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Post - Luigi Cirillo

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Diario / Re:Una buona idea per l’IVA !! ??
« il: Aprile 14, 2017, 11:58:54 am »
Ciao Leonardo,

grazie per avermi risposto.

premesso che non sono un esperto in materia, sono disponibilissimo ad approfondire il tuo pensiero, sia sul tema iva / pagamento alla fonte, sia sul tema denaro esclusivamente elettronico

Innanzitutto ti chiedo un chiarimento su quanto mi hai risposto:
"......semmai la provvisoria riserva a disposizione è solo sulla differenza (vendite-acquisti)......."

Io sono partito da questa premessa: se io azienda vendo 100 e incasso 122 oggi 14 aprile, potrò usare questi 22 per pagare magari un mio fornitore, continuare la produzione e vendere altro prima della fine del mese (ipotizzando che il regolamento dei conti / liquidazione iva sia mensile). Se invece ci fosse la tassazione alla fonte, e io fossi un'azienda che ha qualche problema di liquidità per mandare avanti la produzione, avrei problemi a continuare l'attività.
Sto sbagliando a ragionare?

Se io pagassi subito quei 22 e decurtassi il 22% di 22 (che sono il costo di materie prime extra nel mio esempio) avrei ad disposizione solo una riserva di 17,16 che non sono sufficienti a comprare dette materie prime.
Per quello vedo questa tassazione alla fonte e non alla fine del ciclo produttivo, un po' dannosa per le imprese.

Inoltre, ma forse non mi rendo conto io, questo processi si potrebbe applicare per chi evade l'iva non pagandola ma comunque tenendo regolare contabilità. Chi acquista e vende in nero non credo riuscirebbe ad essere individuato.

Un dato che non ho, e che sento solo intuitivamente è però l'origine di tale evasione.
Io l'attribuisco ai big player, e non tanto ai commercianti e PMI. Sto sbagliando? Per caso hai una fonte attendibile (anche se mi domando come possano essere costruiti tali dati se proprio sfuggono alla contabilità, almeno per quel che riguarda il nero, che non essendo tracciato non può essere determinato secondo me), da cui valutare chi è che evade e costituisce un danno al sistema economico nel suo insieme? Questo perchè, se fossero le grandi aziende, bisognerebbe studiare un provvedimento che recuperi l'iva in base alle dinamiche di queste, e non delle piccole imprese.

Attendo tuoi chiarimenti! Grazie mille.

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Diario / Re:PESTE CORNA E IPOCRISIA
« il: Aprile 10, 2017, 06:33:21 pm »
La riduzione dell'orario di lavoro secondo me è possibile. In Svezia se non erro, stanno facendo degli esperimenti.
Ovviamente andrebbero riequilibrati gli stipendi.
Alla fine si riduce ad una questione di distribuzione della ricchezza in modo più equilibrato e ad una sovranità monetaria. tutte cose che non abbiamo.

Non penso però che sia la soluzione alla crisi attuale, non è certo facendo lavorare 2 persone per lo stipendio di una che risolviamo la disoccupazione!

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Diario / Re:ripresa contatti
« il: Aprile 10, 2017, 06:30:34 pm »
grazie Alessandro del video (devo poi guardarlo) e della risposta.
Quello che a me non torna, parlando anche con altri è la distruzione del prestito di una qualsiasi banca commerciale.
Per es. quando una banca commerciale presta e crea un deposito in contemporanea, e poi il cittadino lo usa per pagare altri, quando tornerà in possesso del suo deposito e deciderà di rimborsare il prestito la banca avrà una riduzione all'attivo per il credito estinto, scompare il deposito del cliente, ma questi soldi dovrebbero passare su quello della banca, pareggiati in passivo dalla voce riserve.

