Autore Topic: Sanità e industria farmaceutica pubbliche  (Letto 2526 volte)

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Davide Gionco

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Sanità e industria farmaceutica pubbliche
« il: Marzo 30, 2017, 06:22:58 pm »
In Canada si discute sul business della sanità privata e dei farmaci.

http://vocidallestero.it/2017/03/28/come-impedire-che-si-trasformino-i-sani-in-malati/

La sanità deve essere un servizio pubblico.

La produzione di farmaci fa parte del servizio sanitario, per cui dovrebbe anch'essa essere pubblica.

Lo Stato dovrebbe avere i propri centri di ricerca farmaceutica aventi lo scopo non solo di creare nuovi farmaci, ma anche di testare i farmaci produtti da privati che lo Stato potrebbe avere l'interesse ad acquistare, facendo opportune gara di appalto.

Se la sanità resta in mano private (situazione del Canada), il non guarire i malati diventa un business.

Se l'industria farmaceutica resta solo in mani private, chi ci può garantire che la ricerca e la produzione di farmaci siano fatte per la nostra salute e non per ragioni dui business?

Qual è la vostra opinione?

Davide Gionco



Michele Citarella

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Re:Sanità e industria farmaceutica pubbliche
« Risposta #1 il: Marzo 30, 2017, 06:38:43 pm »
E' ovvio che il settore privato delegittima quello pubblico, in quanto non è tenuto ad agire secondo parametri pubblici costituzionali, che perdono il proprio effetto riguardo l' art. 54 della Costituzione. Basta vedere le privatizzazioni, hanno un triplo o quintuplo dei costi di gestione ricadenti sui cittadini. figurati poi sulla salute pubblica, una vera guerra tra filistei, farisei, e la Plebe che si accentua con la scomparsa del ceto medio. ci vorrebbe un grande terremoto per risvegliare le coscienze dei cittadini contribuenti, oppure un grande Pubblico Ministero.

Alessandro Coluzzi

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Re:Sanità e industria farmaceutica pubbliche
« Risposta #2 il: Marzo 30, 2017, 08:19:52 pm »
E' un argomento molto interessante.
Io lo legherei al problema dei BREVETTI in genere, di cui quelli dei farmaci sono ai primi posti nella classifica della "redditività".

Tempo fa, pensando al problema, constatavo che le strutture più innovative e costose nella ricerca sono PUBBLICHE INTERNAZIONALI, ma i brevetti sono quasi sempre PRIVATI.
Partendo dall'alto, la Stazione Spaziale Internazionale orbitante intorno al pianeta Terra è finanziata con fondi pubblici di vari Paesi ed è una struttura  nata solo per fare esperimenti relativi ad assenza di gravità. Idem il CERN di Ginevra nel settore della fisica quantistica e delle alte energie. Idem alcuni grandi telescopi (ad esempio quello dell' ESA in Cile) per studiare lo spazio cosmico. Idem il laboratorio del Gran Sasso in Italia ed altri.
Funzionano abbastanza bene,nel senso che danno risultati e sono abbastanza meritocratici nella selezione del personale (perchè ogni nazione cerca di mandarci i propri migliori ricercatori, per raggiungere anche meriti accademici).

Dunque, tutte ricerche costosissime (neanche lontanamente paragonabili col costo della ricerca dei farmaci) e pagate con fondi PUBBLICI.
In Italia abbiamo laboratori pubblici anche nel settore dei farmaci (Università) che tuttavia, a vedere dai brevetti depositati, sulla carta dovrebbero funzionare un pò peggio di quelli privati (o forse lavorano con finalità diverse, che non quella di creare farmaci "finti" o "eccessivi" o forse poi si fanno "sfuggire" i brevetti redditizi:... andrebbe approfondito).

Proporrei di fare alcuni grandi laboratori internazionali (con interscambio di ricercatori di varie nazioni) dove concentrare la ricerca dei farmaci, finanziati dai Paesi con fondi pubblici (come ISS, CERN, ESA ecc.), magari nelle Università più importanti di farmacia-medicina del mondo da selezionarsi e che tutte le ricerche così effettuate fossero PUBBLICHE nei risultati, abolendo quindi proprio il concetto di BREVETTO. La ricerca e lo sviluppo raggiunto sono di tutta l'umanità.
Probabilmente si ridurrebbero anche le tante ricerche doppione oggi esistenti solo per battere sul tempo gli altri nel brevettare il farmaco.

