Autore Topic: serve l'unità per non restare nella stupidità  (Letto 1998 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Ettore Bonalberti

  • Iscritto
  • Newbie
  • *
  • Post: 36
      • Mostra profilo
serve l'unità per non restare nella stupidità
« il: Settembre 26, 2017, 04:25:11 pm »
Il card Bassetti, presidente della Cei, nella sua prolusione al Consiglio episcopale permanente ha, tra l'altro, detto: "I cattolici italiani non devono dividersi in “cattolici della morale” e “cattolici del sociale”, ma devono operare uniti per “rammendare” il tessuto sociale del Paese." E' evidente che spetta a ciascuno di noi operare per concorrere a costruire questa unità. Noi lo faremo da "DC non pentiti" insieme a quanti condividono la necessità di tradurre nella "città dell'uomo" le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa, senza se e senza ma...Lavorare secondo schemi obsoleti di personalistiche ambizioni oltreché colpevole sarebbe  stupidamente inutile.
Ettore Bonalberti
Presidente di ALEF (www.alefpopolaritaliani.it)
Venezia, 26.09.017



massimofranceschini

  • Visitatore
Re:serve l'unità per non restare nella stupidità
« Risposta #1 il: Settembre 27, 2017, 06:54:34 pm »
Oltre alle "personalistiche ambizioni" credo sia necessario ed opportuno, per chiunque voglia "iniettare" nella politica "valori etici di stampo religioso", non dimenticare due cose: la prima che viviamo in una società con una forte componente culturale materialista ed antireligiosa.
La seconda è che molte parti della vecchia DC non erano esenti da collusioni con quegli ambienti che formano il sistema oligarchico massonico-finanziario che sta strangolando la nostra democrazia e la speranza per un sano stato di diritto.
A mio modesto parere un impegno cattolico in politica dovrebbe tener ben presente questi due fattori e adoperarsi affinché le sue fila siano emendate da collusioni lobbistiche di vario tipo. Dovrebbe inoltre adoperarsi per una strenua difesa ed attuazione dei 30 Diritti Umani.
I laici Diritti dell'Uomo sono il più alto minimo comun denominatore per le persone oneste, e sono in grado di proteggere la libertà religiosa e le altre libertà, difendendole da una laicità devastante, come quella che imperversa oggigiorno.
La vita va difesa, anche dalle manipolazioni di una scienza senza etica, e questo può essere fatto appellandosi ai Diritti Umani, credo anche da cattolici, senza dover sempre sbandierare un Vangelo che, di fatto, non appartiene a tutti gli uomini di buona volontà.
Credo che se la cultura e la società italiana sono in questa situazione lo dobbiamo anche per le contraddizioni di un mondo cattolico forse troppo "paternalista", e poco attento a ciò che stava accadendo intorno a noi.
L'etica umana non può imporsi, altrimenti diventerebbe regime.
Può solo essere favorita da un'opera culturale e politica, certamente anche di matrice cattolica, ove però tale matrice non pretenda di essere "superiore" ad altre.
Appellarsi ad un Dio che molti non conoscono può essere controproducente, appellarsi alla dignità ed ai Diritti Umani può essere sufficiente per creare una cultura, anche politica, in cui tutti possano conoscersi.