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a me piace molto il discorso fatto da Emilio Del Giudice, però vorrei capire cosa si intende per legge della biologia. perchè se parliamo di un sistema vivente a sè è giusto dire che è governato dalla cooperazione, ma specie viventi insieme in uno stesso ambiente (la terra) non sono dominate solo da questo principio, anzi, la competizione c'è ed è anche giusta, perchè tiene in equilibrio il tutto. se una specie predominasse sull'altra avremmo uno squilibrio nella catena alimentare, idem se i membri di una specie non avessero nessun predatore. Insomma credo, che ognuno debba essere preda e predatore per ridurla in termini naturalistici.
La competizione comporta anche una tendenza al progresso e all'evoluzione.
In sostanza deve esserci un equilibrio tra cooperazione e competizione.
Oggigiorno però manca un pezzo perchè la competizione è fine a se stessa, all'accumulo di potere e profitti.
Se un'azienda farmaceutica scoprisse un nuovo farmaco per es. è giusto riconoscerle il merito, ma è legittimo anche che il suo sapere venga reso disponibile per tutti. Oggi essendo tutto incentrato sulla competizione distorta volutamente, tutto il sistema è in disequilibrio e rischia di implodere.

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Diario / Re:Una buona idea per l’IVA !! ??
« il: Aprile 10, 2017, 12:53:37 pm »
considerazioni molto generali, dettate dal senso comune:

elusione ed evasione fiscale avvengono già oggi che l'uso del contante è molto limitato, pertanto mi chiedo se usare tutto denaro elettronico non sia solo un modo per le banche di risparmiare denaro dato che per loro è un costo la conversione di moneta elettronica in contante, e se davvero questo nuovo metodo di tassazione alla fone risolva i problemi circa l'evasione dell'iva e del sommerso (nero).

altro discorso è proprio l'uscita finanziaria dell'iva. Col prelievo alla fonte non si danneggiano le aziende che navigano un po' a vista, drenando liquidità che invece resterebbe in cassa perchè a fine mese o trimestre il versamento dell'iva andrebbe a zero per compensazione con l'iva sugli acquisti?
In questo il mancato versamento dell'iva (in quanto attualmente non si tassa subito alla fonte, sulla vendita immediata dei beni), ma il rimando al 16 del mese/trimestrecaso equivale ad un finanziamento a brevissimo termine, che se subito versato invece potrebbe danneggerebbe le imprese dal punto di vista della liquidità.


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Diario / Re:ripresa contatti
« il: Aprile 09, 2017, 04:09:32 pm »
un'altra cosa, sapresti darmi il link del video in cui menzionavi Nicoletta?

