(http://files.gossip.it/immagini_news/2016/05/1463488199_donald_trump.jpg)
La ritorsione Americana del fantastico Trump di innalzare dazi doganali sui prodotti di importazione verso l'America pari al 100%, è il segnale che tanti economisti stavano aspettando.
Il contro affare ,se ricordate era il T.T.I.P. ovvero lo spaccio di alimenti sia a base vegetale ( prodotti come il frumento ad esempio ) e sia a base di carne, ma tutti trattati chimicamente . ( carne al pazzo ormone, o carne al cancro certo, si scelga il termine più adatto).
Il T.T.I.P. proposto dalla precedente amministrazione americana, che di ETICA non aveva nulla, siccome colpisce l'interesse Americano ad una politica di coercizione o di un puro obbligo di acquistare ogni prodotto, avrebbe abbattuto le soglie di sicurezza (sulla conseguenza) da impatto negativo nella catena alimentare umana.
Europei e non che sarebbero stati costretti ad ingurgitare svariate sostanze chimiche che incidono direttamente sul DNA, con conseguenze incontrollabili nel futuro del genere umano.
Il dato importante, è nel non aver accettato che sia LECITO, adulterare i prodotti alimentari, che in quanto adulterati abbattono i costi produttivi, con rese crescenti ma che costringono ad adeguare al basso, la qualità di ogni altro prodotto similare, sotto pena dell'esclusione della competitività sul prezzo finale che ovviamente è più alto in virtù della qualità dei medesimi.
Prezzo finale che comporta che solo l'alta qualità, sia fatalmente a disposizione esclusivamente solo di chi è in grado di potersela permettere ( magari perchè il suo stato stampa moneta a vagonate ) e di contro il conquistato ( che la moneta la vede dal binocolo ) adeguava immediatamente al basso la qualità , imponendo al suo popolo di magiare delle porcherie indicibili, ma a buon mercato ( basso costo ).
Ma perchè è un formidabile assist?
Lo è, quando si scardina il concetto di mercati globali ,che incidono violentemente nell'economia di moltissimi stati, che subiscono aggressioni commerciali ( sui beni e servizi prodotti ).
Se uno dei stakeholder commerciale o il principale 'incursore' ( rapace ) mondiale, osa inserire misure di protezione del suo mercato, obbligherà a far scattare altrettante misure protezionistiche da parte di tutti gli altri, spezzando il cartello asfissiante imposto da chi, in barba alla etica commerciale ( GERMANIA E CINA IN TESTA ) con sistemi del 1913 applicavano attraverso svalutazioni occulte del valore della moneta, la competizione sui loro prodotti prima deprezzandoli e poi per mettere fuori mercato ogni altro concorrente per invadere il mercato interno. Si definiva DUMPING.
Se si spezza il cartello della speculazione ribassista ( modello ordoliberista ) , si possono riequilibrare i prezzi che sono messi in competizione, ma al rialzo e non al ribasso, generando si un fattore inflattivo iniziale ( per il costo delle materie prime che potrebbero aumentare ), ma nello stesso tempo i mercati subiranno anche un violento e conseguente incremento della domanda delle produzioni autarchiche interne che porterà ad un notevole incremento del pil.
Per effetto della ripartenza della domanda interna di beni e servizi, meglio definito next level produttivo, che per l'Italia si aspettava da almeno 20 anni.
Next level, che deve obbligatoriamente esercitare benefiche evoluzioni sulla politica dei redditi che obbligatoriamente dovranno aumentare.
Questo implica, una inversione della tendenza ribassista sui salari, o una contro tendenza favorevole e la tempesta perfetta che si scatenerà, potrebbe dare l'occasione di aggiustare parecchie cosette, che nell'economia italiana non hanno più funzionato. Una su tutte è l'elevatissima qualità dei prodotti del made in Italy che riprenderanno a macinare fatturati più forti di prima.
Grazie Alessandro Coluzzi per quello che hai scritto.
demente keynes ovviamente è metaforico, perchè Maynard non fece altro che stabilire una politica economica prima e poi ci ha costruito intorno la sua teoria.
Per costruire una teoria economica mi basta bussare alla porta di un bravo matematico, se non ci dovessi arrivare io alla formuletta.
