamente sufficiente (sbarcando su un'isola deserta con una valigetta di monete si morirebbe di fame se non ci si mettesse a LAVORARE per trovare cibo) ed in questo ha ragione Luigi. La MONETA, tuttavia, è necessaria in una comunità nazionale o mondiale che ha deciso di non LAVORARE gratuitamente per produrre e scambiarsi beni e servizi; quindi -in un mondo che funziona con scambi onerosi- ha ragione anche Nicoletta nel porre attenzione alla produzione di una moneta "democratica" e semplice (CREATA dal nulla dallo Stato ed esente da debito).
Tuttavia, molti si stanno ponendo il problema di studiare forme diverse di CREAZIONE della MONETA ma, a mio modo di vedere, pochi quello della modalità della sua successiva DISTRUZIONE. L'attuale sistema capitalista ha tanti difetti ma non questo: nel caso di un investimento sbagliato di un imprenditore, magari finanziato da una banca, alla fine qualcuno (gli azionisti dell'impresa e/o della banca che perde il credito e/o dei risparmiatori sottoscrittori di obbligazioni bancarie) con certezza perde comunque la moneta-risparmio che si AUTODISTRUGGE. Ad esempio, in Italia negli ultimi anni si sono creati circa 300 miliardi di "cattivi crediti" bancari. Ipotizzando un recupero di  1/3 del loro valore, qualcuno da qualche parte (valore di borsa delle imprese, delle banche o risparmi in banca) ha perso o perderà con certezza almeno 200 miliardi (i residui 2/3) che "spariranno" dalla circolazione, autodistruggendosi.
Oggi è il mercato (le banche, la finanza) che crea la moneta ed è il mercato che la distrugge.
Se la moneta la creasse gratuitamente lo Stato deve essere lo stesso Stato a distruggerla, attraverso il prelievo fiscale.
Dunque, unitamente ad una riforma MONETARIA (idea di Nicoletta Forcheri ed altri) serve anche una innovativa riforma FISCALE (idea mia). Quest'ultima dovrebbe esentare il LAVORO dalle imposte (così da incentivarlo, idea di Luigi), concentrando le imposte solo sulla ricchezza accumulata in eccesso rispetto a quanto necessario (in forma ampia) per tutta la vita, riducendo  sia la spinta individuale all'accumulo egoista di ricchezze superflue al singolo che, contemporaneamente, distruggendo moneta in eccesso.
Oggi nei ruoli dirigenziali pubblici e (parzialmente) anche privati si inizia a parlare di limite massimo di reddito annuale e/o di pensione massima,.... secondo me si dovrebbe parlare, più correttamente, di un LIMITE corrispondente ad un patrimonio etico massimo vitalizio.
In questo modo rientrerebbe l'ETICA (idea di Guido) anche negli scambi onerosi, da cui oggi è necessariamente uscita essendo incompatibile con la tendenza umana all'accumulo egoista ed ILLIMITATO di ricchezza-moneta con danno altrui ("il denaro è lo sterco del demonio" è una frase di antichi padri della Chiesa, ma anche di Lutero e di Papa Francesco).
Tutti sarebbero incentivati a lavorare (esenzione totale dalle imposte), ma  i pochi che raggiungessero un alto limite individuale a quel punto si fermerebbero, limitando il "proprio ego" (potrebbero anche continuare a lavorare, ma donando alla collettività i frutti del proprio lavoro).
Con tale riforma fiscale, la moneta nella società creerebbe un circuito chiuso a rotazione, come l'acqua in una piscina, che viene immessa (creazione monetaria gratuita) e raggiunto il limite del sopravanzo viene sottratta dalla piscina (distruzione monetaria). Come il ciclo dell'acqua dalla pioggia, ai fiumi, al mare e per evaporazione di nuovo in pioggia e così via.
Una siffatta riforma permetterebbe di attuare anche la Costituzione, permettendo finalmente di trovare-creare le risorse economiche necessarie, avendo però già chiara anche la modalità di distruggere quelle in eccesso.
A mio giudizio si potrebbero adottare anche altre semplici riforme. Ne parlerò nei gruppi di lavoro.
In questa sede mi interessava evidenziare la possibilità di vedere le cose CONTEMPORANEAMENTE da più punti di vista, per conciliare concetti che a prima vista potrebbero sembrare contraddittori. Scusate per la lunghezza del testo.




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