A mio giudizio avete ragione tutti, per motivi diversi. Le proposte vanno coordinate bene ed integrate.
Luigi Intorcia scrive: "LAVORO, PRODUZIONE , REDDITI , vengono prima di ogni altro punto di programmazione e di azione complessiva . Punti che vengono anche prima della moneta".
Nicoletta Forcheri mette al centro del suo lavoro di studio proprio la MONETA, da crearsi libera dal debito (ho visto il video del suo intervento alla Camera dei Deputati del 4 novembre 2016 ed è molto interessante).
Guido Grossi scrive: "L'Etica sopra la Politica. La Politica sopra l'economia. E il mondo lo raddrizziamo".
Tutti affermano di voler attuare la Costituzione, ritenendola  una "cornice" di regole chiare che permetta di raggiungere il c.d. "bene comune".
Penso sia pacifico che da alcuni millenni gli esseri umani vivono sia di "cose spirituali" (il bisogno di amare e di essere amati; di condividere, come scrive Guido) e sia di "cose materiali" (LAVORO, PRODUZIONE , REDDITI, come scrive Luigi). Queste ultime, in fondo, si sostanziano nella "produzione e scambio di beni e servizi" tra esseri umani.
Provo ora a collegare i concetti di ETICA (Guido), LAVORO (Luigi) e MONETA (Nicoletta) in riferimento all'esigenza umana di "produzione e scambio di beni e servizi".
Innanzitutto la produzione e lo scambio di beni e servizi può essere effettuata in una duplice forma: gratuita (il dono) od  onerosa (intermediata dalla c.d. moneta).
Nella prima forma è sempre presente l'etica (il dono di per sè ha valenza etica): è quello che accade in una sana famiglia (la comunità di base, spesso citata da Michele Citarella ma anche nella Costituzione) od anche in comunità più grandi (ad esempio nelle comunità benedettine vige il famoso "ora et labora", ossia prega -valore etico- e lavora -valore indicato da Luigi ed anche nell'art.1 della Costituzione). Quindi, innanzitutto, è possibile lo scambio gratuito di beni e servizi in comunità più o meno grandi. In questo caso (scambio gratuito) è presente l'ETICA, il LAVORO ma non la MONETA.
Nella seconda forma dello scambio oneroso è presente la MONETA. Essa da sola non è certamente sufficiente (sbarcando su un'isola deserta con una valigetta di monete si morirebbe di fame se non ci si mettesse a LAVORARE per trovare cibo) ed in questo ha ragione Luigi. La MONETA, tuttavia, è necessaria in una comunità nazionale o mondiale che ha deciso di non LAVORARE gratuitamente per produrre e scambiarsi beni e servizi; quindi -in un mondo che funziona con scambi onerosi- ha ragione anche Nicoletta nel porre attenzione alla produzione di una moneta "democratica" e semplice (CREATA dal nulla dallo Stato ed esente da debito).
Tuttavia, molti si stanno ponendo il problema di studiare forme diverse di CREAZIONE della MONETA ma, a mio modo di vedere, pochi quello della modalità della sua successiva DISTRUZIONE. L'attuale sistema capitalista ha tanti difetti ma non questo: nel caso di un investimento sbagliato di un imprenditore, magari finanziato da una banca, alla fine qualcuno (gli azionisti dell'impresa e/o della banca che perde il credito e/o dei risparmiatori sottoscrittori di obbligazioni bancarie) con certezza perde comunque la moneta-risparmio che si AUTODISTRUGGE. Ad esempio, in Italia negli ultimi anni si sono creati circa 300 miliardi di "cattivi crediti" bancari. Ipotizzando un recupero di  1/3 del loro valore, qualcuno da qualche parte (valore di borsa delle imprese, delle banche o risparmi in banca) ha perso o perderà con certezza almeno 200 miliardi (i residui 2/3) che "spariranno" dalla circolazione, autodistruggendosi.
Oggi è il mercato (le banche, la finanza) che crea la moneta ed è il mercato che la distrugge.
Se la moneta la creasse gratuitamente lo Stato deve essere lo stesso Stato a distruggerla, attraverso il prelievo fiscale.
Dunque, unitamente ad una riforma MONETARIA (idea di Nicoletta Forcheri ed altri) serve anche una innovativa riforma FISCALE (idea mia). Quest'ultima dovrebbe esentare il LAVORO dalle imposte (così da incentivarlo, idea di Luigi), concentrando le imposte solo sulla ricchezza accumulata in eccesso rispetto a quanto necessario (in forma ampia) per tutta la vita, riducendo  sia la spinta individuale all'accumulo egoista di ricchezze superflue al singolo che, contemporaneamente, distruggendo moneta in eccesso.
Oggi nei ruoli dirigenziali pubblici e (parzialmente) anche privati si inizia a parlare di limite massimo di reddito annuale e/o di pensione massima,.... secondo me si dovrebbe parlare, più correttamente, di un LIMITE corrispondente ad un patrimonio etico massimo vitalizio.
In questo modo rientrerebbe l'ETICA (idea di Guido) anche negli scambi onerosi, da cui oggi è necessariamente uscita essendo incompatibile con la tendenza umana all'accumulo egoista ed ILLIMITATO di ricchezza-moneta con danno altrui ("il denaro è lo sterco del demonio" è una frase di antichi padri della Chiesa, ma anche di Lutero e di Papa Francesco).
Tutti sarebbero incentivati a lavorare (esenzione totale dalle imposte), ma  i pochi che raggiungessero un alto limite individuale a quel punto si fermerebbero, limitando il "proprio ego" (potrebbero anche continuare a lavorare, ma donando alla collettività i frutti del proprio lavoro).
Con tale riforma fiscale, la moneta nella società creerebbe un circuito chiuso a rotazione, come l'acqua in una piscina, che viene immessa (creazione monetaria gratuita) e raggiunto il limite del sopravanzo viene sottratta dalla piscina (distruzione monetaria). Come il ciclo dell'acqua dalla pioggia, ai fiumi, al mare e per evaporazione di nuovo in pioggia e così via.
Una siffatta riforma permetterebbe di attuare anche la Costituzione, permettendo finalmente di trovare-creare le risorse economiche necessarie, avendo però già chiara anche la modalità di distruggere quelle in eccesso.
A mio giudizio si potrebbero adottare anche altre semplici riforme. Ne parlerò nei gruppi di lavoro.
In questa sede mi interessava evidenziare la possibilità di vedere le cose CONTEMPORANEAMENTE da più punti di vista, per conciliare concetti che a prima vista potrebbero sembrare contraddittori. Scusate per la lunghezza del testo.

