“ Risultati a macchia di leopardo”, così si consola Matteo Renzi dopo la batosta elettorale di ieri alle elezioni amministrative. Perdere città come Genova, Pistoia, La Spezia, Lodi, Monza, Como, Piacenza e l’ex “Stalingrado d’Italia,” Sesto San Giovanni, è la dimostrazione che l’ircocervo del PD renziano, un Golem senz’anima e cultura politica di riferimento, non è più credibile a un elettorato stanco che diserta il voto per oltre il 50%.
Ora si aprirà la caccia a “ smaccchiare il giaguaro” dentro il PD, mentre si allontana il rischio di elezioni anticipate. Il centro destra gongola per i positivi risultati, anche se pesante è la sconfitta padovana del leghista Bitonci, mentre crolla il tentativo di riscatto di Flavio Tosi a Verona. Succede a chi, negli ultimi diciotto mesi, ha cambiato la sua originaria impostazione, sino alla camaleontica scelta a favore del SI al referendum, fidando nella conversione renziana che non ha pagato, nemmeno col disperato tentativo di risolvere i problemi candidando la compagna Bisinella. I veronesi non hanno gradito la proposta di successione ereditaria familiare “ de noantri”. Buon lavoro, dunque, a Sboarina e alla sua squadra.