Autore Topic: apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano  (Letto 8387 volte)

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Ettore Bonalberti

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apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« il: Luglio 04, 2017, 11:26:38 pm »
E’ tempo di aprire un dibattito pubblico sulla situazione bancaria italiana e internazionale.
Avuta conferma che le più importanti banche private italiane sono controllate direttamente dagli edge fund anglo-caucasici (sede legale nella city of London e fiscale nel Deleware, origine cazara del Caucaso ) e nordamericani( Vanguard, State Street Fidelity, Black Rock, Blackstone, Northern Trust, T-Rowe price, JP Morgan Trust, Franklyn Templeton) Bnp Paribas Trust, ecc) i quali controllano così la quota di maggioranza della stessa Banca d’Italia, le scelte sin qui effettuate sul MPS (Monte dei Paschi di Siena) prima e quelle proposte per le due banche venete, non possono più essere fatte passare in cavalleria.

Non possono più essere taciute le sistematica truffe perpetrate dagli edge funds, che sono la vera guida della cabina di regia bancaria, a danno dei risparmiatori, del fisco italiano e delle stesse banche, dopo la decisione assunta   con il d.legislativo n.481 del 14 dicembre 1992, che ha abolito la separazione tra banche di prestito e banche speculative tassativamente prevista dalla vecchia legge bancaria del 1936.

Più volte abbiamo tentato di sollecitare iniziative parlamentari su tali temi, ma anche autorevoli amici hanno fatto come le tre scimmiette: non hanno visto, non hanno udito, non hanno parlato. Che ciò sia dovuto ad ignoranza, ignavia , sudditanza o, peggio a interessi malcelati, non saprei dire. Certo è che molti degli ex dirigenti politici europei e alcuni dei nostrani, alla fine si ritrovano spesso, direttamente o indirettamente, nei libri paga delle solite multinazionali del finanz capitalismo.

Sin qui solo il M5S ha sollevato questi temi con interrogazioni parlamentari che hanno dato conferma di quanto su esposto.

Anche noi “ DC non pentiti†ci uniamo a sostegno di queste battaglie, considerando che la DC ebbe sempre a cuore la difesa della separazione delle attività bancarie e con la sua politica economica e finanziaria l’Italia poté  raggiungere la quinta posizione tra le potenze industriali del pianeta. Ora, invece, il nostro Paese, sottoposto al giogo del finanz-capitalismo, viene spinto sempre più in basso, le nostre vecchie aziende di valore mondiale sono acquisite a prezzi di svendita e le classi popolari e i ceti medi produttivi vengono  ridotti al progressivo impoverimento.

Una class action contro i responsabili di tale sciagurata realtà andrà organizzata con il massimo di partecipazione popolare
Due obiettivi politici li condividiamo con il M5S: nazionalizzazione della Banca d’Italia, prerequisito essenziale della nostra sovranità nazionale e separazione delle attività delle banche di prestito/commerciali da quelle speculative.
Bisogna partire da qui per qualsivoglia politica autenticamente riformatrice nel nostro amato  Paese. Basta con i provvedimenti iniqui come quelli decisi su MPS e che si intendono adottare su Banca Popolare del Veneto e Banca Popolare di Vicenza, con i quali, mentre si riducono alla miseria e alla fame onesti cittadini e risparmiatori, si lasciano in incomprensibile  libertà gli inetti  responsabili di quelle fallimentari gestioni bancarie.

Ettore Bonalberti
Venezia, 4 Luglio 2017



Luigi Cirillo

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #1 il: Luglio 05, 2017, 12:05:53 am »
Sono d'accordo con Ettore. Serve partite dal controllo pubblico sulla BDI e separazione delle banche tra quelle di credito e speculative. Questi sono solo i primi passi. Di dovrà arrivare a proibire la speculazione finanziaria perché non è solo un gioco tra privati e anche lo fosse sarebbe meglio tassare quelle rendite eccessive anziché lasciare disperdere in scommesse pericolose. Il peggio però è che alla.fine queste si basano su valori reali e scaricano quindi il loro devastante potere distruttivo sull'economia reale e sulle persone comuni. L'obbiettivo è l'emissione di una moneta a credito senza basarsi sui titoli di debito pubblico e interesse, fuoriuscendo dall'euro e dai trattati europei che vincolano il paese alla finanza apolide.

massimofranceschini

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #2 il: Luglio 05, 2017, 04:27:00 pm »
Concordo.
Ancora più a monte, va rivisto il concetto di denaro.