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Diario / Re:ripresa contatti
« il: Aprile 09, 2017, 04:07:26 pm »
Alessandro, condivido il tuo auspicio, ma ti chiedo chiarimenti quando parli di autodistruzione/distruzione della moneta.
Se un'impresa non ripaga il prestito, la moneta non sparisce dalla circolazione, quello che ha preso e speso per l'investimento ormai è in circolo, e continuerà a circolare. Se l'impresa non riesce più a vendere i suoi prodotti (per farla breve) e non riesce a racimolare i soldi per il rimborso del prestito, essa fallisce ma la moneta ricevuta non viene distrutta, secondo me viene a mancare solo un guadagno in conto capitale per la banca che ha inventato dal nulla quel denaro. Invece se la cosa avvenisse a livello di sistema se la percentuale fosse alta ci sarebbero problemi nei pagamenti interbancari e nelle camere di compensazione.

A mio giudizio avete ragione tutti, per motivi diversi. Le proposte vanno coordinate bene ed integrate.
Luigi Intorcia scrive: "LAVORO, PRODUZIONE , REDDITI , vengono prima di ogni altro punto di programmazione e di azione complessiva . Punti che vengono anche prima della moneta".
Nicoletta Forcheri mette al centro del suo lavoro di studio proprio la MONETA, da crearsi libera dal debito (ho visto il video del suo intervento alla Camera dei Deputati del 4 novembre 2016 ed è molto interessante).
Guido Grossi scrive: "L'Etica sopra la Politica. La Politica sopra l'economia. E il mondo lo raddrizziamo".
Tutti affermano di voler attuare la Costituzione, ritenendola  una "cornice" di regole chiare che permetta di raggiungere il c.d. "bene comune".
Penso sia pacifico che da alcuni millenni gli esseri umani vivono sia di "cose spirituali" (il bisogno di amare e di essere amati; di condividere, come scrive Guido) e sia di "cose materiali" (LAVORO, PRODUZIONE , REDDITI, come scrive Luigi). Queste ultime, in fondo, si sostanziano nella "produzione e scambio di beni e servizi" tra esseri umani.
Provo ora a collegare i concetti di ETICA (Guido), LAVORO (Luigi) e MONETA (Nicoletta) in riferimento all'esigenza umana di "produzione e scambio di beni e servizi".
Innanzitutto la produzione e lo scambio di beni e servizi può essere effettuata in una duplice forma: gratuita (il dono) od  onerosa (intermediata dalla c.d. moneta).
Nella prima forma è sempre presente l'etica (il dono di per sè ha valenza etica): è quello che accade in una sana famiglia (la comunità di base, spesso citata da Michele Citarella ma anche nella Costituzione) od anche in comunità più grandi (ad esempio nelle comunità benedettine vige il famoso "ora et labora", ossia prega -valore etico- e lavora -valore indicato da Luigi ed anche nell'art.1 della Costituzione). Quindi, innanzitutto, è possibile lo scambio gratuito di beni e servizi in comunità più o meno grandi. In questo caso (scambio gratuito) è presente l'ETICA, il LAVORO ma non la MONETA.
Nella seconda forma dello scambio oneroso è presente la MONETA. Essa da sola non è certamente sufficiente (sbarcando su un'isola deserta con una valigetta di monete si morirebbe di fame se non ci si mettesse a LAVORARE per trovare cibo) ed in questo ha ragione Luigi. La MONETA, tuttavia, è necessaria in una comunità nazionale o mondiale che ha deciso di non LAVORARE gratuitamente per produrre e scambiarsi beni e servizi; quindi -in un mondo che funziona con scambi onerosi- ha ragione anche Nicoletta nel porre attenzione alla produzione di una moneta "democratica" e semplice (CREATA dal nulla dallo Stato ed esente da debito).
