Ho letto le tre proposte. Le condivido nell'obiettivo (offrire redditi netti più elevati ai lavoratori più poveri) ma NON nella soluzioni suggerite.
1) la proposta 1 aumenta sostanzialmente la curva di progressività fiscale sui REDDITI ANNUALI
2) la proposta 2 prende atto implicitamente (e giustamente) che gli attuali contributi INPS sono una IMPOSTA aggiuntiva e non un corrispettivo per la futura pensione (non c'è nessuna correlazione tra quantità dei contributi versati e pensione percepita... tant'è che da almeno 25 anni vengono sempre aumentati gli anni di lavoro e ridotte le pensioni) e (proprio perché li ritiene implicitamente una imposta) li rende progressivi anch'essi.
3) La proposta 3 vuole creare un salario minimo tra tutti i lavoratori, un pò più elevato dell'attuale minimo (a prescindere dal CCNL applicato).
Sintetizzo con lo stesso ordine le risposte.
1) Sono d'accordo sulla progressività ma NON sul fatto che i REDDITI ANNUALI siano indice della "capacità contributiva" secondo art.53 Costituzione. Ad esempio,una persona con patrimonio monetario di 200 milioni di euro che non lavora e che non ha rivalutato i propri capitali nel 2016 non pagherebbe imposte IRPEF, un 19enne al primo lavoro di euro 20mila pagherebbe l'IRPEF ..... non mi sembra equilibrato e giusto.
Tenuto conto che il sistema fiscale tende sempre ad avere una quota di reddito annuale minimo esente da imposta per permettere di provvedere al pagamento di CONSUMI MINIMI, tenuto conto che reddito=consumo+risparmio, ne consegue (per differenza) che quella che viene chiamata imposta sui "redditi annuali" equivale, in realtà , ad una imposta sui consumi annuali più elevati (quelli minimi, come detto, sono esenti) ed i risparmi annuali. Poichè tutti sarebbero favorevoli a scaricare più consumi possibile, si potrebbe abolire direttamente l'imposta sui redditi annuali (iniqua nell'esempio sopra indicato)ed istituire soltanto un imposta sui patrimoni e sui consumi superflui ed eccessivi.
Come funzionerebbe? come il ciclo dell'acqua, in modo semplicissimo!!.
Si fissa un limite anche alto di CONSUMI possibili (ad esempio di euro 1milione netto annuo a persona, ossia un limite di 120milioni netti a vita, tenuto conto che l'uomo più longevo ha raggiunto i 120 anni), chi supera tale limite di patrimonio avrebbe aliquota al 100%. Sino a quell'importo aliquota 0% favorendo così chiunque lavori. Al grande industriale e familiari che avessero azioni con valore superiore al limite accadrebbe soltanto che la titolarità ed i successivi proventi di capitale sarebbero pubblici (introiti fiscali) rimanendo comunque lui il principale azionista e gestore della multinazionale.
Il sistema socioeconomico umano funzionerebbe come funzionano tutte le piscine del mondo.
Il limite fissato sarebbe come la griglia del sopravanzo dell'acqua della piscina e le risorse tornerebbero in circolo per TUTTI erogate dalla collettività -stato in lavoro e servizi.
Un ciclo-riciclo infinito della moneta che ridurrebbe per sempre anche l'egoismo umano all'eccessivo accumulo.
2)Le pensioni previdenziali vanno abolite (trovando una forma di gestione per situazioni in corso) lasciando solo quelle sociali di identico importo per TUTTI (pagate con imposte) e ciascuno gestirebbe la propria previdenza AGGIUNTIVA con forme complementari o come meglio vuole. Verrebbero aboliti anche i contributi INPS.
3) il salario minimo, per semplicità , corrisponderebbe alla pensione sociale minima.