Alessandro Coluzzi

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #3 il: Luglio 06, 2017, 03:45:25 pm »
il problema è l'egoismo (bene?) del singolo in conflitto col bene comune (collettivo).

Il metodo egoistico  è l'accumulo di DENARO (condivido osservazione di Massimo Franceschini) che non è più un mezzo di scambio ma un fine di accumulo.

Per risolvere il problema è sufficiente unire i catasti immobiliari e finanziari dei vari stati in uno UNICO mondiale, con indicazione della ricchezza di ogni singolo essere umano e LIMITARE la quantità di ricchezza (immobiliare-finanziaria) di ciascuno, sulla base di quella che ciascun essere umano può prevedibilmente (con parametro alto) consumare in 120 anni di vita (età massima sino ad ora riscontrata sul pianeta Terra).
Raggiunto il limite ci sarebbe prelievo fiscale al 100% e tutti i problemi finanziari mondiali sarebbero risolti. Compresi quelli etici.
Sino al limite imposte 0% per tutti. Il lavoro utile "volerebbe" e non ci sarebbe più evasione o elusione fiscale

Il ciclo del denaro sarebbe come quello dell'acqua sul pianeta Terra.... raggiunto un certo limite evaporerebbe dal singolo e, sotto forma di redistribuzione, tornerebbe a tutti.
Dagli attuali errati cicli economici si passerebbe alla giusta circolazione dell'economia.

massimofranceschini

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #4 il: Luglio 08, 2017, 03:21:58 pm »
Proposta irrealizzabile nel medio lungo periodo, figuriamoci ora...
Inoltre proposta che non credo giusta nel metodo, meglio modificare le leggi, le regole economiche e ripristinare le sovranità della politica, i parametri si aggiusteranno senza dover attuare provvedimenti che potrebbero essere tacciati di illiberalismo.
Oltre a ciò una misura del genere la potrebbe fare solo un governo mondiale, entità che ora come ora credo sia da osteggiare in tutti i modi.

Alessandro Coluzzi

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #5 il: Luglio 14, 2017, 07:36:15 am »
la proposta è realizzabilissima anche a livello nazionale, apponendo alcuni limiti ai flussi di capitali.... che verrebbero via via eliminati tra i paesi che adottassero lo stesso provvedimento.

L'apposizione del limite MASSIMO sarebbe introdotto, chiaramente, con una Legge.
Esso consisterebbe in una regola economica (ritengo l'unica possibile) che mira a ridurre le disuguaglianze. Nel mondo tutti parlano delle disuguaglianze (1% di ricchi e 99% dei poveri) ma pochi si pongono il problema di come intervenire "in concreto" per ridurle.

Non è un provvedimento "illiberale", anzi è proprio il contrario.
La libertà di ogni essere umano è chiaramente in relazione all'altrui. Essa presuppone la reciproca limitazione della libertà altrui nell'ipotesi in cui il suo "eccesso" limiti la mia.
L'eccesso di denaro di alcuni comporta eccesso di loro potere (lobby ecc) che, chiaramente, incide sulla libertà altrui.
Per tutelare la libertà dei secondi, va limitato il potere (e, dunque, il denaro da cui si origina) dei primi.
 

massimofranceschini

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #6 il: Luglio 15, 2017, 10:08:09 am »
Ok ma tu non parli solo di limitare il flusso di capitali, che rientrerebbe nelle accettabili politiche che uno stato sovrano potrebbe porre in atto, insieme ad altre, per evitare che si formino enti commerciali troppo grandi ed influenti da creare un monopolio.
Se non ho capito male tu parli di porre un tetto per limitare la quantità di ricchezza, quindi di guadagno, con, immagino, diritto di esproprio per chi eccederà o che già eccede.
Occorre invece, secondo me, agire preventivamente sulle regole antitrust, sul definire stipendi e pensioni minime garantite, insomma tutti i diritti del lavoro previsti dai Diritti Umani, sulla lotta feroce alla finanza, un ritorno indietro sugli asset strategici privatizzati, ecc.
Sistemati questi parametri se uno si inventa un prodotto che non fa male a nessuno e guadagna tanto senza sfruttare il lavoro e i diritti altrui e senza acquisire soggetti concorrenti in modo da creare un gruppo troppo grande non vedo perchè non possa guadagnare sin dove riesce, se vuole.