Tuttavia, molti si stanno ponendo il problema di studiare forme diverse di CREAZIONE della MONETA ma, a mio modo di vedere, pochi quello della modalità della sua successiva DISTRUZIONE. L'attuale sistema capitalista ha tanti difetti ma non questo: nel caso di un investimento sbagliato di un imprenditore, magari finanziato da una banca, alla fine qualcuno (gli azionisti dell'impresa e/o della banca che perde il credito e/o dei risparmiatori sottoscrittori di obbligazioni bancarie) con certezza perde comunque la moneta-risparmio che si AUTODISTRUGGE. Ad esempio, in Italia negli ultimi anni si sono creati circa 300 miliardi di "cattivi crediti" bancari. Ipotizzando un recupero di  1/3 del loro valore, qualcuno da qualche parte (valore di borsa delle imprese, delle banche o risparmi in banca) ha perso o perderà con certezza almeno 200 miliardi (i residui 2/3) che "spariranno" dalla circolazione, autodistruggendosi.
Oggi è il mercato (le banche, la finanza) che crea la moneta ed è il mercato che la distrugge.
Se la moneta la creasse gratuitamente lo Stato deve essere lo stesso Stato a distruggerla, attraverso il prelievo fiscale.
Dunque, unitamente ad una riforma MONETARIA (idea di Nicoletta Forcheri ed altri) serve anche una innovativa riforma FISCALE (idea mia). Quest'ultima dovrebbe esentare il LAVORO dalle imposte (così da incentivarlo, idea di Luigi), concentrando le imposte solo sulla ricchezza accumulata in eccesso rispetto a quanto necessario (in forma ampia) per tutta la vita, riducendo  sia la spinta individuale all'accumulo egoista di ricchezze superflue al singolo che, contemporaneamente, distruggendo moneta in eccesso.
Oggi nei ruoli dirigenziali pubblici e (parzialmente) anche privati si inizia a parlare di limite massimo di reddito annuale e/o di pensione massima,.... secondo me si dovrebbe parlare, più correttamente, di un LIMITE corrispondente ad un patrimonio etico massimo vitalizio.
In questo modo rientrerebbe l'ETICA (idea di Guido) anche negli scambi onerosi, da cui oggi è necessariamente uscita essendo incompatibile con la tendenza umana all'accumulo egoista ed ILLIMITATO di ricchezza-moneta con danno altrui ("il denaro è lo sterco del demonio" è una frase di antichi padri della Chiesa, ma anche di Lutero e di Papa Francesco).
Tutti sarebbero incentivati a lavorare (esenzione totale dalle imposte), ma  i pochi che raggiungessero un alto limite individuale a quel punto si fermerebbero, limitando il "proprio ego" (potrebbero anche continuare a lavorare, ma donando alla collettività i frutti del proprio lavoro).
Con tale riforma fiscale, la moneta nella società creerebbe un circuito chiuso a rotazione, come l'acqua in una piscina, che viene immessa (creazione monetaria gratuita) e raggiunto il limite del sopravanzo viene sottratta dalla piscina (distruzione monetaria). Come il ciclo dell'acqua dalla pioggia, ai fiumi, al mare e per evaporazione di nuovo in pioggia e così via.
Una siffatta riforma permetterebbe di attuare anche la Costituzione, permettendo finalmente di trovare-creare le risorse economiche necessarie, avendo però già chiara anche la modalità di distruggere quelle in eccesso.
A mio giudizio si potrebbero adottare anche altre semplici riforme. Ne parlerò nei gruppi di lavoro.
In questa sede mi interessava evidenziare la possibilità di vedere le cose CONTEMPORANEAMENTE da più punti di vista, per conciliare concetti che a prima vista potrebbero sembrare contraddittori. Scusate per la lunghezza del testo.

