Autore Topic: Un modello di Banca c.s.p.  (Letto 5348 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Luigi Intorcia

  • Administrator
  • Jr. Member
  • *****
  • Post: 93
      • Mostra profilo
Un modello di Banca c.s.p.
« il: Aprile 05, 2017, 07:07:50 pm »

Alcuni anni fa durante la perdurate crisi finanziaria e stretta creditizia, fu studiato un sistema che inseriva un nuovo concetto di banca. In questo nuovo paradigma finanziario si elimina totalmente la SPECULAZIONE e ritorna un sistema innovativo, che stronca definitivamente, l'arricchimento unilaterale.
Come è possibile ottenere tutto questo? Esiste un metodo specifico?
La risposta e' affermativa ( è sempre stata affermativa ma l'informazione deviata ha occultato sistematicamente, anzi ha osteggiato in ogni forma possibile il procedere di queste progettualità )


Il meccanismo denominato “sistema di risparmio e prestito bilanciato”, su cui il nuovo soggetto bancario poggerà le proprie basi, può essere sintetizzato come un sistema in cui a garantire i finanziamenti sono le riserve di risparmio dei soci. I capitali prestati sono garantiti dalle somme in deposito. Il bilanciamento consiste nell'equiparare, attraverso un indicatore denominato “punti-risparmio”, le somme in entrata ed in uscita dal sistema. A garantire la liquidità e la sostenibilità del sistema è, dunque, il meccanismo dei “punti-risparmio”: punti che si accumulano nei periodi in cui il socio effettua depositi e si decrementano nei periodi in cui si accede al finanziamento. Il “punto risparmio” è l’unità di misura monetaria moltiplicata per il tempo di giacenza o ammortamento. Affinché il sistema sia sostenibile, è necessaria dunque l’uguaglianza tra i “punti-risparmio guadagnati” e i “punti-risparmio spesi”. Al momento dell’accensione del prestito, se i punti accumulati non sono sufficienti a compensare quelli che il prestito consumerà, il socio si obbliga a effettuare un deposito aggiuntivo sul proprio conto, attuando così il meccanismo del “post-risparmio” durante il periodo di rimborso, mantenendo in equilibrio il sistema. La somma accumulata con il “post-risparmio” è di proprietà del socio e sarà disponibile al termine del piano di ammortamento. Il sistema Jak opererà dunque attraverso tre diverse tipologie contabili di conto: conti di “pre-risparmio” (i tradizionali conti correnti o depositi), conti di “post-risparmio” e conti “prestito”.
 i soci, tutti con lo stesso “peso” secondo il principio capitario “una testa, un voto”, indipendentemente dalla quota di capitale sottoscritta. Solamente i soci potranno usufruire dei servizi di Jak. In sostanza, gli “azionisti” sono i soci ed i “dividendi” sono rappresentati dalla possibilità di avere finanziamenti a bassissimo costo. Nel modello che proponiamo, oltre a quanto detto sopra, ogni socio potrà detenere al massimo lo 0,5% del capitale sociale. Dove ha funzionato e dove funziona il sistema di banca senza interesse? Jak ha le proprie origini in Danimarca. Durante la Grande Depressione del 1930, molte aziende agricole fallirono a causa della stretta creditizia e dell’alto costo del denaro. Alcune di esse si riunirono sotto la guida di Kristian Kristiansen che, nel 1931, fondò la società cooperativa Jord Arbejde Kapital (Terra, Lavoro, Capitale – i tre pilastri dell’economia reale), il cui acronimo è “JAK”. JAK considerava, e considera, la struttura degli interessi come la causa principale dell’instabilità economica, e le principali conseguenze ne sono l’inflazione e l’alta disoccupazione. Da quel momento ad oggi è trascorso tanto tempo e via via si sono susseguiti differenti esperimenti di sistemi di risparmio e prestito senza interessi. Già durante gli anni ‘50 e i primi anni 60 l’idea ed il successo di JAK in Danimarca attirò un certo interesse in Svezia. Nel 1965, dopo diversi anni di studio e di incontri con gli esponenti del progetto danese, la Jord Arbete Kapital svedese prese vita come organizzazione senza fini di lucro. L’associazione crebbe molto lentamente e, solo verso la fine degli anni ’80, il sistema decollò, fino al raggiungimento dello status di banca, con il nome di Jak Medlemsbank nel 1997. Dal 1997, i membri sono aumentati con una crescita di 1000 per anno e i depositi di circa il 10% l’anno. Oggi, Jak Medlemsbank, con un capitale sociale di circa 7 milioni di euro, una raccolta di circa 121 milioni di euro, a fronte della quale riesce ad impiegare presso i soci circa 100 milioni di euro, ha oltre 38.000 soci che beneficiano delle prestazioni delle banche tradizionali, senza però il ricarico degli interessi sui prestiti, impiega 30 dipendenti ed è supportata da circa 500 volontari. Negli ultimi anni, il “modello JAK”, grazie soprattutto all’esperimento svedese, ha attirato l’attenzione in molti Paesi e non solo d’Europa. Regno Unito, Finlandia, Belgio, Germania, Canada, Olanda, Spagna e Italia. Attualmente, sebbene alcune delle citate realtà siano già operative sotto forma di cooperative, il progetto maggiormente vicino a replicare il modello bancario svedese è proprio quello italiano.


