In questi tempi di crisi é difficile credere che stia arrivando una nuova era di prosperitá e di abbondanza.
Le nuove tecnologie porteranno probabilmente una diminuzione dei posti di lavoro, ma ci sará anche un aumento della produttivitá e un minore bisogno del lavoro stesso, soprattutto di quello manuale e/o ripetitivo.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili potrebbe inoltre portarci fuori dall'era attuale, basata sulle energie fossili inquinanti e centralizzate, per portarci in un'era di produzione distribuita e pulita dell'energia.
Ma questi vantaggi comportano una sfida principale: a chi andranno i guadagni derivanti dall'uso delle nuove tecnologie?
Nel sistema attuale, di stampo neoliberista, i guadagni sono destinati ad andare ai piú ricchi, che potranno fare sempre piú a meno della manodopera e aumentare ancora di piú i loro profitti.
Se il potere continuerá a rimanere in mano a poche oligarchie finanziarie che controllano anche la politica questo é lo scenario piú probabile.
Il modello neoliberista sta mostrando peró tutte le sue carenze in maniera sempre piú evidente e questo sta provocando una reazione nella popolazione, con la brexit, l'elezione di Trump e l'ascesa di movimenti sovranisti e identitari.
Una soluzione che ora le elite si propongono é l'istituzione di un reddito di cittadinanza, per ridistribuire qualche briciola di ricchezza e mantenere calme le masse di indigenti. É una soluzione riduttiva del problema e di breve respiro.
Occorre rendere chiaro alla popolazione che il problema principale é l'indebolimento degli stati e della politica, ormai succubi della finanza, grazie alla cessione della sovranitá monetaria ad enti indipendenti dalla politica ma fortemente dipendenti dalle oligarchie finanziarie. Occorre rendere chiaro che i cambiamenti in arrivo non sono necessariamente a danno dei piú deboli, ma possono portare a una diminuzione delle ore di lavoro e a un aumento della ricchezza pro capite, ma perché ció accada occorre piú politica e piú stato.