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Diario / Re:Come potrebbe funzionare una moneta comune europea?
« il: Aprile 07, 2017, 06:58:43 pm »
ma se usassimo l'euro negli scambi tra paesi europei mentre internamente ognuno usa la propria valuta nazionale, chi accetterebbe di ricevere lire o marchi o franchi per dare euro al cittadino che vuole comprare un bene proveniente da fuori paese?


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Diario / Re:L'era dell'abbondanza e i due scenari futuri
« il: Aprile 07, 2017, 06:01:23 pm »
Onestamente sono un po' scettico sull'introduzione dei robot e sulla loro tassazione.. Ricalcando quanto già diceva Massimo Sernesi, oggigiorno la tecnologia, per quanto potenzialmente portatrice di benessere per tutti, è in mano a poche grandi ditte e si può dire che tutti gli strumenti di cui oggi disponiamo non hanno fruttato il benessere collettivo tanto auspicato. Per questo ritengo chi spinge per questa soluzione sta lanciando solo uno specchietto per le allodole. E' una strada molto pericolosa, che se non prevede prima una regolamentazione sul diritto di proprietà di beni di produzione, di robot, una gestione condivisa delle aziende in capo alle persone (non solo i capitalisti) - cosa che certo impiegherà decenni prima di realizzarsi - tutto quello che porterà la robotica sarà solo profitto ai soliti noti.
vedi link: http://www.informazionelibera.net/laggiotaggio-sociale-bill-gates/

Per quanto riguarda la discussione sul piano organizzativo, io non conosco i gruppi di lavoro, a che punto sono, e di cosa si occupano nello specifico ognuno di essi.

Credo che innanzitutto ci vada un coordinamento tra i suddetti (ma forse esiste già e io lo ignoro), secondo, per presentarci al pubblico occorre aver tirato giù degli studi e SOLUZIONI da parte di chi ha le competenze tecniche, sia partendo dall'art. 53, sia inserendo magari l'argomento citato da Intorcia circa il salasso che stanno preparandosi a fare sulle proprietà immobiliari degli italiani aumentandone il valore catastale, magari una comparazione sul discorso produzione/produttività attuali, crescita ecc. anche col confronto con gli altri stati d'europa (vedi link: https://scenarieconomici.it/conto-delleuro-1-430-mld-fruttati-germania-290-mld-persi-italia/ e http://www.informazionelibera.net/oggi-lo-schiavismo-si-chiama-precarieta/), infine occorre rendere questi dati semplici e comprensibili per il grande pubblico. Quindi bisogna preparare degli schemi non troppo lunghi e chiari, altrimenti le persone non si sentono incuriosite dalla cosa (come noi ci sono una miriade di altri movimenti/partiti ecc.).

Per quest'ultimo passaggio serve chi oggi - credo - manca all'appello: qualcuno che sappia parlare e comunicare con la gente, che sappia usare sia gli strumenti tipo social, ma anche qualcuno che abbia agganci per lanciare un evento, una conferenza in sappia presentarci.
Andare allo sbaraglio perchè c'è urgenza di fare qualcosa, non è nè efficace nè utile al futuro della CSP, anzi è controproducente, ci taglierebbe subito le gambe.