L'empirismo, è fatto quando sei circondato da persone che parlano la stessa tua lingua, solo allora devi essere capace di sciorinare il tuo pensiero. Ma davanti ad una platea eterogenea dove ti capisce 1 su 200 è l'ultima cosa da fare. ( la platea eterogenea è il complesso del popolo italiano che di macro e micro economia non ne sa un fico secco e quindi è inutile imbottirli di empirismi e formule matematiche, questo è il senso........ )
Per quanto riguarda la leggenda che la costituzione italiana sia orientata a Keynes, potrebbe sembrare vero, ma se si studiasse a fondo ogni teoria di Keynes si scoprirebbe che solo dopo l'emanazione della costituzione italiana, la scuola keynesiana sviluppando la macroeconomia applicata da Keynes ha tirato fuori tutta la seconda parte sia macro che microeconomica scientifica che conosciamo benissimo oggi, ma la prima parte era macro economia applicata da Soleri Marcello, ( ma con situazioni nettamente più gravi, in quanto Soleri veniva da una distruzione bellica del 1918, da un gravissimo volta spalle delle società delle nazioni ( con lo spernacchio storico all'Italia ), con una fase intermedia drammatica scritta nei libri di storia e poi con l'avvento di Mussolini, che era il preludio ad una nuova ed ulteriore catastrofe.
Le situazioni che derivavano della depressione Americana, non erano dovute alla distruzione bellica, ma da una crisi industriale e finanziaria. Mentre la gravissima crisi post bellica italiana della prima guerra mondiale provocò conseguenze gravissime e innumerevoli volte più difficili di quelle che ebbe ad affrontare Keynes con Roosevelt.
Le memorie di Soleri furono il testamento vero, che ispirarono la gran parte dei 75 ( per i principi economici inseriti nella costituzione italiana ) oltre a Luigi Einaudi e soprattutto fu il precursore delle politiche monetarie del governatore Paolo Baffi.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/7/7e/Paolo_Baffi.jpg)
Baffi volle che la Banca centrale riacquistasse la propria autonomia di azione, «ormai molto ridotta a causa della pesante e crescente immobilizzazione dell'attivo in prestiti all'Erario». La svolta - rispetto al governatorato Carli - avvenne con Paolo Baffi, perché la Banca d'Italia «mutava sensibilmente il proprio atteggiamento rispetto ai problemi legati al governo della moneta e di riflesso nei confronti della questione istituzionale» (intendendo per tale il rapporto con il Tesoro). Secondo Spinelli e Fratianni, proprio con Baffi la Banca d'Italia recuperò la saggezza che aveva contraddistinto il governatorato di Donato Menichella: «Baffi ripropone subito ed in modo perentorio le tesi menichelliane della stabilità monetaria quale requisito di una crescita economica non effimera; della necessità di favorire il processo di formazione del risparmio; e del legame fra la stabilità monetaria e la formazione del risparmio» . Baffi affrontò esplicitamente il nodo del rapporto tra Banca d'Italia e Tesoro all'assemblea annuale dell'istituto, svoltasi il 31 maggio 1976. Bisognava ridare spazio alla politica monetaria:
"Negli ultimi anni, il disavanzo pubblico e la spinta delle retribuzioni, insieme presi, hanno assunto […] un ruolo dominante, relegando l'Istituto di emissione in una situazione che si caratterizza sia per una quasi estraneità operativa ai flussi di alimentazione della massa monetaria sia per lo scarso inserimento nel processo decisionale che mette capo alla definizione del disavanzo e della dinamica salariale. […] Il primo passo in un processo che restituisca all'istituto di emissione un maggiore spazio di manovra deve essere compiuto nella direzione del contenimento del disavanzo dello Stato."
Il 20 gennaio 1976, Baffi decise la chiusura del mercato ufficiale dei cambi per tutelare la lira dalle manovre speculative seguite alle dimissioni del quarto governo Moro intervenute pochi giorni prima. In quella circostanza, il ministro del Tesoro dell'epoca Emilio Colombo prese apertamente le distanze dalla Banca d'Italia in una lettera aperta sul quotidiano La Repubblica. La moneta nazionale subì una svalutazione di oltre il 6%, che salirà di un punto nel mese di febbraio. Il mercato valutario fu riaperto soltanto il 1º marzo 1976.
( di questa parte mi riservo di approfondire )
Ma in questa era modernissima, lo sforzo della teoria oramai è stato superato. Basta aprire un volgarissimo excel e ti garantisco che in meno di 20 minuti ad esagerare, esce tutto quello che voglio, al millesimo.
la mia considerazione nasce dall'inutilità del calcolo scientifico, della rigorosità scientifica, perchè questa è una situazione completamente sballata. radicalmente sbagliata. Non si salva niente.