Guido Grossi

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #7 il: Luglio 17, 2017, 04:49:12 pm »
ci lamentiamo tutti : la società contemporanea è caratterizzata da una eccessiva concentrazione di ricchezza

o no ?

allora, è naturale e scontato che per adottare una necessaria redistribuzione a qualcuno bisognerà togliere qualcosa

oppure vogliamo cambiare il mondo tenendoci ben stretti ognuno i propri privilegi?

forse sarà sufficiente togliere gli eccessi ai signori della finanza sopra nazionale

forse no

dipende da due valutazioni :

1) cosa intendiamo per un minimo dignitoso da riconoscere a chiunque

2) le risorse della terra sono sufficienti a garantire qual minimo a tutti noi?

massimofranceschini

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #8 il: Luglio 18, 2017, 11:53:29 pm »
Allora, andiamo con ordine, distinguiamo i privilegi dalla ricchezza.
La ricchezza è inesauribile, soprattutto oggi che il denaro si crea dal nulla.
Non stiamo parlando di una riserva naturale come il petrolio o l'acqua.
Quindi dire togliere a chi ha tanto per dare a chi non ha suona ed è illiberale, fatto salvo certamente il concetto che chi si è approfittato di meccanismi o di leggi o chi abbia violato leggi per arricchirsi illecitamente andrebbe indagato e nel caso processato, come del resto chi ha contribuito alla diminuzione della sovranità nazionale e monetaria del nostro Paese.
Perchè concentrarci su meccanismi potenzialmente illiberali e solleticanti ancora gli ideologizzati e non sul definire leggi e meccanismi socio-economici che impediscano non tanto l'arricchimento quanto il fatto che l'arricchimento possa influire sulle leggi, sugli uomini e la giustizia sociale?
Perchè non impedire alla ricchezza di creare grandi trust che uccidono la concorrenza ed il mercato?
Perchè non definire servizi gratuiti e definito stipendio minimo e pensione garantiti e indicizzati, dopo aver ripristinato la sovranità monetaria e aver ripreso in mano gli asset strategici oggi privatizzati?
Perchè non diminuire drasticamente le tasse e tassare invece fortemente la finanza?
Ecco che non avremo bisogno di togliere al ricco, perchè il ricco non potrà essere influente come prima e la sua ricchezza sarà dovuta all'ingegno imprenditoriale che non tradisce però le leggi e i diritti del lavoro ma che anzi ne crea.
Mi piacerebbe ribaltassimo paradigmi e punti di vista.

Luigi Cirillo

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #9 il: Luglio 27, 2017, 01:15:29 pm »
Concordo con quanto dice Massimo Franceschini, nel senso che io porrei un limite alla ricchezza massima, così come garanzie per quella minima, leggi e altre manovre per impedire concorrenza sleale, formazione di grandi gruppi che da potere economico avranno influenza su quello politico e determinano con la loro grande ricchezza e patrimonio una scorretta concorrenza e riducono molto la possibilità per i piccoli che intraprendono la loro stessa attività, MA APPUNTO, non si può prendere una cifra media di reddito e imporla a tutti. E' giusto differenziare, e avere la libertà di godere del proprio ingegno, senza però che sia onestamente che non questo provochi danni agli altri.

E' normale che se io sono bravo a produrre scarpe e tutti vogliono le mie scarpe, bisogna comunque che mi venga imposto un limite perchè altrimenti resterei solo io a produrre e inevitabilmente avrei molta influenza politica e sociale, non solo economica.

Tuttavia deve esserci ampio spazio di possibilità ed elasticità, sennò si verrebbe tacciati di comunismo in cui tutto è gestito centralmente.