E però i professionisti si pagano, anche perchè l'obbiettivo che ci si pone qui, che non è solo l'attuazione della costituzione (come se fosse semplice) è stra-ambizioso, pertanto non lo si può inquadrare in un'attività a cui basta dedicarsi il più possibile e poi affidarsi alla speranza (Lungi da me offendere qualcuno, e anzi a tutti va riconosciuto il merito e il coraggio di iniziare questo percorso). Se si vuole creare un movimento solido c'è bisogno di chi, oltre ad avere le competenze e spirito di servizio (giuristi, avvocati, economisti, sociologi) prenda quest'attività come un LAVORO a cui dedicarsi a tempo pieno, e per questo dovrà e vorrà esser pagato, non tanto per lo sforzo, ma perchè anche abbandonando, per esempio la mansione che prima svolgeva, dovrà avere di che vivere.

In poche parole secondo me se non ci sono persone che si occupino della cosa a tempo pieno, non si sfonda, non potremo avvicinare molte persone, se non likers, followers, che fa piacere, ma soprattutto in questa fase servono altri tipi di persona.
(questa conclamata impossibilità in cui oggi, anche chi le competenze le ha già, al contrario di me per esempio, si trova è ben voluta e pianificata da chi oggi detta le regole della società: bisogna dedicare la maggiorparte del proprio tempo al lavoro per mantenersi e mantenere la famiglia, così da non avere nè energie nè risorse nè tempo per altro)

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Diario / Re:Cosa viene prima?
« il: Aprile 07, 2017, 12:00:52 pm »
Luigi, ti chiederei di spiegarti meglio in riferimento a quanto dici, perchè è molto interessante:

...LA DEVIAZIONE PIU' FORTE FRA ECONOMIA E DIRITTO  e' nella parte che regola i CONTRATTI.

non esiste un bene economico che venga prima del diritto di regolare normare stabilire le attività dei soggetti chiunque essi siano e  attribuibili ai  medesimi.

da parte mia non ho molto da aggiungere perchè sostanzialmente penso che venga prima l'atto economico particolare e poi la norma che disciplina quel comportamento come atto generale, tant'è che interpretando su questa lunghezza la domanda posta a sondaggio ho risposto che viene prima l'economia.

Eppure sono sicuro che il diritto, vista la potenza che potrebbe avere, farebbe bene a concepire una norma che tuteli i beni comuni come dice Guido Grossi. Questa è una mancanza grave. E allora mi chiedo perchè il regolatore, i giuristi e le persone che materialmente scrivono i codici e le norme non lo fanno con spirito super partes nel tentativo di costruire quell'ideale di giustizia tanto sbandierato dai suddetti e per cui vengono anche pagati?

Se è vero che la concezione alla base del diritto è quella di disciplinare situazioni di conflitto per stabilire il godimento esclusivo di alcuni e proibirlo ad altri - cioè ha ha definito il concetto di proprietà - è pur vero che senza essa mancherebbe la certezza del diritto, ovvero, garantendo solo il possesso ci ritroveremmo in situazioni stile dittatura comunista in cui la proprietà è negata a tutti fuorchè la classe dominante, che invece conde la facoltà di utilizzo agli altri, i quali senza mai poter essere certi di poterne usufruire anche domani si ridurrebbero da uomini e soggetti di diritti a schiavi, oggetto del diritto.

Credo quindi che anche con un criterio base come quello sopra il diritto possa essere comunque uno strumento utile a stabilire certi confini che non vanno in nessun modo superati, tutelando non solo un interesse di parte ma anche uno generale, sulla base di valori universali, definiti per es. in Costituzione ed in altre dichiarazioni condivise da quasi tutti i paesi del mondo (parità e dignità umana, dignità, ecc.)