FONTE: http://www.ilcambiamento.it/articoli/jak_italia_banca_senza_interessi


A CHI SI PUO' RIVOLGERE TALE SISTEMA?

A tutti gli utenti che sono i titolari  originari del più ampio concetto della interdipendenza sociale e solidale.

Non una moltitudine di privilegiati, ma solo per coloro che senza una economia solidale e sostenibile, sarebbero completamente tagliati fuori dal main stream.

Prima di farsi tagliare fuori, i pensionati, le famiglie monoparentali, le casalinghe i ragazzi entro i 35 anni ( nessuno vieta di estendere l'età, in questo caso, ovviamente  è a titolo di esempio ) devono reagire e variare lo status quo, impedendo appunto di diventare delle vittime.

Quanti in Italia sono coloro che vivono in questo sistema?  Una statistica estremamente approssimata, indicherebbe  in minimo almeno 22 milioni di diretti fruitori di redditi unitari, i soggetti interessabili alla partecipazione  in un sistema creditizio innovativo.

22 milioni di cittadini che all'istante non saranno più  sotto le grinfie di loschi individui e fare FORZA ECONOMICA REALE.

All'impero del male, in quanto tale, non deve essere opposto altrettanto il  male, ma la sottrazione coatta del suo potere di spargere il male fra gli individui, annichilire dunque  il male e azzerarlo è possibile.
Qualcuno ha tirato troppo una corda e si è definitivamente spezzata, la diavoleria che si è impossessata del sistema deve essere ABBATTUTA DEFINITIVAMENTE


In questo caso l'unione fa la forza è nel concetto base  la potenza stessa, del cambiamento reale.

Luigi Intorcia

 
« Ultima modifica: Aprile 05, 2017, 07:13:15 pm da Luigi Intorcia »



Luigi Intorcia

  • Administrator
  • Jr. Member
  • *****
  • Post: 93
      • Mostra profilo
Re:Un modello di Banca c.s.p.
« Risposta #1 il: Aprile 05, 2017, 07:10:40 pm »
LIBERA TRADUZIONE DEL TESTO:

Some years ago persisted during the financial crisis and credit crunch, it was designed a system that inserted a new concept of the bank. In this new financial paradigm totally eliminates SPECULATION and returns an innovative system that crushes finally, the one-sided enrichment.
How do I get this? There is a specific method?
The answer and 'affirmative (has always been affirmative but the diverted has concealed information systematically, indeed has opposed in every possible form the progress of these projects)