Meno che mai appoggio la visione di una gestione a livello mondiale. Più che mai serve identità e diversità nel mondo e nell'universo.

massimofranceschini

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #10 il: Luglio 29, 2017, 04:23:46 pm »
Concordo, anche se il "limite alla ricchezza massima" risulta inutile e contraddittorio a questa linea di ragionamento.
Più che sulla ricchezza occorre secondo me concentrarci sulle regole.

Luigi Cirillo

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #11 il: Luglio 30, 2017, 01:01:28 pm »
Una ricchezza eccessiva, che si accumula in patrimoni, prova per forza di cose squilibri per chi non la detiene, e matematicamente influenza politica forte con le conseguenze che tutti conosciamo. Un limite va posto, è come rendere più progressiva e contributiva la tassazione già in vigore.
Quando una grande azienda si insedia in un territorio in cui 5.000 persone su 50.000 abitanti vi sono impiegati, questa avrà per forza potere contrattuale nei confronti dell'amministrazione pubblica - che facesse i veri interessi dei cittadini - enorme. Potrebbe minacciare di trasferirsi se non viene accontentata su certi aspetti (es. normativa sull'inquinamento)

massimofranceschini

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #12 il: Agosto 01, 2017, 09:48:00 pm »
Certo, ma occorrono leggi che vincolino l'impresa privata a non andare sotto allo stipendio minimo garantito e indicizzato, che impediscano delocalizzare, che al contempo abbassino drasticamente le tasse e che, all'inizio di tutto ridiano sovranità monetaria allo stato, altrimenti tutto il quadro non regge.
Insomma, ripeto, in uno stato ideale in cui i meccanismi e le leggi rispettino i diritti umani, i diritti del lavoro, la libertà di impresa a patto che non determini ingiustizie, in cui sia impossibile per legge creare trust o accorpare aziende e gruppi oltre un certo limite ed in cui gli asset strategici ed i servizi tornino in mano allo stato, non ci sarebbe bisogno di mettere alcun tetto.
Se lo stato decide di mentenere la fiscalità soltanto come regolatrice di inflazione e di altri parametri può decidere di volta in volta a chi e quanto togliere, ovviamente rispettando la capacità contributiva, che vorrebbe dire: ad ogni cittadino, famiglia, azienda non si può tassare prima della soglia necessaria al vivere, al migliorarsi ed al necessario risparmio per il futuro. Vedremo allora che i soggetti tassati saranno automaticamente quelli che avranno tali eccedenze. Il resto che serve allo stato se lo dovrebbe emettere. 

Guido Grossi

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #13 il: Agosto 02, 2017, 10:09:18 am »
chissà perché quando parliamo di economia e di politica ci riserviamo il diritto di ipotizzare soluzioni che, se applicate a casa nostra, ci farebbero inorridire

siamo dentro una famiglia : madre, padre e tre figli. Vi sembrerebbe giusto che ad uno dei figli sia consentito un trattamento speciale e privilegiato (più cibo, più viaggi, la moto eccetera) mentre agli altri figli no?

a me sembra troppo facile liquidare certe posizioni con lo spettro del comunismo, che qui nessuno auspica.

A scanso di equivoci, quando parliamo di ricchezza, togliamo di mezzo l'idea del denaro che ci confonde. Lo abbiamo capito che si può creare all'infinito. Le cose che possiamo comprare, invece, sono assolutamente limitate

massimofranceschini

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Re:apriamo un dibattito pubblico sul sistema bancario italiano
« Risposta #14 il: Agosto 06, 2017, 09:45:45 am »
Credo che in una famiglia tutti i figli debbano avere gli stessi diritti e lo stesso trattamento. Sarà poi solo un fatto che riguarda la loro inclinazione ed abilità, che certo non dovrebbe ledere quella degli altri.
Se la cultura riuscisse appunto a smitizzare il denaro e la ricchezza vivremmo certo tutti una vita più felice e meno deleteria per il nostro "essere" e per l'ambiente.
Le limitazioni dovrebbero quindi riguardare il fatto di non ledere o di impedire agli altri di "fare" ed "avere", non di "essere" e di coltivare inclinazioni ed abilità, finché non ledano gli altri.