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Diario / Re:le unioni giuste ( la Grecia che non ti aspetti )
« il: Marzo 31, 2017, 10:39:03 pm »
Sinceramente nel dialogo citato da Alessandro Coluzzi, trovo una concatenazione di causa-effetto debole, in questo punto: Tenuto conto che ciascuno di noi riceve denaro dagli altri se svolge azioni utili nei loro confronti...

ecco non accade questo, mai, chi svolge azioni utili per gli altri normalmente non riceve compenso!
se anche fosse, non vuol dire che siano per forza azioni utili, e bisognerebbe vedere cosa muove la persona che le fa a farle.


ma condivido la logica sul fatto che il pensiero calvinista è la base etica del capitalismo.

non mi trovo d'accordo solo parzialmente però quando si dice che la germania vince sugli altri portando via loro il lavoro.
la germania si è avantaggiata in un sistema europeo così costruito per mezzo del target 2 e dei giochini tra bundesbank e governo federale che poteva ottenere, (un po' come fa la cina), denaro a basso tasso di interesse.
e soprattutto con uno sfruttamento dei lavoratori (sottopagati) per poter abbattere i costi.

i tedeschi comuni non si rendono conto che anch'essi sono vittime di un sistema che basa tutto sulla convenienza, sul profitto e accentramento di potere.
cosa facciamo qui? la stessa cosa, incrementiamo il precariato, si chiede a chi lavora già di lavorare di più e chiedere di meno (reddito), meno diritti, più flessibilità ecc.
per cosa?  per esportare!
quando lo capiremo che in un mondo finito non tutti fossimo esportare? corriamo in tondo come farebbe il soggetto B quando risponde al soggetto A nel dialogo sotto riportato. Nessuno sa con certezza se andrà in paradiso ma intanto corriamo e proviamoci, così facciamo noi inseguendo il mito dell'esportazione.
Non è un rubare lavoro agli altri, ma sfruttare sempre di più le persone del proprio paese!

l'esportazione dovrebbe essere solo uno strumento per pareggiare le importazioni, e possibilmente visto che chi esporta di più non può privare i suoi clienti esteri del proprio bene se è apprezzato, potrebbe cooperare e cedere i guadagni a chi invece ha problemi, instaurando una politica di cooperazione internazionale tra paesi di tutto il mondo, come diceva keyens (credo)

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Diario / Re:Sanità e industria farmaceutica pubbliche
« il: Marzo 31, 2017, 10:10:58 pm »
condivido pienamente il pensiero di Alessnadro Coluzzi. Credo che il discorso brevetti vada abolito e certi settori vadano gestiti solo dallo stato ai fini del benessere della collettività, credo anche che lo stato dovrebbe avere più controllo anche su altri settori privati per quanto liberalizzati, ad es. quello pubblicitario.
Sarà difficile trovare un equilibrio tra questa sua azione di controllo e blocco, e quella della libertà di esercitare una professione, ma oggi giorno la pubblicità e la comunicazione fanno molto e sono una bella stampella di supporto per veicolare certi messaggi e contribuire così indirettamente all'accrescimento del fatturato di queste grandi corporations che sanno ragionare solo in termini di costi-benefici.
Ad esempio lo stato dovrebbe impedire di trasformare le farmacie in boutique, oppure il bombardamento mediatico di integratori, alimenti sostitutivi dei pasti e medicinali in senso stretto che in TV per esempio vengono presentati come un normale prodotto al pari di una maglia o un pacco di biscotti; od anche la formazione di figure professionali come psichiatri e psicologi che hanno sempre di più la mano facile a diagnosticare già ai più piccoli forme di disturbo dell'attenzione, iperattività ecc.

Fortunatamente ancora non troviamo i farmaci in bella mostra al supermercato (altro luogo da scampare il più possibile), ma se come facciamo da anni seguissimo anche l'esempio nordamericano ci incammineremmo su una strada molto problematica.

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