The mechanism called "system of savings and loan balanced", on which the new banking entity will rest their bases, can be summarized as a system in which to secure funding are the savings reserves of shareholders. The loaned capital are guaranteed by the sums on deposit. The balance consists in equating, through an indicator referred to as "points-saving", incoming and outgoing sums from the system. To ensure liquidity and sustainability of the system is, therefore, the "points-saving mechanism": points that accumulate during periods when the shareholder making deposits and a decrease in the periods in which you access the funding. The "saving point" is the monetary unit of measurement multiplied by the storage time or amortization. For the system to be sustainable, it is therefore necessary equality between the "points-earned savings" and the "points-savings spent." At the ignition time of the loan, if the accumulated points are not sufficient to compensate for those who consume the loan, the member is obliged to make an additional deposit on their account, thus implementing the mechanism of the "post-saving" during the period of refund, keeping the system in equilibrium. The sum accumulated with the "post-saving" is owned by the partner and will be available at the end of the repayment plan. Jak The system will then operate through three different types of financial account: accounts of "pre-saving" (traditional current accounts or deposits), accounts of "post-saving" accounts and "loan".
 members, all with the same "weight" according to per capita principle "one person, one vote", regardless of the subscribed capital. Only members can avail the services of Jak. In essence, the "shareholders" are the members and "dividends" are represented by the possibility of financing at very low cost. In the model we propose, in addition to the above, each member may hold a maximum of 0.5% of the share capital. Where it worked and where does the bank system without interest? Jak has its origins in Denmark. During the Great Depression of the 1930s, many farmers went bankrupt because of the credit crunch and the high cost of borrowing. Some of them came together under the leadership of Kristian Kristiansen guide who, in 1931, founded the cooperative society Jord Arbejde Kapital (Land, Labor, Capital - the three pillars of the real economy), whose acronym is "JAK". JAK considered, and considers the structure of the interest as the main cause of economic instability, and the main consequences are inflation and high unemployment. From that time to date it has spent much time and gradually have followed different experiments saving devices, and interest-free loan. Already during the 50s and early 60s the idea and the success of JAK in Denmark attracted some interest in Sweden. In 1965, after several years of study and meetings with representatives of the Danish project, the Jord Arbete Swedish Kapital came to life as a non-profit organization. The association grew very slowly and only in the late 80s, took off the system, up to the bank status, as the JAK Members Bank in 1997. Since 1997, members have increased with an increase of 1,000 per year and deposits by about 10% per year. Today, JAK Members Bank, with a registered capital of 7 million euro, a collection of about 121 million euro, against which manages to be employed at the shareholders about 100 million Euros, has over 38,000 members who receive benefits of traditional banks, but without reloading of interest on loans, it employs 30 employees and is supported by about 500 volunteers. In recent years, the model "JAK", thanks mainly Swedish experiment, has attracted attention in many countries, not just Europe. UK, Finland, Belgium, Germany, Canada, Holland, Spain and Italy. Currently, although some of the above realities are already operational in the form of cooperatives, the project more close to replicating the Swedish banking model is the one Italian.

WHO CAN 'MAKE THIS SYSTEM?

All users who are the original owners of the broader concept of social interdependence and solidarity.

Not a multitude of privileged, but only for those without a fair and sustainable economy, would be completely cut off from the main stream.

Before being cut off, pensioners, single parents, housewives children within 35 years (no one forbids to extend the age, in this case, of course, is an example) have to react and change the status quo by preventing precisely to become victims.

How many in Italy are those who live in this system? A statistical extremely approximate, it indicates at least at least 22 million direct beneficiaries of unit revenues, subjects interessabili to participate in an innovative credit system.

22 million citizens who instantly no longer under the clutches of shady characters and make REAL ECONOMIC STRENGTH.

