1) Alcuni pensano che in Europa sarebbe possibile mantenre l'euro moneta unica introducendo un sistema di perequazione fra i vari stati membri.
Ma se il sistema di perequazione non è politicamente realizzabile, in quanto alcuni paesi che guadagnano di più nell'attuale situazione non sono disponibili ad attuarlo, che cosa facciamo?
Continuiamo a distruggere il sistema produttivo italiano nell'attesa di convincere tedeschi ed olandesi a cedere una parte delle tasse che pagano ai greci ed agli italiani?
2) I differenziali di competitività fra le diverse aree europee (ti rimando alla teoria delle aree valutarie ottimali di Mundell) sono molto accentuati, molto ma molto di più di quanto avvenga fra i cantoni svizzeri o gli stati americani.
E in Europa lo spostamento fra uno stato e l'altro è molto più difficile, per ragioni linguistiche e culturale.
Per fare una perequazione sufficiente ad avere una moneta unica sarebbe necessario redistribuire non meno del 25-30% dei proventi fiscali.
Ovvero dovresti chiedere agli abitandi di Düsseldorf (fra i quali alcuni cari amici) di pagare 100 di tasse e ricevere indietro solo 70 di servizi pubblici.
Non esiste alcuna confederazione al mondo che mantenga questo alto livello di redistribuzione.
3) Una soluzione tecnica ottimale potrebbe essere la trasformazione dell'euro in una UNITA' DI CONTO comune europea, reintroducendo allo stesso tempo le monete nazionali per i soli scambi interni alle nazioni.
Quindi: moneta comune per gli scamnbi commerciali europei, moneta locale per l'uso interno, con tasso di cambio variabile rispetto alla moneta comune (non unica).
Questa moneta potrebbe funzionare secondo il bancor a suo tempo proposto da keynes, ma ancorandone il valore ad un ampio paniere di beni, come propone Tom Greco, per evitare le speculazioni.
Soluzione euro-bancor:
https://keynesblog.com/.../gli-scenari-delleuro-e-la.../Soluzione nuovo bancor di Tom Greco & c.
https://beyondmoney.wordpress.com/tag/bancor/?iframe=true...
4) La UE applica comunque dazi alle importazioni da fuori della UE.
Lo fa per difendere il nostro stato sociale e il nostro livello di servizi.
Nei prezzi che paghiamo sono infatti contenuti non soltanto il valore della merce o del servizio, ma anche il nostro sistema sociale e il rispetto dell'ambiente.
Non è possibile competere con merci prodotte in paesi in cui non esistono gli stessi nostri livelli di stato sociale e di rispetto dell'ambiente, a meno di non ridurci al loro livello.
Per questa ragione è GIUSTO introdurre dazi, per evitare questa concorrenza sleale e preservare il nostro benessere.
5) In attesa di attuare tutte le cose belle che ho scritto sopra, dobbiamo continuare a soffrire o possiamo pensare ad una soluzione di emergenza che consista nel sottrarci ai meccanismi perversi che la UE e la MONETA UNICA ci impogono?