Secondo me è assurdo che oggi si muoia, pur esistendo il farmaco, perchè il medicinale costa troppo in quanto tutelato da brevetto.
Le case farmaceutiche, giustamente private, produrrebbero in concorrenza SOLO i medicinali, senza esser titolari del brevetto (come oggi accade per i generici). Se casualmente sviluppassero un farmaco buono, esso diventerebbe comunque pubblico e riproducibile senza brevetto, non avendo esse investito nulla per averlo.
 
L'idea si potrebbe allargare ad altri settori. Il principio di fondo è che la RICERCA di base dovrebbe essere PUBBLICA nella sua finalità, perchè altrimenti si crea conflitto tra interesso privato e della collettività umana; la PRODUZIONE PRIVATA.
Per inciso, l'unico settore industriale che renderei PUBBLICO DEL TUTTO (anche nella fase produttiva) è quello militare, perchè lì il rischio insito nel conflitto di interessi è ancora più alto: un costruttore di bombe privato vuole, inevitabilmente, che si consumino per poterne produrre e vendere altre !!! Penso che sia anche uno dei motivi (al di là di altri motivi politici aggiuntivi) perchè ci siano sempre continue guerre nel mondo.

Luigi Cirillo

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Re:Sanità e industria farmaceutica pubbliche
« Risposta #3 il: Marzo 31, 2017, 10:10:58 pm »
condivido pienamente il pensiero di Alessnadro Coluzzi. Credo che il discorso brevetti vada abolito e certi settori vadano gestiti solo dallo stato ai fini del benessere della collettività, credo anche che lo stato dovrebbe avere più controllo anche su altri settori privati per quanto liberalizzati, ad es. quello pubblicitario.
Sarà difficile trovare un equilibrio tra questa sua azione di controllo e blocco, e quella della libertà di esercitare una professione, ma oggi giorno la pubblicità e la comunicazione fanno molto e sono una bella stampella di supporto per veicolare certi messaggi e contribuire così indirettamente all'accrescimento del fatturato di queste grandi corporations che sanno ragionare solo in termini di costi-benefici.
Ad esempio lo stato dovrebbe impedire di trasformare le farmacie in boutique, oppure il bombardamento mediatico di integratori, alimenti sostitutivi dei pasti e medicinali in senso stretto che in TV per esempio vengono presentati come un normale prodotto al pari di una maglia o un pacco di biscotti; od anche la formazione di figure professionali come psichiatri e psicologi che hanno sempre di più la mano facile a diagnosticare già ai più piccoli forme di disturbo dell'attenzione, iperattività ecc.

Fortunatamente ancora non troviamo i farmaci in bella mostra al supermercato (altro luogo da scampare il più possibile), ma se come facciamo da anni seguissimo anche l'esempio nordamericano ci incammineremmo su una strada molto problematica.

massimofranceschini

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Re:Sanità e industria farmaceutica pubbliche
« Risposta #4 il: Aprile 04, 2017, 11:54:29 am »
Basta informarsi un po' (basta partire dal famoso libro Big Pharma in poi) sui guai della medicine e della sanità a livello mondiale per capire che il problema è gravissimo.
La ricerca e l'industria farmaceutica devono essere assolutamente pubbliche ma assolutamente trasparenti e controllate in maniera stringente da un comitato etico che dovrebbe rendere conto al parlamento.
Dovrebbe inoltre esserci una serie di ambiti in cui sia espressamente vietato effettuare ricerche farmaceutiche e su modificazioni biochimiche per alcuni ambiti in cui non vi sia un'evidenza scientifica misurabile (la cui alterazione sia riconosciuta come patologia), o in cui si vada a manomettere l'integrità psico-biologica di una persona, come accade oggi per tutto ciò che riguarda il "mentale".
Altri paletti andrebbero messi per le prassi che hanno a che fare con la procreazione per impedire una "scelta" innaturale e tendenzialmente eugenetica, o per impedire prassi innaturali e alienanti di procreazione.
Riguardo ai brevetti occorre coniugare, in alcuni ambiti, il sacrosanto diritto sancito anche nei diritti umani e l'interesse pubblico. Non credo sia impossibile.