Empire of evil, as such, should not be opposite the equally bad, but forced subtraction of its power to spread the bad among individuals, thus annihilating the evil and reset is possible.
Someone pulled a rope too and was finally broken, the devilry that has taken possession of the system must be FINALLY TAKEN DOWN

In this case the union is strength in the basic concept is the same power, the real change.
« Ultima modifica: Aprile 05, 2017, 07:15:43 pm da Luigi Intorcia »

Alessandro Coluzzi

  • Iscritto
  • Newbie
  • *
  • Post: 44
      • Mostra profilo
Re:Un modello di Banca c.s.p.
« Risposta #2 il: Aprile 05, 2017, 08:01:23 pm »
Scrivo per confermare l'EFFETTO NEGATIVO DEGLI INTERESSI anche nella fase creativa della moneta (che oggi è la forma più estesa di "prestito", anche se pochi lo sanno)

1) Da un lato l’attuale sistema socioeconomico capitalista è intrinsecamente idoneo a sorreggersi sul lungo tempo soltanto in una fase di continua crescita del PIL. In una fase stazionaria o di decrescita, infatti, si auto-distruggerebbero i risparmi monetari dei cittadini e si ridurrebbe anche la successiva capacità di investimento.

La teoria economica ritiene che il reddito monetario prodotto possa essere destinato, alternativamente, in consumo o in risparmio e quest’ultimo equivalga sempre a nuovi investimenti, pubblici o privati che siano: quindi, in un periodo di scarsi investimenti si auto-distruggerebbero gradualmente i risparmi monetari, essendo i risparmi e gli investimenti tra loro equivalenti.

La causa implicita di tale effetto negativo è che, nel sistema capitalista mondiale, l’attuale creazione monetaria avviene da parte delle Banche sempre come “debito” (ossia a fronte dell’erogazione di un prestito bancario che per il debitore equivale ad un investimento), che è produttivo di “interessi”, forma di debito aggiuntivo. Quindi, a livello di sistema globale (riferendosi congiuntamente a tutti i prestiti esistenti), affinché tutti i debitori-investitori possano poi trovare in circolazione la moneta per ripagare integralmente alle Banche creditrici tutti i prestiti ricevuti in precedenza (ossia i debiti originari insieme agli interessi aggiuntivi dovuti) vi è la continua necessità che le stesse Banche creino periodicamente nuova moneta aggiuntiva, sempre nella forma del prestito (altro debito più interessi), in un ciclo espansivo infinito. La continua espansione della Massa monetaria mondiale è proprio ciò che è gradualmente avvenuto nel Mondo, in modo particolare dalla fine della seconda guerra mondiale.

In altre parole (lo ripeto per facilitare la comprensione di un aspetto molto importante), soltanto i nuovi prestiti permettono che tutti gli originari debitori abbiano la possibilità matematica di restituire al momento opportuno la moneta originariamente ricevuta (capitale) più la moneta aggiuntiva dovuta (interessi) per tutti i vecchi prestiti. Infatti, la moneta necessaria per il pagamento degli interessi aggiuntivi non era mai stata ricevuta in prestito da nessuno e, quindi, a livello globale era inesistente nel mercato al momento dei precedenti prestiti. Tale moneta viene via via ad esistenza solo con l’erogazione dei nuovi prestiti bancari, in una misura che deve essere sempre gradualmente aumentata nel tempo.

Ebbene, le Banche concedono nuovi prestiti, ossia creano nuova “moneta negativa”=debito, solo nell’ipotesi in cui abbiano una visione positiva del futuro economico, ossia prevedano la futura crescita del PIL e, quindi, che l’investimento del proprio debitore sia effettivamente fruttuoso e possa poi essere rimborsato.

E’ evidente che, in una fase stazionaria o di decrescita degli investimenti e del PIL, il sistema economico è matematicamente destinato al collasso sul lungo termine perché, non concedendo o riducendo le Banche gli ulteriori prestiti (dunque, non creandosi ulteriore nuova moneta ed estinguendosi pure quella già esistente a seguito del rimborso parziale dei vecchi prestiti), è materialmente impossibile, per mancanza di moneta, la restituzione completa da parte dei debitori di tutti i precedenti prestiti più gli interessi.
A livello di sistema, aumentano inevitabilmente i crediti “deteriorati” delle Banche Commerciali (i c.d. “NPL Non Performing Loans”), ma anche i semplici crediti “non pagati” tra imprenditori, fenomeni entrambi particolarmente evidenti in Europa, almeno dal 2008.

