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« il: Aprile 14, 2017, 01:07:47 pm »
concordo con alessandro quando dice:
"La soluzione dei problemi del LAVORO, PRODUZIONE e REDDITI, ossia dei fattori della produzione imprenditoriale (i 4 punti sopra indicati ed altri) è legata a quella degli aspetti finanziari (moneta, debito, banche), che è legata anche (ma non solo) ad una visione ETICA.
Serve un PROGETTO UNITARIO."
e con luigi quando dice:
" Per cui il quid non è l'investimento, ma la forza lavoro coinvolta.
E nella forza lavoro, cosa come e quando produrre. Ma questo 'pallino', non deve stare nelle mani private, ma nella mani pubbliche e dare forza a tutti i componenti dello stato.
La forza in più, deve essere data a chi non ce l'ha quella forza e non invece levargliela. Se lo stato non compie questo passo in avanti di nuovo, tutti gli stati e tutti i popoli saranno trattati come un immenso e sterminato serbatoio di conigli in cui volpi molto intelligenti sceglieranno quali e quanti conigli levare da mezzo per mangiarseli"
commento che stando alle parole di luigi qui di seguito: "La differenza è che ad un mega capitalista, fra una 20na di anni, non converrà investire, perchè fra il rischio di investimento e la remunerazione a zero del capitale e qualche interesse percentuale in più, derivante dalla quantità del capitale che possiede, sceglie e sceglierà sempre la seconda, il tutto dopo aver distrutto tutto quello che poteva.
Se al mega capitalista gli si da la possibilità di avere un mezzo di trasporto veloce ( elicottero aereo personale ) auto personale, terreno personale, piantagioni personali, stalle personali, ospedale personale, acqua personale, aria personale, mi si faccia capire, che convenienza potrà avere questo tizio ad investire?"
ci sono due problemi da considerare non solo per ricostruire un tessuto economico e sociale depauperato all'osso, ma per evitare, o almeno tentare, che si ripetano tali eventi, e cioè: la finanza non ha funzione sociale e non può essere mantenuta, e la convenienza non può essere il criterio base per l'agire umano sia in termini di reddito sia in termini di relazioni interpersonali.
oggi questi termini compongono la concezione su cui si basa tutta la ns. vita, partendo da quell'esacerbazione del mito del merito sviluppato come dice alessandro, nell'epoca del calvinismo.
il merito e la premiazione per l'azione individuale sono stati estremizzati, perchè se è vero che è legittimo apprezzare lo sforzo di un singolo (es. un genio) e ripagarlo per l'alto valore che la sua azione porta, è anche vero che la solidarietà e l'unione, non si possono eliminare. quel genio non si è fatto da solo, ognuno è sempre frutto del tutto/tutti che lo circondano.