Ne consegue la graduale matematica distruzione dei risparmi-crediti accumulati e depositati dagli ignari cittadini nelle Banche commerciali e da queste ultime prestati a debitori “necessariamente insolventi” (come detto, per la mancanza in circolazione della moneta da restituire).

2) Dall’altro lato, invece, il sistema socioeconomico mondiale è destinato matematicamente sul lungo termine proprio alla “decrescita” del PIL e degli investimenti, in virtù:
a) dell’aumento della produttività del lavoro umano, per l’introduzione sempre maggiore dell’informatica, della robotica ed in generale per le continue semplificazioni produttive e distributive, che diminuiranno l’ammontare complessivo delle retribuzioni-redditi umani;
b) dei limiti ambientali e delle risorse naturali, che sul lungo tempo faranno necessariamente ridurre la cementificazione del pianeta Terra e le varie estrazioni minerarie e petrolifere;
c) dell’aumento del benessere (e, almeno in alcuni Paesi come l’Italia, della decrescita della popolazione), che provoca una graduale riduzione del tasso di crescita del PIL, come dimostrano le statistiche sul lungo periodo dei Paesi OCSE .

Dall’esame congiunto dei due aspetti appena descritti consegue che vi è una INCONPATIBILITA' CERTA (matematica) tra le norme di natura “finanziaria-monetaria” (Moneta=prestito=Debito) sottostanti l’attuale sistema socioeconomico capitalista, tecnicamente idonee solo nell’ipotesi di continua crescita del PIL, ed il sistema socioeconomico mondiale “reale” che tenderà in futuro inevitabilmente verso la stazionarietà o decrescita del PIL.

Deve essere CHIARO che nessuna vera “decrescita felice” (secondo la definizione dell’ecologista Maurizio Pallante e dell’economista Serge Latouche) o vero “BENE COMUNE” (secondo la definizione di tanti filosofi, del “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa”, cap. 4.2,  o dei tanti politici mondiali) sarà mai matematicamente attuabile nel mondo, se non previa trasformazione del sistema monetario da “moneta negativa”=debito a “moneta positiva”, ossia NON creata a “prestito=debito”

Luigi Intorcia

  • Administrator
  • Jr. Member
  • *****
  • Post: 93
      • Mostra profilo
Re:Un modello di Banca c.s.p.
« Risposta #3 il: Aprile 05, 2017, 08:28:50 pm »
GRANDE ALESSANDRO COLUZZI!!!!!

Michele Citarella

  • Iscritto
  • Jr. Member
  • *
  • Post: 73
      • Mostra profilo
Re:Un modello di Banca c.s.p.
« Risposta #4 il: Aprile 06, 2017, 08:49:36 am »
bravissimi, una conferenza stampa con personalità di settore sarebbe utile a infrangere il muro dell' omertà che i soliti noti detengono quella parte del Popolo nell' Ignoranza. Leve giuridiche, leve economiche e quelle sociali.  La chiesa potrebbe darci una mano e tutte e due ci laviamo la faccia, un detto nazionale.

Luigi Intorcia

  • Administrator
  • Jr. Member
  • *****
  • Post: 93
      • Mostra profilo
Re:Un modello di Banca c.s.p.
« Risposta #5 il: Aprile 06, 2017, 10:26:14 am »
a disposizione per tutte le conferenze, ma per favore prima di questo stabiliamo una volta per tutte, che la questione monetaria senza sovrastrutture funzionali è pura follia.
Le sovrastrutture sono i governi del sistema bancario che è fuori controllo da almeno 50 anni.

Chi ha voluto questo si affanna a riformare. Io sono contrario alle riforme nichiliste, ho i mezzi e la tecnica per confutarlo, ma da solo non posso farcela.